Nel corso degli anni non sono certo mancati i giochi dedicati a Dragon Ball, ma la qualità è stata decisamente altalenante. Negli ultimi due anni, FighterZ è stato un fenomeno rivoluzionario, mentre il crossover manga Jump Force ha decisamente deluso tutti.
Nella scorsa settimana a Colonia ho avuto modo di provare ben due demo (quella esclusiva della Gamescom ed anche quella dell’E3) del nuovo titolo con protagonista Goku, Dragon Ball Z: Kakarot. Contro ogni mia aspettativa devo dire che sono cautamente ottimista sul fatto che si tratti di un buon videogame, anche perché sembra che si stiano facendo sforzi importanti per riportare in maniera fedele il tono della serie, ma proponendo anche qualcosa di nuovo per il franchise.
Kakarot uscirà “all’inizio del 2020” su PS4, Xbox One e PC, e ho avuto modo di giocare due sezioni separate: una all’inizio del gioco, che ha portato alla lotta di Goku e Piccolo con Radish per salvare Gohan, e un’altra più avanti nella storia, mentre controllavo Gohan nel suo ultimo combattimento con Cell nella sua forma perfetta.
Originariamente annunciato solo come “Project Z”, Kakarot è un gioco di ruolo d’azione per giocatore singolo che vi permetterà di giocare nei panni di Goku e di altri personaggi storici della saga (Kakarot è il nome da Saiyan di Goku, per i meno esperti), attraversando la trama principale di Dragon Ball Z – a partire dal stesso punto di inizio del manga e dell’anime, e almeno fino alla fine della Saga degli Androidi, e si spera oltre (dopotutto, sarebbe alquanto strano se mi avessero permesso di giocare alla battaglia finale del gioco).
Se nulla di tutto ciò che ho appena detto ha suscitato interesse in voi, allora c’è una reale possibilità che Dragon Ball Z: Kakarot non sarà un gioco che vi potrà interessare. Come ri-racconto della trama di Dragon Ball Z, è molto probabile che funzionerà come un bel punto di riferimento per i nuovi fan, ma in realtà non credo che questo sia il target principale della produzione.
Dal coinvolgimento del creatore della serie Akira Toriyama, fino all’inclusione di un numero di personaggi di nicchia della serie originale Dragon Ball (cioè pre-Z), questo è ovviamente un lavoro d’amore volto a catturare il sentimento centrale di Dragon Ball e i milioni fan che ci sono in tutto il mondo.
La cosa più entusiasmante e che arriva direttamente al cuore del combattimento della serie, sono combattimenti del tutto squilibrati. Un picchiaduro come FighterZ deve ovviamente impostare tutti i combattenti allo stesso livello, per dare agli eroi una possibilità contro ogni avversario. Kakarot invece non fa nulla di tutto ciò. La scelta per un titolo RPG aiuta molto in questo caso. Sia i combattenti Z che i loro avversari hanno livelli (livelli di potenza, se preferite), il che significa che è del tutto possibile imbattersi in un avversario che vi supera. Nella demo dell’E3, Radish era di livello superiore a quello di Goku o Piccolo, ma i due insieme erano in grado di poterlo sconfiggere.
Sicuramente si tratta di un ottimo escamotage per avvicinarsi all’anime. Durante lo scontro sopracitato infatti, Piccolo si allontana dallo scontro per potenziare il suo “Cannone Demoniaco della Luce Omicida Trapassante” e noi dovremo difenderlo dagli attacchi Radish fin tanto da ridurre abbastanza la sua salute da innescare il prossimo step dello scontro.
Quel combattimento può aver luogo sia a terra che a mezz’aria, con il solito mix di attacchi con le sfere di energia, attacchi speciali (attivati combinando il grilletto sinistro ed un pulsante), combattimento ravvicinato con un insieme di attacchi, blocchi e schivate. Le tecniche con le sfere energetiche e gli attacchi speciali consumano la vostra barra del Ki, la quale dovrà sporadicamente essere ricaricata, come nei classici videogiochi di Dragon Ball.
Di tanto in tanto la telecamera faceva fatica a tenere il passo dello scontro – rimanendo bloccata proprio dietro Goku o Gohan in alcuni punti, specialmente quando si era più vicini al suolo – ma per la maggior parte del tempo Kakarot fa un buon lavoro nella gestione degli scenari. Attivare gli attacchi in mischia vi porterà automaticamente contro l’obiettivo attuale, riducendo rapidamente la distanza che vi separa ed evitando di preoccuparvi di “volare” in modo troppo preciso.
Dragon Ball Z: Kakarot non ha il combattimento serrato e raffinato di FighterZ, ma non ha neanche intenzione di avvicinarsi al titolo di Arc System Works. Muoversi in uno spazio completamente 3D introduce una certa scioltezza, ma consente anche a Kakarot di abbracciare la scala e la fluidità delle più grandi battaglie dell’anime.
Il combattimento non è limitato ai soli scontri con i vari boss: la demo dell’ E3 includeva una sezione iniziale in un mondo semi-aperto, costellato da droni da combattimento da distruggere lungo la strada. Questo è uno degli elementi che risultano un po’ forzati, ma avrà sicuramente più senso in alcune sezioni della storia: è facile immaginare ad esempio l’esplorazione del pianeta Namecc occupato dalle forze di Freezer.
C’è molto di più che il solo combattere, in questo titolo: l’ open world include missioni secondarie, caccia, pesca e molto altro. Dopo la mia prova però mi sento di dire, almeno per il momento, che si tratta della sezione più debole della produzione: poco ispirata ed incisiva. Non posso fare a meno di preoccuparmi del fatto che Kakarot prenderà non solo il meglio dell’anime, ma anche il peggio, e riempirà il gioco dei tanto temuti filler.
Inoltre, non è chiaro come gli sviluppatori gestiranno il fatto che Goku in realtà non è in giro per il mondo per gran parte della trama principale della serie. Mentre le prime informazioni pubblicate suggerivano che il gioco avrebbe seguito da vicino le avventure di Goku, è ora chiaro che giocherete spesso nei panni di Gohan, Vegeta e altri così da seguire fedelmente la storia dell’anime. Ho dei dubbi su come si adatterà a questo il lato RPG della produzione, dato che le notizie rilasciate da Bandai Namco su come si livellerà e si progredirà sono davvero poche.