L’annuncio dell’arrivo della versione console di Stranded Deep è arrivato dal nulla pochi giorni fa, e devo dire che ha scatenato praticamente subito la mia curiosità. Il titolo di Beam Team è stato pubblicato nel lontano 2015 su PC, ed ha ricevuto il canonico trattamento dell’Early Access, una vera e propria fonte di titoli survival.
Ho avuto modo, lo scorso anno, quando è arrivato su console, di provare The Forest, e questo Stranded Deep mi sembrava qualcosa di molto simile, anche se si tratta di un survival nudo e crudo, in cui non bisogna fuggire da nessun mostro e non c’è una vera e propria trama.
Il team ci ha fornito il modo di provare il gioco su PS4 base, e quindi, senza indugio, mi sono lanciato all’avventura per sopravvivere!
Il gameplay
Stranded Deep è il più classico dei survival games, nei quali ci troveremo partendo praticamente da zero, senza nessun equipaggiamento, a tentare di sopravvivere. In questo caso l’unico elemento di trama è derivante dal fatto che il nostro personaggio si trova vittima di uno schianto aereo, che avviene praticamente sopra ad un grande arcipelago tropicale. L’unica missione obbligatoria sarà quella di raggiungere la zattera di salvataggio, che sarà anche il nostro mezzo per muoverci tra un’isola e l’altra.
Il primo isolotto che troveremo ci introdurrà al mondo di gioco, e quindi ai primi materiali fondamentali da dover craftare per iniziare la nostra avventura. Chiaramente è fondamentale il sistema di crafting, che in questo caso è molto particolare e apprezzabile: per craftare materiali non dobbiamo necessariamente averli nell’inventario, ma possiamo essere anche nelle vicinanze degli elementi che ci servono per creare ciò che vogliamo. Questo è un sistema molto interessante ed utile, dato che il nostro inventario è estremamente limitato, specie nelle prime fasi.
Tutto questo è chiaramente finalizzato alla nostra sopravvivenza: è di cruciale importanza ricordarsi di utilizzare spesso il tasto triangolo, che ci farà accedere al nostro orologio, che ci segnalerà l’andamento dei nostri parametri vitali, insieme anche ovviamente all’ora e, cosa importante, alla temperatura: se il nostro personaggio sarà accaldato, avrà problemi ulteriori per poter sopravvivere.
Quello che vi ho appena descritto dunque sembrerebbe un mondo in cui non succede nulla, ma dove possiamo diventare dei semplici Robinson Crusoe e quindi dover pensare solo a non morire di caldo, fame e sete. In realtà non è assolutamente così, perché ovviamente ci sono anche molte minacce a livello ambientale. Negli spostamenti tra le isole dobbiamo essere molto attenti, per evitare di essere attaccati dagli squali. Una particolarità del titolo è quella infatti che i fondali marini sono esplorabili, e trovarsi ad affrontare uno squalo senza i giusti strumenti potrebbe essere letale. Stesso discorso vale mentre esploriamo le isole, dove ci imbatteremo in serpenti, cinghiali e molti altri animali, che ovviamente non prenderanno bene la nostra presenza e vi attaccheranno. Perciò ricordatevi sempre di tenere qualche arma pronta per combattere, ponendo attenzione: le armi si consumano e dopo un po’ si rompono.
Quindi, Stranded Deep si presenta come un titolo in cui in ogni angolo (a rischio che non ci finiate incastrati dentro) si cela un pericolo. Ma arriviamo adesso a quello che più ci interessa, ossia come si comporta il gioco pad alla mano. Il gameplay è abbastanza semplice, pochi comandi che sono facilmente governabili, ma la cosa più importante e difficile da gestire è sicuramente l’inventario. Le armi possono essere richiamate per mezzo di un menù di scelta rapida, e questa funzione è molto utile, specie nelle situazioni più concitate. Per accedere a questo menu dovrete usare la croce direzionale. Per il resto il gameplay non spicca certo perché inserisce qualche novità clamorosa per il genere, ma alla fine il titolo si lascia giocare senza problemi. O meglio, quanto meno a livello di gameplay…
Il comparto tecnico
E sì, il vero problema di Stranded Deep è il comparto grafico. Il titolo gira sul motore grafico Unity, ma in questo caso i problemi sono molti. Innanzitutto, la qualità delle texture non è sempre di livello molto alto, ma soprattutto, e questo aspetto incide anche sul gameplay, molte volte ci è capitato di trovare oggetti che si compenetrano nel terreno, il nostro personaggio che si “incastra” negli angoli dei cespugli, oppure la zattera che si incastra negli scogli anche stando qualche metro lontano da questi. Il tutto è poi unito ad una prestazione grafica semplicemente troppo scarsa: i 30 FPS, quanto meno su PS4 base, difficilmente si mantengono, e basta girarsi di scatto un paio di volte per ritrovarsi o con un calo di frame o con freeze di qualche istante. Il titolo non è di certo Devil May Cry, dove il ritmo è frenetico, ma comunque sono situazioni che macchiano in maniera importante l’esperienza di gioco.
Per quanto riguarda il comparto audio, non possiamo di certo gridare al miracolo, ma alla fine, nel complesso, le musiche ci stanno e fanno da accompagnamento in maniera corretta. L’unica cosa da segnalare è qualche rumore ambientale forse campionato non in maniera eccelsa: accendendo un fuoco da campo e mettendoci un pezzo di carne a cuocere, il rumore prodotto dalla carne che cuoce si sente davvero troppo forte, e stesso vale per il crepitio delle fiamme. Si tratta certamente di aspetti molto marginali, ma ripeto, si tratta di piccoli dettagli che danno fastidio nell’esperienza di gioco globale, che comunque resta sufficientemente godibile.
In conclusione
Stranded Deep, come detto, resta un titolo godibile, se ci si concentra sul gameplay, che è stato ottimizzato molto bene nel passaggio dalla versione PC a quella console. Lo stesso non si può dire per quanto riguarda il comparto tecnico, ed è questo forse l’aspetto su cui Beam Team dovrà concentrarsi nel dare supporto al gioco. L’esperienza è lunga e completa se vi lasciate trasportare, e la scelta di non aver messo il multiplayer, dedicandosi ad un’esperienza solo singleplayer, lo rende un gioco sicuramente diverso da molti altri simili nel suo genere.
Inoltre poi il prezzo del gioco è estremamente concorrenziale, dato che è stato lanciato a soli 19,99€, rendendolo un titolo molto appetibile per i fan del genere survival, ma anche per chi non ha mai provato un gioco del genere.