Possiamo capire il vostro sguardo tra l’esterrefatto, il dubbioso e il divertito nel leggere il titolo del gioco che ci apprestiamo a raccontarvi. Ve lo anticipiamo subito, non c’è in ballo alcun tipo di “edutainment”, gamification o altri “nobili” valori intrinseci nel lavoro sviluppato dal tedesco Amir Matouk, originario di Damasco che porta nel suo sangue un po’ delle radici di un popolo antico e le cui vicissitudini delle origini sono state anche narrate nei libri della religione cristiana. Non vi è però alcun riferimento alla fede in sé nel suo The Secrets of Jesus, un’irriverente graphic novel punta-e-clicca che non ci saremmo aspettati, sbarcata su Steam il 7 novembre.
E il terzo giorno non resuscitò
Nel proporre un lavoro del genere, considerandone le tematiche e la fonte da cui si è abbeverato lo sviluppatore, il rischio di blasfemia è sempre dietro l’angolo, soprattutto in un territorio ancora piuttosto legato alla Chiesa e alla cultura Cattolica come lo è il nostro Paese. Fortuna vuole che si tratti di un titolo piuttosto nascosto nelle pieghe dell’infinita libreria di Steam e che, come è ovvio che fosse, è stato possibile creare e realizzare in una nazione dove le relazioni e le dinamiche non sono così stringenti e di difficile gestione come lo è l’Italia. Ma di cosa parla questo titolo? “Di Gesù” non è una risposta così ovvia; la risposta vera è “Sono davvero così segreti, i segreti di Gesù?”. Scopriamo allora la versione di Matouk a quanto accaduto in seguito alla crocifissione del Figlio di Dio, eventi che non sono stati troppo indagati dalla cultura cristiana tradizionale (del resto, dopo la Pasqua, la ricorrenza più nota è il Ferragosto, ossia l’Ascensione di Maria, ma qui il soggetto cambia).
La storia inizia in realtà ai giorni nostri, con un ragazzo qualunque, impegnato in una pesca poco fruttifera e ormai rassegnato a dover mangiare di nuovo pizza per poter tirare a campare in qualche modo. Proprio quando chiede aiuto invocando a gran voce Dio e Gesù Cristo, arriva miracolosamente una bottiglia contro il fianco della sua barca. All’interno, vi trova un foglio, che racconta proprio la storia che andremo a vivere attraverso il gioco e che ci farà tornare proprio nel 33 d.C., esattamente subito dopo la crocifissione. Secondo questa versione dei fatti, Gesù non sarebbe morto in croce; Egli stesso sostiene che la morte lo avrebbe condotto alla resurrezione, che non sarebbe invece avvenuta. Infatti vediamo per la prima volta il nostro protagonista uscire non dal sepolcro, facendo rotolare la grande pietra posta all’ingresso, ma mentre esce di casa, dirigendosi verso casa di Maria Maddalena, l’unica con la quale desidera trascorrere il resto della sua vita e scappare da quel luogo ormai chiaramente pericoloso.
Destinazione Paradiso?
Sì, ma dove andare? Destinazione: India. Perché? Pare essere il luogo di nascita di Gesù, dove ha anche vissuto per anni e anni (davvero?) prima di trasferirsi in una località non altrettanto amena. La storia che andiamo a scoprire è quella di un Salvatore piuttosto allegro, ancora un po’ confuso (chi non lo sarebbe dopo aver scampato una crocifissione?) e desideroso di levare le tende con la sola donna rimasta al suo fianco. Anche in questa versione, la Maddalena è effettivamente la prima persona a vedere Cristo, non in seguito alla risurrezione dunque, ma semplicemente sopravvissuto per miracolo alla crocifissione. Ora però devono scappare, prima che i Romani li ritrovino e le cose si complichino.
Che ci fosse una relazione stretta tra le due figure non è affatto un mistero, né blasfemia: si parla addirittura in alcuni testi che Gesù avesse sposato Maria Maddalena e avesse anche avuto dei figli con lei. Andando però oltre questi dettagli, il gioco che abbiamo per le mani è piuttosto ironico, dal tone-of-voice spigliato, autoironico e in grado di rasentare un po’ la blasfemia, ma mai del tutto fuori luogo. Lo ammettiamo, Gesù aveva un certo piglio nel suo modo di fare, predicava in modo deciso, ma forse non era nelle sue corde dire a una prostituta: “Se nessuno ti ha condannato finora, non lo farò io, dunque continua a vivere la tua vita nel peccato!“.
“Se questo gioco ti scandalizza, gettalo via”
Se quindi viviamo una rivisitazione piuttosto originale del tema religioso, lo sviluppatore è riuscito a ingaggiarci soprattutto per via della curiosità che ci ha spinti ad andare avanti per scoprire come andasse a finire la storia, tra una linea di dialogo e l’altra. Il nostro scopo non sarà altro che seguire le indicazioni, muoverci tra una schermata bidimensionale e l’altra, e cliccare su icone e opzioni dialogiche. Inutile dire che il cursore avrà la forma di una croce, o di un’icona di Gesù, a seconda dei momenti. Il vero obiettivo ai fini del gioco sarà quello di sbloccare 17 croci, ottenute le quali saremo liberi da ogni peccato. Sarà interessante riscoprire sia alcune citazioni correttamente riportate dalle Sacre Scritture, sia altri episodi della vita di Cristo che non sono esattamente in linea con quanto sappiamo; ad esempio, Egli stesso sosterrà di non aver trasformato l’acqua in vino, di aver vissuto a lungo in India ed essere stato a sua volta discepolo di Buddha. Per questo motivo, sarebbe stato scelto da Dio per diventare incarnazione del Suo Verbo in terra.
Una cosa è certa: se l‘ambientazione a livello grafico non è ad altissimi livelli e ci dovremo accontentare di un panorama abbastanza scarno e semplice, così come la colonna sonora, il vero punto di forza sono i dialoghi. Tutto ruota attorno ad essi, per quanto siano a loro volta resi graficamente con un carattere abbastanza in disuso nei videogiochi, un tratto che ancora una volta gioca a favore di un sentimento abbastanza dissonante nei confronti di questo gioco. Come se non bastasse, qualsiasi tasto della tastiera ha la stessa valenza in fase di dialogo: anche per cercare di selezionare il menu e uscire dal gioco, nemmeno il tasto Esc ci sarà di aiuto, poiché farà avanzare il discorso a sua volta. Una serie di difficoltà e “povertà” tecniche che si tenta di nascondere focalizzandosi nettamente sulla storia e sui discorsi tra i personaggi, ricreati uno dopo l’altro con una cura decisa – a volte eccessiva – ma sempre con quella vena di black humor che a volte risulta eccessiva, ridondante e farraginosa.
Insomma, una rivisitazione che non sappiamo ben inquadrare e che è aperta a diverse reazioni, ma come abbiamo più volte ribadito, si tratta di un titolo davvero particolare e che ci ha lasciati perplessi per via di come è stato trattato il tema. Davvero non sappiamo bene se apprezzarlo per il suo tentativo distonico e ironico di affrontare e rivisitare la vita di Gesù in maniera così decisa, andando a ribaltarne le caratteristiche fino alle sue basi, o se cassarlo decisamente; è pur vero che ci sono degli scivoloni nella reinterpretazione della storia, variazioni sul tema un po’ troppo esagerate e che avrebbero potuto essere più credibili se riferite a un momento successivo la crocifissione. Le tappe principali della vita di Cristo le conosciamo tutti, bene o male, e riscriverle cambiando di netto le carte in tavola non è stato un compito forse lecito e ben svolto, ma è pur vero che, soprattutto quando si tratta di credenze religiose, ognuno ha la propria sensibilità; lasciamo ora ai giocatori l’ardua sentenza.
4 commenti
Hai suonato per un’ora e poi hai scritto la recensione? È un peccato e insolenza : ( Scommetto che non hai nemmeno giocato in città. Il gioco inizia in città. Ci sono molte storie e molti segreti e molti enigmi. Non hai menzionato i puzzle. La fine del gioco è scioccante e contraddice totalmente la recensione. Per favore, gioca fino alla fine.
Grafica scadente. Ok, ma sono un odontotecnico.
Hello dear Amir,
Maybe it is better to switch to English so as to make things easier for both of us.
First of all, it’s always important to accept opinions and to talk about them in a constructive way, for both sides to see others’ opinions.
Next, how can you say that a game has not been played? You are doubtful about my job when you don’t know it, only because the review is not positive.
It is a chance to make games better next time, above all because it’s not your main job.
So please, accept our culture and our perception of religious beliefs and themes. This is a topic quite sensible to face and it’s a cultural fact, deal with it please
I accept your culture and our perception of religious beliefs and themes because I was born a Christian and my whole family is christian. I didnt say that my game has not been played, I said, you played it maybe for an hour and my game takes 8-12 hours. I am sure you were not in town and you did not see the end, otherwise the review would have been completely different. Ok maybe it would stay 5.8 (it’s only your opinion) but you would explain my game better. It’s a point and click adventure game, it consists of puzzels, and you did’nt mention them at all, and music? Not fair. I insist that you play it to the end. You dont have to change the review, and you can do it 1 or 0 voto, it’s ok to me. I did my best and I am happy.
@It is a chance to make games better next time@ I will try if you finish The Secrets of Jesus : D and then tell me ur opinion about the whole game, especially the end. It’s not about the review, it’s about YOU.
Cheers
Dear Amir,
please consider that our revieews are not intended to provide any spoiler to users, otherwise there would be less chance that they actually play the game.
We only have to provide a general opinion without giving too many details on the game, anyway, since it doesn’t take that long, I played it.
Just to give you an example, I have been able to play and review Death Stranding without spoiling it and playing it till the end (obviously not completing the whole game 100%, but still), so why shouldn’t I have complete yours?
Best regards