Fairy Tail è un’opera di Hiro Mashima che ha visto la luce sia in formato cartaceo sia in formato audiovisivo. Questa proposta da Koei Tecmo Games è la prima vera trasposizione di questo anime/manga acclamatissimo nella terra del Sol Levante. Vediamo insieme se il titolo è meritevole di un’occasione.
Un po’ di magia…
Per i pochi che non lo conoscono, Fairy Tail è un manga\anime ambientato in un mondo permeato dalla magia dove Gilde di Maghi si contendono i clienti ed il “titolo” di Miglior Gilda di Earthland. Le Gilde legali, cioè riconosciute dallo Stato, non possono scontrarsi tra loro e possono solo competere per fama, soldi e prestigio. Esistono, ad Earthland, anche Gilde oscure, associazioni illegali di maghi che praticano incantesimi proibiti e svolgono attività illecite. Le vicende della trama girano intorno alla Gilda di Fairy Tail, in particolare su Lucy Heartphilia, maga degli spiriti stellari, Natsu Dragonil, dragon slayer di fuoco, Gray Fullbuster, mago di ghiaccio ed Elsa Scarlett la maga guerriera, tutti membri della già citata Gilda.
JRPG sì, ma con poco carattere
All’inizio del gioco ci troviamo direttamente alla fine del terzo arco narrativo della storia originale e proprio le ultime battaglie contro Hades fungeranno da incipit per questo titolo, che verterà quasi completamente sull’arco narrativo dei Grandi Giochi della Magia, per intenderci quello immediatamente successivo al time-skip. Questo già di partenza potrebbe respingere i giocatori che non conoscono bene l’opera originale, delineandosi come un prodotto pensato quasi unicamente per i fan storici.
Ci troviamo di fronte ad un JRPG classico a turni, a tratti quasi scontato e con molti elementi che di sicuro non puntano all’innovazione del genere, ma piuttosto al mantenimento degli standard medio bassi del genere. A differenza dei classici JRPG dove l’attacco fisico è quello base e quello magico è un qualcosa di secondario, in Fairy Tail, data anche la natura del mondo narrativo, saranno gli attacchi magici a farla da padrone lasciando decisamente in disparte gli attacchi fisici se non in determinati e rari casi. In questo GDR di stampo orientale i nemici presenti sul campo di battaglia sono disposti su di una sorta di scacchiera e gli attacchi potranno avere pattern diversi, per esempio attacco su singola casella, attacco su più caselle orizzontali o verticali ed attacchi ad L. Questo permette al giocatore di scegliere la miglior mossa da utilizzare sia per la potenza generata sia per la posizione dei nemici sul campo di battaglia. Nelle meccaniche GDR è stata inserita anche quella relativa agli elementi, con la quale le magie elementali possono avere variazione d’effetto sui nemici a seconda dell’elemento di appartenenza delle creature avversarie.
Lo sviluppo dei personaggi è abbastanza classico come formula: più combatti più esperienza guadagni e più sali di livello. Però esistono anche altri due fattori che influiscono sulla “forza” del party. Si parla dell’affinità tra i membri del team, che influirà sulla potenza delle combo di squadra, ed il rank del personaggio, che permetterà di sbloccare abilità speciali.
Inoltre ci sono davvero una miriade di possibilità per ampliare la longevità di questo titolo, come per esempio il ranking delle gilde, oppure le missioni “casuali” attivabili all’interno delle mappe stesse di gioco. Ma nulla di quel che Fairy Tail ci propone a questo scopo sembra essere divertente o minimamente coinvolgente. Il team di maghi ha un numero massimo di componenti limitato a 3, ma niente vi obbligherà a doverlo sempre mantenere tale. Questo vale sempre, tranne per qualche missione principale del gioco che, per mantenersi il più fedele possibile alla trama, vi obbligherà ad avere un certo team con un certo numero di componenti. Il numero di personaggi giocabili è davvero alto, di fatti oltre ai protagonisti sopracitati avremo a disposizione parecchi personaggi secondari con cui riempire il nostro party di gioco e completare gli incarichi della Gilda.
Quando non si è in fase di combattimento, Fairy Tail propone un’esplorazione delle mappe in 3D con libertà di movimento del giocatore, in cui potrà trovare quest secondarie oppure oggetti utili. Anche questa fase esplorativa risulta essere poco curata nei dettagli e poco profonda. Il livello di cura è talmente basso da riuscire a rendere le ambientazioni tipiche del manga/anime piatte e quasi scialbe al contrario di quel che potrete trovare su carta o pellicola.
Comparto Tecnico
Il comparto tecnico non si differenzia dal resto del titolo purtroppo. I poligoni che definiscono i personaggi risultano molto grezzi al punto dal rendere spesso mal definiti i contorni degli arti dei modelli. Nelle fasi di esplorazione il gioco soffre di vistosi cali di frame rate che generano addirittura quella fastidiosa sensazione di scatto del fotogramma che potrebbe davvero infastidirvi. Il comparto audio risulta fedele a quello sentito nell’anime e, se non fosse per la estenuante ripetizione del tema musicale di sottofondo, si difenderebbe abbastanza bene anche grazie al doppiaggio originale giapponese mantenuto.
Conclusioni
Fairy Tail purtroppo è un altro titolo che si aggiunge all’ormai lunga lista di videogiochi ispirati a opere giapponesi decisamente non all’altezza delle aspettative. I fan accaniti di Fairy Tail potrebbero apprezzare la possibilità di controllare i loro personaggi preferiti, ma attenzione che alcuni buchi di trama potrebbero anche fargli storcere il naso. Sommariamente un JRPG a turni con molte feature inserite in maniera raffazzonata e con poco senso, se siete interessati al genere, vi consigliamo di cercate altri titoli. Nei difetti possiamo anche annoverare, purtroppo, una mancata localizzazione in italiano.
Versione Provata: PS4 Pro