L’Inferno è un posto che sappiamo come immaginare, certamente a causa dell’immagine dantesca, ma avete mai pensato a crearne uno vostro? Hell Architect, il nuovo titolo dello studio polacco Woodland Games, parte proprio da questa domanda, e vi trascinerà negli Inferi, solo che questa volta, invece di cercare di farvi fuggire, vi porterà a diventare dei veri e propri “interior designer” dei gironi infernali.
Pubblicato lo scorso 18 Agosto su PC dopo il rilascio di una piccola demo qualche mese fa su Steam e GOG, abbiamo potuto mettere alla prova le nostre capacità manageriali, e siamo diventati dei veri esperti nella creazione del nostro Inferno personale, con tanto di blackjack e squillo di lusso (non è vero, era solo la mia canonica citazione).
Ecco dunque la nostra recensione di Hell Architect!
Per me si va nella città dolente, per me si va nell’etterno dolore…
La citazione ovviamente non poteva che essere presa da una delle opere più magniloquenti dell’intera letteratura mondiale, dato che comunque, a distanza di 700 anni, riesce ancora ad indirizzare il nostro pensiero su quello che è l’aldilà. Ma ovviamente in Hell Architect non ci troveremo né Dante né tantomeno Virgilio ad attenderci. Il nostro obiettivo infatti sarà quello di costruire come detto il nostro Inferno personale, e per farlo ovviamente ci serviremo di diversi mezzi. Prima di tutto ovviamente ci saranno i dannati, che costituiranno la nostra forza lavoro. Questi dovranno essere gestiti sia per quanto riguarda la loro “salute“, ossia dovremo dargli da mangiare e da bere, ma anche in base ai loro “tratti“. Qui sta sicuramente il principale elemento gestionale del titolo, in quanto questi tratti vanno ad influenzare il nostro modo di sfruttare le povere anime: queste potranno essere messe a lavorare, oppure potremo divertirci anche semplicemente a torturarli, per ricavare da loro essenza e sofferenza, che è l’elemento principale del nostro Inferno personale.
I nostri dannati dovranno essere utilizzati per scavare e trovare materiali, ma anche per costruire le diverse strutture che ci serviranno per rendere sempre efficiente il nostro girone. I materiali sono di tre tipi principali: abbiamo la terra, il carbone e il metallo, che sono basilari per qualsivoglia tipo di struttura che possiamo costruire. Nello scavare il terreno però possiamo anche trovare dei materiali rari, che possono essere cristalli verdi o blu, che ci saranno utili per “sbloccare” altre costruzioni da poter mettere nel nostro scenario. Ovviamente sarà possibile, dato il continuo arrivo dei dannati, assegnare ogni nuova anima a diverse mansioni: per esempio potremo sfruttare dei dannati per scavare e reperire materiali, potremo mandare altri dannati direttamente all’interno delle strutture che creeremo per gestirle e farle lavorare al meglio, oppure potremo torturarli, facendogli costruire diversi strumenti di tortura, dentro i quali possono essere mandati a nostra discrezione.
Questo è, in soldoni, il gameplay di Hell Architect, in quanto, trattandosi di un gestionale, non si tratta altro che della ripetizione di questi elementi. Starà a noi creare dei sempre più complessi e articolati gironi infernali, sfruttando sia i materiali che reperiremo negli scenari, che i dannati. Possiamo però dirvi che il titolo presenta due modalità di gioco differenti, che comunque riescono a dare una certa varietà al tutto: abbiamo infatti la modalità sandbox (quindi una vera e propria partita libera) e una sorta di modalità “Campagna“. Questa si articola in 10 scenari (7 più i 3 tutorial), all’interno della quale in pratica dovremo far accrescere sempre di più la nostra fama di architetti infernali, fino ad arrivare a compiacere al meglio il Re degli Inferi. Molto utili e approfonditi, al punto tale da essere considerati veri e propri livelli di gioco, sono i tutorial: questi si dividono in base, intermedio e avanzato. Il primo ci sarà dunque utile per familiarizzare con le meccaniche di gioco e quindi per capire di cosa si tratta, gli altri due invece saranno più specifici, e ci aiuteranno a capire effettivamente come migliorare la gestione del gameplay, e a farci capire le giuste strategie per riuscire a gestire tutto.
Qui arriviamo però alle note dolenti: prima su tutti, la difficoltà di gioco. Diciamo che Hell Architect non sarà assolutamente il gioco più difficile che incontrerete, specie se siete fan di questo genere videoludico. La difficoltà, cosa che si nota soprattutto nella “Campagna”, non è mai eccessiva, e basta davvero poco per riuscire a superare gli ostacoli. La seconda nota dolente, e questa è forse anche più grave, è la presenza di diversi bug impedienti, che vi porteranno a delle difficoltà di gestione: esempio per tutti, qualche volta può capitare che i dannati restino “incastrati” in determinati punti. Questo vi richiederà del lavoro mentale extra per riuscire a risolvere ed aggirare il problema. Altra nota dolente, ma neanche troppo, sono certamente le animazioni: per carità, non ci aspettavamo il top assoluto, ma possiamo dirvi che le animazioni presenti nel gioco sono davvero poche, e alcune anche piuttosto mal realizzate.
Una nota estremamente positiva è invece il comparto grafico. Nonostante la presenza di diversi elementi che possiamo definire al limite dello splatter/gore, lo stile grafico risulta molto grazioso, ma comunque abbondantemente colorato. La grafica è infatti cartoonesca, con personaggi stilizzati, e riesce a dare, nonostante l’ambientazione non sia proprio il massimo della gioia, una sensazione piuttosto chill, che incarna perfettamente lo stile del gioco, che fa molto “plug and play“. Come detto, qualche piccola noia viene dalle animazioni non eccelse, ma per quanto riguarda la grafica siamo rimasti comunque piuttosto soddisfatti. Lo stesso non si può dire per quanto concerne il comparto audio, che è praticamente assente in tutte le sue componenti. Si salva solo il buon doppiaggio inglese: nei tutorial è presente una voce fuori campo che ci parla e ci spiega alcune cose. La presenza di Ben, questo personaggio, viene però intaccata da una traduzione scritta in italiano davvero mal realizzata: in alcuni casi ci sono errori di traduzione, in altri invece questa è assente totalmente, e vengono lasciate le scritte o le indicazioni in lingua originale.
In conclusione
Hell Architect rappresenta un buon prodotto nel ricco mondo dei titoli gestionali, ma profuma anche di forte occasione mancata. Nel senso: il gioco ha del potenziale di intrattenimento piuttosto ampio, ma è minato alla base dalle problematiche che vi abbiamo spiegato in fase di recensione, che vanno comunque ad intaccare l’esperienza complessiva di gioco. Sicuramente è alla fine trascurabile la poca cura nella traduzione italiana, ma una difficoltà mai troppo spinta e alcuni bug importanti che ci sono capitati hanno sicuramente pesato molto sul nostro giudizio complessivo.
Abbiamo però avuto modo di capire le potenzialità del prodotto, che resta comunque un gioco valido, e lo possiamo consigliare a chi si diletta nei titoli gestionali in maniera soft, o anche a chi magari non ha mai giocato un gioco del genere, per iniziare a familiarizzare con la tipologia di produzioni. Sicuramente non è un gioco da consigliare ad un hardcore gamer dei titoli gestionali, che sicuramente può trovare miglior pane per i suoi denti.
Hell Architect è disponibile su PC.