NBA 2K20 è stato al centro di una grossa bufera nelle ultime settimane prima del suo arrivo ufficiale sugli scaffali e store digitali. In un mondo in cui i governi puniscono le loot boxe e i consumatori denunciano apertamente i loschi meccanismi di monetizzazione nei videogiochi, il nuovissimo titolo sportivo di 2K ha debuttato con un trailer che mostrava palesemente una meccanica in stile slot-machine, una mossa che può essere paragonata ad avere “Firestarter” dei The Prodigy come colonna sonora di un documentario sulla foresta pluviale amazzonica.
Così, con il passare dei giorni, la domanda principale che ogni giocatore si è posto era: 2K Games avrebbe cercato di rimediare alla questione dopo lo scandalo o queste meccaniche avrebbero influenzato negativamente il gioco? Scopriamolo assieme.
Penso che dovrei iniziare dicendo che, come gioco di pallacanestro, NBA 2K20 è sicuramente un ottimo titolo. Non è davvero una sorpresa, dato che il franchise non avrebbe surclassato in termini di vendite NBA Live, anno dopo anno, se non avesse avuto un ottimo gameplay. In questa ultima iterazione ci sono importanti cambiamenti rispetto agli due anni.
All’inizio l’ho trovato quasi scoraggiante. La difesa è sicuramente più impegnativa, poiché la velocità del gioco è molto alta e tenere premuto il grilletto sinistro non significa necessariamente che rimarrete di fronte al vostro avversario. Quindi è molto importante allenarsi nella parte difensiva. Quest’anno rende il gameplay un po’ meno “appiccicoso” durante le collisioni e più fluido, sia nelle fasi offensive che in quelle difensive. Sicuramente è anche un po’ più complicato e simulativo rispetto a quello della controparte EA, ma non è nulla a cui non ci si può abituare facendo un po’ di pratica e giocando alcune partite veloci. Non è completamente diverso comunque dalle precedenti iterazioni, quindi per quelli che acquistano il gioco su base annuale non dovrebbero esserci problemi.
È semplicemente impressionante guardare l’IA mentre cerca di fare punti. Ogni squadra si comporta proprio come le loro controparti nella vita reale. Ci vorrà del tempo per imparare a fare la stessa cosa, ma mettersi a proprio agio con il pick and roll ed eseguire alcune giocate di base è sicuramente un buon inizio.
Tra i notevoli miglioramenti, ora ci sono 27 diversi tipi di giocatori (guardie specializzate nei tiri da tre punti, playmaker smista palloni, ecc), che aggiungono un po’ di personalità ed eliminano la sensazione di uniformità. I movimenti della levetta sinistra sono più efficaci anche da soli, anche senza doverli combinare con altri tasti del controller per ottenere determinati movimenti.
Il più grande cambiamento, tuttavia, ha a che fare con l’uso del turbo, che ora è più limitato. Invece di essere essenzialmente il movimento predefinito, è invece ora necessario usarlo con più parsimonia e selettivamente. Ciò si traduce in varie mosse e colpi che sono molto più efficaci e una migliore differenziazione dei giocatori in base a stazza e velocità.
Il gameplay della serie non ha mai richiesto degli interventi drastici causati da problemi importanti. Invece, come ogni anno, sono stati forniti preziosi miglioramenti che saranno apprezzati da coloro che scavano in profondità e sanno come utilizzare tutti gli strumenti disponibili.
Quando si tratta del reparto tecnico e visivo, NBA 2K20 è semplicemente spettacolare. È un gioco visivamente sbalorditivo che riesce a mantenere un alto livello di qualità visiva e dettagli senza compromettere in alcun modo l’ alto framerate. Inoltre penso che, tra tutti i giochi sportivi, quelli della pallacanestro sono i più difficili da fare visivamente e tecnicamente. I giocatori di baseball sono relativamente statici, titoli come il golf e il tennis sono più legati al movimento della palla rispetto ai giocatori stessi, i giocatori di hockey e NFL sono resi voluminosi e generici attraverso la loro imbottitura e le uniformi. Solo i giocatori di calcio hanno davvero lo stesso livello di visibilità dei giocatori di basket con le loro maglie e pantaloncini, ma ci sono così tante collisioni e movimenti possibili su un campo da basket che le animazioni hanno un ruolo fondamentale per la buona riuscita di un prodotto basato sul baketball. Complimenti al team di sviluppo di NBA 2K20 per aver reso la stragrande maggioranza di queste interazioni un aspetto più accurato che mai.
Anche il reparto audio è davvero fantastico, con una buona narrazione in-game (anche se potrei vivere senza i commentatori che parlano di quanto sia buono Gatorade) e rumori credibili della folla. La raccolta di tracce musicali in questo titolo poteva esser meglio realizzata. Non è del tutto negativa sia chiaro, ma credo che avrebbero potuto aggiungere una maggiore varietà di canzoni, dato che una buona percentuale della scaletta è composto da melodie trap, con la presenza di una sola canzone rock (“Live Wire” di Motley Crue). Avrebbero dovuto aggiungere più canzoni rock e hip-hop tradizionali. Sicuramente non avrebbe guastato, però magari è questione solamente di gusti personali.
Come sempre, la modalità “La Mia Carriera” è la modalità di punta di NBA 2K20. Potete creare il vostro personaggio ideale, con la possibilità di ricreare il vostro volto sull’ avatar virtuale con l’aiuto dell’app per dispositivi mobile NBA 2K20 e poi prendere parte ad una classica storia del perdente, anche se con qualche trovata carina e motivazioni sociali. Ha molte più cutscene di quanto avrei mai potuto immaginare da un gioco come questo. Nei vari trailer rilasciati si è venuto a conoscenza che la modalità MyCareer di NBA 2K20 avrebbe incluso celebrità come Idris Elba, Rosario Dawson, Ernie Hudson, Scottie Pippen e, per qualche ragione, anche Mark Cuban. Considerando quanto questa modalità sia stata inizialmente poco incisiva in tal senso, è sembrata inizialmente una grande aggiunta, ma ci sono alcuni problemi con la sua implementazione.
Quelle celebrità non si fanno vedere per più di cinque minuti e la modalità stessa sarà ricca di storia fino alla fine della NBA Summer League. Dopodiché, tornerà alla monotonia tipica della modalità, con qualche scena di intermezzo e celebrità ogni tanto. È un peccato, perché la storia era in realtà abbastanza buona, tutto sommato. L’unica cosa che mi ha infastidito sono stati i cameo forzati di alcuni giocatori della NBA. Posso tranquillamente dire che non hanno un futuro brillante nell’industria cinematografica.
Il cosidetto “grinding”, quel buon vecchio e spregevole sistema di progressione, è presente anche in quest’ultimo capitolo. Alla fine di ogni partita infatti guadagnerete un po’ di “virtual currency” (o VC, il peggior nome per una microtransazione di sempre), a seconda del vostro stipendio, dello stato all’interno della squadra e degli sponsor. Devo dare loro credito a 2K Games per aver reso il sistema di progressione un po’ meno fastidioso rispetto agli anni precedenti. Ogni partita mi ha fatto ottenere abbastanza denaro da investire in media per ottenere due a tre punti statici. È un po’ meno odioso e più permissivo rispetto agli anni precedenti, ma è ancora qui.
Trasforma quella che avrebbe potuto essere la storia di un giocatore che migliorava, partita dopo partita, grazie alla sua bravure ed abilità in una storia di “se ve lo potete permettere, allora potete procurarvi alcuni aggiornamenti”. Sembra quasi un doping virtuale in alcuni punti, considerando che puoi persino acquistare booster che migliorano le vostre giocate. A proposito, i controlli ed i movimenti del vostro giocatore nel Vicinato sono più lenti e fastidiosi che mai.
Questo è ciò che mi ha infastidito di più. NBA 2K20 non ha imparato dalle recenti polemiche dei videogiochi che hanno introdotto dei sistemi di progressione e di microtransazioni di questo genere. Molte modalità sono disseminate di costose microtransazioni. Ad un certo punto nella modalità MyCareer, sono stato criticato dalla stampa a causa dei vestiti che indossavo. Mi sono quindi precipitato nel negozio di vestiti del Vicinato (sì, ce n’è uno) per cercare un vestito migliore per il mio giocatore. Il costo per una semplice combinazione di abito, pantaloni e scarpe? Settemila VC, che possono essere tradotti in circa sette partite con uno stipendio base in gioco (sei se si è riusciti a ottenere una valutazione di A in tutti i match), dieci partite in modalità di gioco rapido o circa 3,00 euro di soldi reali. Ho avuto la sensazione che in alcuni punti il gioco mi spingesse psicologicamente a spendere un po’ di VC in modi abbastanza futili e secondari. MyTeam invece è come qualsiasi altra modalità Ultimate Team dei titoli EA Sports (come quella di FIFA), completa di tutte le funzionalità di gioco e le microtransazioni che ci si potrebbe aspettare da una modalità come questa.
Vorrei anche sottolineare l’inclusione di tutti i giocatori e le squadre della WNBA, ma proprio come le squadre femminili in FIFA, non c’è molto che potete fare con loro. Avete la possibilità di giocare con loro nelle partite veloci o nella modalità La Mia Carriera, anche se ti tratta di una versione molto più limitata della controparte maschile. Capisco che la WNBA non è molto popolare (come il calcio femminile in Italia), ma penso anche che avrebbero potuto fare qualcosa di più con la licenza.
NBA 2K20 è la perfetta rappresentazione del “è un ottimo titolo, ma…”. È divertente giocare una partita veloce, ma sei è costretti a sopportare lunghi tempi di caricamento. È bello avere team WNBA a vostra disposizione, ma ci sono solo alcune modalità disponibili per loro. È fantastico vedere attori famosi come Idris Elba e Rosario Dawson nella modalità storia, ma probabilmente hanno una mezza dozzina di dialoghi ciascuno. È comunque bello giocare come te stesso nella modalità La Mia Carriera, ma la modalità è ostacolata da problemi di progressione e un’attenzione terribile alla monetizzazione.
Tutto sommato NBA 2K20 è un ottimo gioco sportivo, ma pecca profondamente nell’ imposizione di pressanti microtransazione ed eccessivo grinding.