“Un bambino di nome Isaac vive con la mamma. Tutto sembra andare bene finché un bel giorno il Dio parla alla madre dicendole: “Tuo figlio è l’Anticristo. DEVI ucciderlo!”e lei, senza pensarci due volte, obbedisce alla divina richiesta. Accortosi del meschino obiettivo della donna, Isaac fugge in cantina, dove trova un mondo di mostri aberranti che deve affrontare se non vuole cadere nelle mani della
mamma/assassina”. Questi sono i presupposti della trama di The Binding of Isaac.
Una trama piuttosto blanda, che tuttavia non va a influire negativamente sulla riuscita di questo fantastico gioco rogue-like.
Ma osserviamo più da vicino le meccaniche del gioco.
(vedete quel bambino al centro? Quelli siete voi alla quarantesima partita di
fila!)
Dura la vita della vittima sacrificale!
All’inizio della nostra avventura ci ritroveremo catapultati nella cantina in cui ci eravamo rifugiati per sfuggire dalla Mamma, ricordate?
Non c’è tutorial, ma solo indicazioni generali su come comandare il nostro personaggio. Niente paura, i comandi sono piuttosto semplici e intuitivi: basterà fare un minimo di pratica e ne prenderemo subito il pieno controllo. La nostra arma principale sono le… lacrime. No, non sto scherzando.
Le lanceremo direttamente dagli occhi, a mo di proiettile, per uccidere i nemici presenti in ogni stanza.
Andando avanti nel gioco potremo potenziarle, trovando vari power-up che sono nascosti nei vari livelli. Questi power-up serviranno (oltre che a potenziare le nostre lacrime in vari modi) a darci una mano a superare i livelli, mentre procediamo sempre più a fondo nella cantina.
Una delle cose più interessanti di The Binding of Isaac è che il numero di power-up: è veramente ENORME, tanto che risulta quasi impossibile fare una partita uguale all’altra.
(i power-up vi modificheranno anche in modo estetico dandovi un sex
appeal…Particolare)
Ehi ma questo posto è diverso da come lo ricordavo!
Ci sono almeno un altro paio di caratteristiche molto importanti di questo gioco: come ogni rogue-like che si rispetti, una volta morti, il personaggio è perso, andato, CAPUT, e non c’è alcun modo di recuperarlo. L’unico modo per continuare a giocare è cominciare una nuova partita. Ma non vi demoralizzate, anche questo è il bello del gioco!
E qui veniamo alla seconda caratteristica chiave…Ogni volta che perdiamo e iniziamo una nuova partita, la mappa cambia: questo gioco
sviluppa i dungeon casualmente.
Ad ogni partita, quindi, i luoghi chiave (come ad esempio la stanza del Boss o il luogo dove si trova il power-up) saranno riassegnati in modo diverso e casuale e non potremo far altro che esplorare tutto da capo.
(alcuni boss di isaac sono veramente iconici!)
Retro vision e non solo!
La colonna sonora di TBoI è piuttosto ripetitiva, ma senza mai cadere nello stressante e ci accompagnerà per tutte le nostre innumerevoli avventure. La grafica è in 2D, ma molto ben curata… Un piccolo excursus nel passato per tutti i nostalgici cresciuti in con i giochi a 8-bit.
Il gioco non è totalmente esente da bug, ma nulla che possa compromettere la godibilità delle nostre partite. La difficoltà è ben calibrata, anche se per molti resterà un gioco difficile.
Interessanti sono le innumerevoli citazioni prese un po’ qui e un po’ lì tra letteratura (Loovercraft) leggende, famosi rimandi a vecchi giochi da tavolo, video ‘particolari’ e famosi della rete…Insomma, dettagli che vi strapperanno un sorriso in più di un’occasione.