Il momento che abbiamo atteso da tanto tempo è arrivato: la next-gen è tra noi, partendo con Xbox Series X/S che, a dire la verità, non presenta una lineup di lancio così incredibile. Tuttavia alcuni prodotti possono comunque meritare una certa attenzione. Potrebbe essere questo il caso della Special Edition di Devil May Cry 5, nel caso naturalmente foste tra coloro che ancora non hanno giocato l’ultima incarnazione della saga action di Capcom. Se invece lo aveste già fatto, ci sono alcune considerazioni da fare prima di decidere di spendere 40 euro per questo titolo, che risulta in sostanza una riproposizione esatta del gioco uscito lo scorso anno, con l’aggiunta del supporto alla next-gen, oltre che la possibilità di giocare con Vergil, un nuovo livello di difficoltà (Legendary Dark Knight) e la cosiddetta “modalità Turbo”.
L’operazione effettuata da Capcom ricorda in parte quello già fatto con DMC3 Special Edition, che dava appunto la possibilità ai giocatori di affrontare il gioco anche nei panni di Vergil. Tuttavia in questo caso interviene anche un altro fattore, quello del supporto alla next-gen. Ed è un po’ un peccato considerare che Capcom abbia deciso di non fornire, nemmeno a pagamento, un upgrade dell’edizione base del gioco, costringendo di fatto ad acquistare questa nuova versione se si volesse godere dei vantaggi della next-gen, tra ray tracing e 120fps (la versione base di Devil May Cry 5 è comunque supportata tramite retrocompatibilità, sia su Series X/S che su PS5 e Vergil sarà reso disponibile a dicembre tramite un DLC a pagamento).
Ritorno a casa
Una delle prime sensazioni che ho provato non appena avviato Devil May Cry 5 Special Edition sulla mia Xbox Series X è stato rendermi conto di quanto mi fosse mancato. E mi riferisco in parte ai suoi personaggi, ma soprattutto al grande divertimento che questo titolo è stato, ed è ancora, in grado di darmi per diverse ore. La possibilità di affrontare i medesimi livelli della storia principale con Vergil è estremamente divertente, nonostante il fatto del totale non senso di vedere il nostro antagonista ripercorrere i medesimi passi di Nero, Dante e V. Ma il senso non è quello che cerchiamo da Devil May Cry. Quello che cerchiamo è, appunto, il divertimento, e in questo il titolo Capcom è quasi imbattibile, nel suo sublime combat system. Conosciamo già i difetti di Devil May Cry 5, che rimangono naturalmente in questa versione del gioco, come il pigro level design e il terribile platforming, ma nello stesso modo ci possiamo ricordare della bellezza di tutto il resto, a partire dalla spettacolare soundrack per finire nella grande soddisfazione di ottenere una tripla S.
L’aggiunta di Vergil, bisogna dirlo, è puramente dedicata al lato gameplay: i livelli che si possono intraprendere con il Dark Knight sono infatti i medesimi della storia principale affrontata nel gioco base e anzi, se non aveste ancora intrapreso la campagna il consiglio è di farlo prima con Nero & co. per evitare di incappare in spoiler. Sono state aggiunte alcune cutscene inedite, ma nessun livello nuovo o modifica particolare al resto, a parte naturalmente l’upgrade tecnico che affronterò a breve. La novità più importante è l’introduzione della modalità Turbo, che velocizza il gioco del 20% per la gioia degli speedrunner.
La furia di Vergil
Come prevedibile, l’aggiunta di Vergil ci dà a disposizione una nuova serie di armi da padroneggiare. Il nostro fratellone infatti ha a disposizione le iconiche armi Yamato, Beowulf e Mirage Edge, tutte con le loro abilità da sbloccare tramite le solite sfere rosse. Sono sincera: giocare con Vergil è una vera goduria, ma il Dark Knight risulta incredibilmente over powered rispetto agli altri, falciando senza pietà e con poche incertezze qualsiasi cosa gli si pari davanti. La cosa cambia naturalmente a livelli di difficoltà più alti, tuttavia lo sbilanciamento è abbastanza evidente. Non che sia per forza un male, parliamoci chiaro: il gameplay con Vergil è una delle cose più divertenti degli ultimi anni, così come è lo stesso Devil May Cry 5, ed è un’aggiunta di cui tutti i fan dovrebbero essere entusiasti.
Anche lui ha naturalmente a disposizione l’indicatore Devil Trigger, che sarà utile per compiere tutta una serie di azioni extra, come evocare un “doppio” per avere supporto al combattimento (cosa che a dire il vero risulta raramente necessaria).
Il diavolo piange… meglio!
Oltre naturalmente per l’aggiunta di Vergil, l’attesa era anche per l’upgrade tecnico per le console next-gen, con tanto di supporto al ray tracing. Ci sono quindi diverse opzioni disponibili in questo senso (parlo della versione da me testata su Xbox Series X): con il RT attivo, avete la possibilità di scegliere una modalità prestazioni (1080p e 60fps) o una modalità grafica (4k e 30fps). Disattivando il ray tracing invece si potrà godere di uno spettacolare 4k/60fps o, se in possesso di una TV/monitor adatto, di testare la modalità a 120fps in 1080p (che non sono davvero mai 120, ma raggiungono comunque un discreto numero sopra i 60). Personalmente devo dire che trovo l’implementazione del ray tracing poco sensata in questo caso, poiché si perde parecchio o dal punto di vista della definizione, o da quello prestazionale. Risulta quindi molto più consigliato godere dell’ottimizzazione massima a 4k con dei fluidissimi 60fps, in cui Devil May Cry 5 brilla più bello che mai. Gli effetti di luce dinamica sono certamente belli, ma in un gioco del genere nulla batte la fluidità e la stabilità.
Come lecito da aspettarsi inoltre in un upgrade next-gen, i tempi di caricamento sono ridotti all’osso, con pochissimi secondi che ci separano tra l’avvio del gioco e il gameplay e tra una missione e un’altra.
In conclusione
Devil May Cry 5 Special Edition è quindi in sostanza Devil May Cry 5, ma meglio. Ancora più fluido e più bello da vedere, con tempi di caricamento quasi inesistenti e un nuovo personaggio giocabile divertentissimo da usare e spettacolare. Da una parte è una gioia vedere questo supporto a un titolo tanto amato, dall’altra è davvero un peccato considerare che chi ha già acquistato DMC5 su Xbox One o PS4 non ha la possibilità nemmeno a pagamento di ottenere l’upgrade next-gen, vedendosi in sostanza costretto a ricomprare il gioco. Certo, Vergil sarà aggiunto tramite DLC a pagamento anche a quelle versioni nel mese di dicembre, ma risulta comunque inspiegabile la scelta di Capcom. Valutate quindi voi se vale la pena spendere 40 euro in questo caso (tenderei a rispondere no, ma va naturalmente a discrezione del consumatore).
Se invece non avete mai giocato a Devil May Cry 5 e siete appena entrati in possesso di una console next-gen non c’è assolutamente nessun motivo per cui non dobbiate immediatamente cercarlo nello store e scegliere “acquista”.