Terrible Posture Games, dopo la più che buona gavetta fatta con Tower of Guns, è tornata con un altro frenetico titolo. Come è stato per il gioco citato, infatti, anche Mothergunship risulta essere un FPS dungeon crawler rogue-lite. Stanze procedurali con nemici procedurali ed una “trama” che congiunge il tutto. Ma questa volta c’è un fattore in più. La possibilità di costruirsi il proprio arsenale come se fossero dei Lego. Ma andiamo con ordine. Seguiteci all’interno di centinaia di navicelle aliene intenti a distruggere tutto ciò che si muove.
Parliamo di trama ma non troppo
Se avete avuto modo di giocare a Tower of Guns vi sarete sicuramente accorti che il fattore trainante dei prodotti della SH non è la trama. E Mothergunship non fa eccezione. Il giocatore viene immediatamente catapultato in una navicella aliena con il solo scopo di distruggerla. Tutorial più semplice non può esistere. Voi siete il solito “novellino” che ha il compito di salvare la Terra. Alla fine della campagna si scoprirà che c’è molto di più di questo, ma resta il fatto che il comparto narrativo si può considerare terziario. Dovrete semplicemente farvi largo nelle varie stanze delle navi spaziali per arrivare al nucleo e premere il grosso bottone rosso che innescherà l’autodistruzione. Nel mentre vi potrete divertire a costruire le bocche da fuoco più folli per disintegrare dei robot assassini.
Non c’è molto altro da dire, se non che, finita ogni missioni, otterrete tutto l’equipaggiamento comprato e tornete all’hub, pronti per un’altra scampagnata a suon di distruzione. Molto semplice, molto intuitivo, abbastanza divertente, ma molto ripetitivo. Finita la “campagna principale” ci sarà un twist, il quale servirà semplicemente per giustificare il fatto che potrete continuare a fare irruzione nelle varie astronavi. Sono presenti anche delle navi secondarie ed una modalità “infinita”, ma la ripetitività di stanze e nemici non vi invoglierà a completarle.
Vuoi un mitragliatore-lanciagranate-laser-bazooka? COSTRUISCITELO!
Come detto in apertura del pezzo il punto forte di Mothergunship è la possibilità di costruire le armi. Avrete un vero e proprio arsenale di mattoncini Lego da poter unire per creare i mostri più assurdi. Le componenti si dividono in tre sezioni: le connessioni, i potenziamenti e le bocche da fuoco. I primo servono per poter connettere (come dice il nome) varie parti. Esistono connettori con un solo slot, altri con due, tre o cinque. Ne esistoni di piccoli, medi e grandi ognuno utile a modo suo. Ci saranno quelli a “fidget spinner”, quelli ad ovale, alcuni in verticale e altri in orizzontale. Tutto è utile, anche il più piccolo pezzo. I potenziamenti servono come le “mod” di Warframe. Aumentano la percentuale di danno a discapito della precisione, il numero di proiettili lanciati contemporaneamente ma con un rinculo incotrollabile e così via. Non pensiate siano secondari però. Quelli più rari (di colore viola) risulteranno vitali nelle missioni avanzate o nelle quest secondarie più toste. Infine ci sono le armi. Passiamo da normali fucili a mitargliatrici, da lanciarazzi a lancia palle chiodate, da laser continui a seghe circolari. Tutte sono disponibili nella versione comune (bianca), rara (verde) ed epica (viola). Ogni bocca avrà il proprio danno, riculo, dispersione dei proiettili e consumerà una certa quantità di energia.
Il vostro HUD sarà composto da una barra verde (la vita), una blu (l’energia) ed in alto a destra la quantità di salti che potete fare. Un bazooka farà sicuramente più danni di un laser, ma sparerà meno frequentemente e consumerà più energia. Pensate di costruire un’arma che unisce un bazooka ed un lanciagranate? Avrete sicuramente una potenza di fuoco enorme, ma ad ogni 2/3 spari dovrete aspettare che l’energia si ricarchi. Per fortuna che avete due mani, quindi. Infatti potrete costruire due armi differenti e utilizzarle contemporaneamente, una nella mano destra ed una nella sinistra. Attenti a non morire in missione però. Pena la perdita di ogni oggetto che avrete portato con voi e di quello che avete acquistato negli shop. Se invece riuscirete a portare a termine la missione ogni vostro acquisto si aggiungerà al vostro arsenale disponibile.
E’ presente anche una minuscola parte da gioco di ruolo. Ad ogni uccisione guadagnerete un po’ di esperienza (che viverrà aggiunta solo alla morte o al completamento della quest). Ogni livello in più vi consentirà di aggiungere un nucleo alla vostra tuta potendo aumentare vari parametri. Dalla vita massima, all’energia massima, dal numero di salti iniziali, alla percentuale di rilevamento di un segreto. Ogni livello vi aiuterà un pochino, quindi ricordatevi di gestire bene i vostri nuclei.
Parliamo un secondo della grafica
Mothergunship non è un gioiello da vedere. E’ sicuramente godibile, ma non stiamo parlando di certo di un’ottima grafica. Anche l’ottimizzazione non è perfetta, ma confido nella buona volontà dei ragazzi di Terrible Posture. Alcuni asset, soprattutto dei nemici, sono riutilizzati da Tower of Guns, ma si può pensare che sia voluto. Peccato però che, in 10 missioni principali utili a completare la campagna, si vedano più e più volte gli stessi avversari e le stesse stanze. Non pensate neanche per un secondo ad un The Binding of Isaac per esempio. Siamo lontani anni luce. Buone le musiche, accattivanti e cattive al punto giusto. Buona anche la localizzazione in italiano, ma presente solo a metà. Capiterà di trovare descrizioni di missioni in inglese o anche dei dialoghi interi.
Un vero peccato il costo. 25€ sullo store PlayStation sono tanti per un indie che non innova e che non presenta una longevità così elevata. O meglio la presenterebbe, ma la ripetitività vi terrà il più lontani possibili. Perché sicuramente è bello creare il proprio arsenale, ma se trovi la combinazione giusta per distruggere ogni nemico perché cambiare? Il titolo è disponibile su PC, PS4 e Xbox One.
In conclusione Mothergunship è un titolo valido. Un buon FPS frenetico con elementi rogue-lite ed una base da dungeon crawler. Ma la ripetitività delle stanze e dei nemici, il prezzo non troppo accattivante, ed un comparto tecnico sufficiente (per non parlare della trama che, seppur terziaria, si può considerare inesistente) non lo qualificano come titolo consigliato.
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