Call Of Duty: Black Ops Cold War lo si può definire come un importante ritorno al passato per la parte della saga sviluppata da Treyarch, dopo la svolta “futuristica” data alla serie con Black Ops III e Black Ops IIII. La serie sparatutto, con il precedente Modern Warfare e la sua modalità battle-royale gratuita Warzone, ha semplicemente “spaccato” il mondo videoludico, creando un prodotto che ha raggiunto comunque vette molto importanti ed un successo globale. Call Of Duty: Black Ops Cold War ha il gravoso compito di arrivare immediatamente dopo, e possiamo dirvi già da ora che ha compiuto alla grande il suo compito, puntando su un qualcosa di più “classico”, ma con un gameplay solido e ben strutturato, come vedremo nel corso di questa recensione.
Abbiamo avuto modo di provare Call Of Duty: Black Ops Cold War su PS4 base.
Torna la campagna, ed è un gran bel vedere
Call Of Duty: Black Ops IIII, come certamente ricorderete, è stato uno dei pochi prodotti della serie a non avere una campagna single player. Nel caso però di Call Of Duty: Black Ops Cold War anche questa modalità è tornata, ed è stato un elemento che ci ha fatto davvero piacere di ritrovare. Treyarch ha collaborato con Raven Software per l’elaborazione e lo sviluppo di questa nuova campagna, che, senza addentrarci troppo nella trama, onde evitare spoiler, vi diciamo che sarà in grado di tenervi incollati per molto tempo.
La storia ovviamente è ambientata nelle fasi cruciali della Guerra Fredda, tra vari flashback e vari salti temporali (alcuni anche in luoghi storici della serie, con personaggi altrettanto iconici). Il “presente” della campagna è fissato al 1983, e ci troveremo a collaborare con Russell Adler, una delle spie più celebri della CIA. Nel gioco però appariranno, dato che questo titolo è un seguito diretto del primo, mitico, indimenticabile Black Ops, anche alcuni dei protagonisti di quel titolo, come ad esempio proprio Alex Mason (doppiato in versione italiana da Gianluca Iacono), che andremo di nuovo ad impersonare in una missione (dove i riferimenti al primo capitolo sono evidenti e faranno salire di molto il livello dei feels). Una delle proprietà di questa campagna è che il nostro personaggio, “Bell“, sarà personalizzabile: potremo infatti sceglierne nome e cognome reale (Giuseppe “Bell” Nebbiai fa ridere davvero ma al tempo stesso è spettacolare), e potremo sceglierne l’Agenzia di appartenenza, per fornire un background generale alla nostra storia, e potremo scegliere anche due abilità passive, che ci forniranno dei vantaggi in battaglia.
La campagna si baserà principalmente sul ripercorrere all’indietro tutta una serie di missioni, legate alla ricerca di una spia russa, passando attraverso alcuni passaggi chiave della storia della Guerra Fredda, come ad esempio la Guerra del Vietnam, ma anche una serie di operazioni all’interno della Berlino divisa dal Muro, e in località poste nel centro della “Cortina di Ferro“. Per avviare le missioni si dovrà accedere ad una bacheca, con una struttura molto più approfondita ma simile a quella di Call Of Duty World War II. In questa bacheca ci saranno anche le missioni secondarie, raccolte tutte nella “Operazione Red Circus“, attraverso la quale andremo a distruggere la rete di spie del KGB. La campagna presenta una struttura che viene indirizzata attraverso dialoghi a scelta multipla, che però hanno un peso molto importante per arrivare al momento finale. Ecco, io vorrei fare una riflessione personale sulla penultima missione di questa campagna, che è quella che stravolge completamente quanto visto fino a quel momento. La missione (ovviamente senza spoiler), è letteralmente uno schiaffo in faccia, un twist totalmente inaspettato, che cambia completamente le carte in tavola, e che vi farà dubitare di tutto. Ecco, questo per me è un plot twist allo stato dell’arte, perché viene integrato perfettamente alla storia del gioco.
La modalità Campagna ha, come tradizione della serie, una durata abbastanza esigua: per completarla la prima volta vi si richiederanno 5-6 ore, ma queste diventano molte di più se decidete di rigiocarla a differente difficoltà, oppure intraprendendo scelte diverse nei diversi bivi della storia, che come detto si articolano in dialoghi a scelta multipla. Questa Campagna di Call Of Duty: Black Ops Cold War è la massima definizione del “breve ma intenso“, ma si tratta di un’intensità davvero molto molto alta. Se posso permettermi, la Campagna è estremamente consigliata, ancor prima di buttarsi ovviamente nel core dell’esperienza di gioco, ossia il multiplayer.
Il multiplayer, qualità ma poca quantità…
Devo assolutamente mettere le mani avanti, e tentare sin da subito di giustificare questo titolo di questa sezione. Il multiplayer di Call Of Duty: Black Ops Cold War sa davvero regalare tutte le emozioni classiche del multiplayer di Call Of Duty, tra grandi imprecazioni quando si compiono kill clamorose, e altrettanto grandi imprecazioni quando si viene uccisi ad esempio dopo aver sparato con un shotgun in piena testa ad un avversario da un metro, questi non muore, e ovviamente vi fa fuori. Lì la voglia di disintegrare in mille parti l’universo vi salirà davvero. Il vero problema però è legato alla penuria di mappe, sia per il multiplayer che per la modalità Zombie, di cui ovviamente parleremo. Alla fine infatti, allo stato attuale, abbiamo meno di 10 mappe a disposizione, e alcune di queste hanno anche un design abbastanza poco ispirato. Si tratta sicuramente di un problema davvero relativo, dato che comunque ormai questa tipologia di titolo è in continua evoluzione, ma ci si poteva aspettare una base ancor più solida.
A prescindere da questo elemento, ovviamente il multiplayer di Call Of Duty: Black Ops Cold War porta con sé i suoi problemi cronici, ossia il fatto che molto spesso vi capiterà di trovarvi in lobby piene di camper che rovineranno le vostre serie di punti, ma quello purtroppo non è un problema risolvibile. La cosa positiva però è nella possibilità di usare una strategia ed un atteggiamento estremamente più arcade e da “tank” rispetto a Call Of Duty: Modern Warfare. Camperare è altrettanto facile che lanciarsi praticamente sopra alle pallottole, usando quindi un atteggiamento più aggressivo, entrando ad armi spianate e sparando come se non ci fosse un domani (vi lascio indovinare quale strategia sono solito adottare io). In Call Of Duty: Black Ops Cold War non servirà infatti ad esempio posizionare le armi, e questo quindi renderà gli scontri molto più diretti, in linea con tutti gli altri capitoli della serie. La differenza con Call Of Duty: Modern Warfare, altro elemento che comunque permette anche l’approccio più aggressivo, sta anche nel time-to-kill molto più lungo, che quindi vi permette di subire più colpi prima di essere abbattuti, ma è anche più difficile buttare giù un avversario, e gli scontri a fuoco comunque risultano sempre estremamente divertenti (e frustranti, vedi sopra).
Al netto di avere poche mappe però sono presenti nuove interessanti modalità per quanto riguarda il multiplayer, con la presenza di Assalto Armi Combinate e Bomba Sporca, due modalità per più giocatori che prevedono anche delle mappe specifiche, più grandi e piene di minacce. Assalto Armi Combinate è una modalità per massimo 24 giocatori, che però vede nella collaborazione con i propri compagni un elemento praticamente imprescindibile: lanciarsi “alla Rambo”, in solitaria, vi porterà soltanto ad essere cecchinati malamente e uccisi più e più volte. La modalità consiste nel conquistare determinate zone all’interno della mappa, ma sono presenti anche dei modificatori, che vi permetteranno ad esempio di conquistare più velocemente una zona, oppure anche di perderla più velocemente. Ovviamente vince la squadra che tiene la zona per il maggior tempo, ma in caso di pareggio, si procederà ad un supplementare, che sarà deciso in una zona singola, e chi la conquista per primo vince. Per quanto riguarda invece Bomba Sporca, questa modalità a 40 giocatori vedrà 10 squadre da 4 contendersi delle barre di Uranio, necessarie ad attivare una bomba.
Ovviamente presenti le classiche modalità tipiche del multiplayer di Call Of Duty, dal più classico dei Deathmatch a Squadre, fino ad arrivare a Dominio, Postazione, Uccisione Confermata eccetera. Una delle poche analogie con Call Of Duty: Modern Warfare è nel fatto che anche in questo capitolo sarà possibile modificare le armi, inserendo delle parti che andranno a migliorarne le prestazioni, e le armi avranno dei livelli, attraverso i quali sbloccare anche skin e accessori vari. Salendo di livello nel multiplayer poi si potranno anche sbloccare le Serie di Punti, altro elemento tipico dei capitoli Treyarch, che subentrano alle serie di uccisioni di Modern Warfare. Queste, come saprete, non si azzerano alla morte, ma continuano a caricarsi solamente quando realizzate dei punti, distruggendo mine, conquistando obiettivi, e ovviamente eliminando gli avversari. Queste sono molto potenti, specie quelle che si sbloccano con i punteggi più alti, e sono dei veri e propri “game changer”, in grado di cambiare le sorti del match.
Tanti zombi, poche modalità
Arriviamo ora a parlare della Modalità Zombi, quella che, secondo la mia opinione, è quella che al momento mostra il minor quantitativo di contenuti. Alla fase attuale infatti sono presenti solamente due modalità, più le Arcade Black Ops. Le due modalità sono giocabili tra l’altro in una mappa soltanto, che però ne vedrà alcune integrate nelle prossime settimane, con il lancio della Prima Stagione di contenuti. La modalità Die Maschine può essere giocata in due modi: 20 Round oppure Infinito, dove potrete sopravvivere fino al momento in cui tutti i giocatori in lobby ci lasceranno le penne. La modalità, rispetto al passato, è stata sicuramente resa molto più accessibile a tutti, in quanto comunque sono stati inseriti degli elementi che sicuramente vi permettono di entrare in battaglia contro i non-morti anche senza avere un gruppo di amici, come il fatto che si possono usare i propri equipaggiamenti del multiplayer. Altro elemento è l’introduzione di un sistema di denaro: eliminando zombi infatti ci ritroveremo del denaro, che potremo spendere per acquistare potenziamenti che sono disseminati all’interno della mappa, da potenziamenti per la salute financo a nuove armi, questi ci verranno in aiuto nel momento più critico.
Menzione speciale merita Arcade Black Ops, una modalità completamente arcade, addirittura con visuale dall’alto, che vi permetterà di entrare in battaglie piene zeppe di nemici, che vi arriveranno addosso a orde, che vi costringeranno a sparare all’infinito e vi faranno divertire molto, con dei potenziamenti fuori di testa, oppure cambiamenti improvvisi al gameplay (esempio il passaggio dalla visuale dall’alto alla classica in prima persona). Si tratta di una modalità breve, ma che comunque se giocata in compagnia di amici può risultare davvero molto divertente, una buona aggiunta ad un pacchetto che, come detto, di cose ne ha tante, ma non troppe.
Il comparto tecnico
Su PS4 base Call Of Duty: Black Ops Cold War, complice sicuramente anche la sua natura cross-gen, è stabile a livello di prestazioni, con un frame-rate estremamente solido, ma possiamo dire che ci sono molto spesso grandi problemi di caricamento delle texture. La cosa capita molto spesso, anche nella Campagna, dove capita anche che oggetti con cui bisogna interagire per progredire all’interno della missione vengono a caricarsi con lentezza, costringendoci chiaramente ad attendere qualche secondo in più per riuscire ad andare avanti. Per carità, nulla di gravissimo, ma è sintomo di un lavoro di ottimizzazione non proprio perfetto al 100%. Lo stesso capita anche in più di una occasione all’interno dei menu del multiplayer, magari quando si sta aspettando di entrare in una lobby, e ci mettiamo a modificare i nostri equipaggiamenti: questi ogni tanto vengono caricati con qualche secondo di ritardo. Ripeto ancora una volta, si tratta di cercare il pelo nell’uovo, ma comunque è giusto segnalare.
Nulla da dire per quanto riguarda l’audio: se Call Of Duty: Modern Warfare è stato il primo titolo che io personalmente ho giocato indossando delle cuffie da gaming, e questo mi ha fatto davvero apprezzare che cosa vuol dire giocare ad un FPS, la sensazione mi è stata ampiamente confermata anche da Call Of Duty: Black Ops Cold War. L’audio posizionale, che ci permette di capire da dove stanno arrivando i nemici, funziona alla grande indossando cuffie da gaming, e gli effetti sonori dei colpi delle armi sono estremamente realistici e ben realizzati, restituendo al megllo la sensazione di essere in mezzo alla guerra.
In conclusione
Call Of Duty: Black Ops Cold War è un glorioso ritorno al passato della serie sviluppata da Treyarch, strizzando l’occhio ai primi due capitoli di Black Ops, di cui come abbiamo avuto modo di dire è un seguito diretto. Come abbiamo avuto modo di spiegare, il gioco svolge in maniera praticamente perfetta il ruolo di successore di Modern Warfare, portando quindi un’esperienza e un gameplay completamente impostato in maniera differente, meno tattico e strategico, ma più diretto e fisico. Per quanto riguarda il multiplayer, oltre alla “problematica” legata ad un pacchetto di contenuti non esattamente completo, sicuramente sarà da vedere come gli sviluppatori procederanno con il bilanciamento, necessario per riuscire a rendere il gioco effettivamente perfetto sotto ogni punto di vista.
Sicuramente quindi Call Of Duty: Black Ops Cold War si pone come una valida alternativa per coloro che sono stati “delusi” dall’esperienza Modern Warfare, andando anche a ritrovare alcune delle caratteristiche dei primordi della serie, che sicuramente vede due dei titoli più famosi di tutto il franchise di Call Of Duty (il primo Black Ops è ancora tra i miei FPS preferiti in assoluto).
Call Of Duty: Black Ops Cold War è disponibile su PC, PS4, Xbox One, PS5 e Xbox Series S/X, e il titolo supporta anche il cross-play generazionale, quindi sarà possibile per gli utenti PS4 giocare con quelli PS5, e lo stesso vale anche su Xbox.
Versione provata: PS4