Come anticipato nella nostra recensione, Predator: Hunting Grounds è un prodotto afflitto da gravi problemi tecnici, capaci di rovinare l’intera esperienza di gioco. Lo sviluppatore IIIFonic non poteva quindi che correre ai ripari con la patch 1.05 (rilasciata durante la giornata di ieri) che applica alcune piccole correzioni ai numerosi difetti riscontrati nel titolo. In primis il matchmaking è divenuto più rapido per quanto riguarda la fazione dei soldati, mentre presenta ancora tempi d’attesa lunghissimi (dai 5 ai 10 minuti) per vestire i panni dell’alieno. Gli elementi sbloccati e “da visionare” non dovrebbero più figurare in modo permanente nel menù di personalizzazione. Un fix che di fatto non funziona visto che vi basterà selezionare un oggetto nuovo per fare “riaccendere” quelli vecchi (anche se equipaggiati) al termine della sessione successiva.
Il bug che favoriva il blocco di alcune missioni a causa della scomparsa dell’obiettivo dovrebbe essere stato eliminato, con l’apparizione dello stesso con un paio di minuti di ritardo. I mob gestiti della CPU nelle partite private dovrebbero finalmente reagire agli spari e ai suoni. Infine il Predator avrà la possibilità di bloccare il suo bersaglio con la visione termica, senza poterne intercettare le comunicazioni a centinaia di metri di distanza. Nell’attesa di importanti migliorie dedicate al motore grafico, vi ricordiamo che Predator: Hunting Grounds è disponibile su PlayStation 4 e PC.