Atteso per anni, finalmente è arrivato Diablo IV, il nuovo capitolo della serie action RPG di Blizzard che era chiamato a raccogliere l’eredità di Diablo III, che è stato un titolo “diverso” rispetto ai predecessori, e che per molti ha rappresentato una ventata di aria fresca, per altri invece è stato u capitolo duro da digerire. Il quarto capitolo della serie arriva anche dopo Diablo Immortal, la costola per mobile che se inizialmente aveva raccolto critiche, una volta uscito ha saputo ritagliarsi il suo spazio e il suo pubblico.
Abbiamo avuto modo di calarci nell’avventura ambientata a Sanctuarium provandolo su PS5, e adesso siamo pronti a dirvi la nostra: ecco a voi la recensione di Diablo IV!
Sangue, sudore e tante botte
Ve lo diciamo sin da subito, senza il timore di smentita: Diablo IV è il titolo perfetto per essere introdotti nella serie. Questo perchè rappresenta un mix tra tanti elementi che vengono pescati dal mitico Diablo II e prende elementi anche di Diablo III, ibridandoli anche con alcune novità sostanziali e di forma che lo rendono un gioco veramente accessibile a tutti. Dal secondo capitolo della serie il gioco riprende certamente le atmosfere e il tono: Sanctuarium è un mondo cupo, gotico, che ti fa capire sin dal primo istante che il ritorno di Lilith, la Figlia dell’Odio, non è assolutamente un evento lieto, ma è un qualcosa di nefasto, e che sta mandando in rovina il mondo per come era conosciuto. Non c’è spazio per i colori allegri e caldi che hanno contraddistinto lo stile grafico del terzo capitolo, e quindi in questo caso si può parlare di un ritorno al passato.
Questo tono così cupo, oscuro, si evidenzia sia nelle nostre esplorazioni notturne, dove il nostro spazio visivo è ridotto e quindi ci viene dato ancora di più questo senso di oppressione, ma lo si evince anche quando il mondo viene illuminato dalla luce del giorno: questa non è un qualcosa di caldo e forte, ma è una luce quasi “decadente”, spenta.
Questa sensazione viene trasmessa anche quando si prende il pad in mano e si comincia ad esplorare il vasto mondo aperto di Sanctuarium: questa è una delle novità principali di Diablo IV, che passa da un mondo diviso in aree generate proceduralmente a un enorme open world pieno zeppo di cose da fare. Questo è uno degli elementi che è meglio riuscito della produzione, ossia il fatto che il gioco si snoda nell’arco di un’area enorme, ma non risulta praticamente mai vuoto. Ad ogni angolo che tocchiamo infatti possiamo trovare orde di nemici, eventi del mondo random, ma anche dungeon, caverne, miniere da esplorare, oltre alla presenza di diversi avamposti e città, che fungono da porto sicuro per i giocatori. Questi centri abitati sono ricchi di NPC, e molti ci daranno missioni e sidequest, che sono veramente migliaia, dando così al giocatore un’enorme quantità di contenuti, tutti più o meno ben realizzati.
Un punto debole è infatti la ripetitività: sebbene infatti le missioni e le quest secondarie siano abbastanza ben strutturate, alcune presentano anche delle storie ben fatte, alla fine vengono a noia al giocatore perché tendono tutte a somigliarsi negli obiettivi. Lo stesso vale per dungeon, caverne e altri luoghi da esplorare: questi presentano o un miniboss da sconfiggere, o sono aree da ripulire di nemici, o al massimo possono essere completamente risolvendo un enigma ambientale.
Assolutamente non ripetitivo ma estremamente vario e immediato è invece il gameplay: la presenza delle cinque classi giocabili rende il tutto estremamente dinamico. Sarà perché ogni classe ha delle nette caratteristiche distinte, che quindi rendono il gioco diverso a seconda della nostra scelta: se il barbaro ad esempio punta tutto sulla forza e la potenza delle armi, il necromante invece vuole puntare tutto sull’uso delle magie e delle invocazioni. Questo va a stravolgere completamente il modo in cui dobbiamo e possiamo approcciare una battaglia, anche a seconda della build che abbiamo in mente: in questo Diablo IV offre la massima personalizzazione dell’esperienza. Questo è uno degli elementi che si possono apprezzare di più: tutta questa libertà ci permette veramente di fare come ci pare nella creazione e costruzione del personaggio. Questo però è anche alla base di un altro elemento: la rigiocabilità. Dato che ogni classe ha le sue peculiarità, può essere interessante andare a rigiocare il titolo con una classe diversa, per avere anche dei diversi punti di vista e un diverso modo di approccio al gioco stesso.
Questo elemento viene evidenziato ancora di più dal sistema di loot, oltre al fatto che è possibile lootare praticamente in ogni centimetro di mappa. Il loot è ispirato ad un sistema alla MMORPG, con la presenza quindi di diverse classi degli oggetti: abbiamo il livello comune, raro e leggendario, che si ottiene solo sconfiggendo boss e nemici speciali. Il tutto può essere potenziabile nelle città, recandosi dal fabbro: qui possiamo vendere la roba che non ci serve più, e possiamo potenziare gli oggetti con materiali di creazione che possiam raccattare in giro per il mondo. Questa meccanica da action RPG nudo e crudo ci permette di migliorare il nostro equipaggiamento in maniera costante, complice anche un drop estremamente generoso di oggetti, quasi anche troppo: ci basterà poco tempo e troveremo da subito oggetti leggendari, ai quali potremo anche andare ad applicare la transmutazione, ossia andare a cambiarne l’estetica, ma anche gli effetti passivi, in linea con quanto avveniva nel terzo capitolo. Il problema nasce dal fatto che il drop alle lunghe è eccessivo: basta veramente poco per andare a riempire il vostro inventario di roba, e quindi il consiglio è quello di non arraffare tutto quello che vi viene droppato: in questo caso avrebbe fatto comodo un sistema di banner che ci permetta di fare una rapida comparazione tra l’oggetto da lootare e il nostro equipaggiamento del momento.
A livello di gameplay il nostro personaggio ha a disposizione, esattamente come Diablo III, sei abilità principali, che sono gestite con i tasti dorsali più due tasti azione: un’altra delle novità del nuovo capitolo è l’aggiunta della schivata rapida, che può anche essere potenziata per essere usata più volte prima di una ricarica, e che spesso diventa fondamentale nelle situazioni più concitate. Le abilità si sbloccano salendo di livello, e sono articolate in diversi “rami”: abbiamo le abilità base, ma anche abilità che consumano furia/mana, abilità difensive e anche abilità che ci permettono di potenziare le statistiche: queste si possono usare per andare a livellare il fatto che, salendo di livello, non è possibile andare a modificare manualmente gli attributi potenziati, questi infatti vengono potenziati in maniera diversa a seconda della classe scelta.
Diablo IV, a livello di combattimenti, è semplicemente brutale e soddisfacente per il giocatore. il nostro persoaggio principale, che abbiamo usato per la prima run, era un barbaro, e abbiamo deciso di usarlo potenziandone il più possibile la forza e la vitalità, andando a sbloccare abilità che ben si intrecciavano con queste caratteristiche: non c’è nulla di più soddisfacente nell’utilizzare l’abilità Colpo di grazia su un nemico colpendolo a morte, con questo potente attacco da sopra a sotto, con il corpo del nemico che si disintegra in mille pezzi lasciando anche un bel cratere a terra. E questa è solo una minma idea di quello che può capitare nel corso dei combattimenti, che molto spesso vedono la presenza di tanti nemici a schermo, ed è consigliato usare un approccio anche tattico, magari cercando di apprendere come andare a concatenare le proprie abilità e come gestirle per causare il maggior danno possibile. Questo vale anche per quanto riguarda i boss, che sono tutti abbastanza vari e danno il giusto livello di sfida, ma avere un approccio tattico può essere assolutamente consigliato, onde evitare di prendere qualche bella sveglia. In caso di sconfitta è bene tenere a mente che il nostro equipaggiamento si deteriorerà fino a rompersi, perciò è bene sempre valutare prima di affrontare un boss magari troppo forte per noi.
Un elemento che potrebbe risultare negativo è sicuramente la gestione dello scaling del livello del mondo, cosa che impatta sia sul progresso della storia ma anche sul backtracking, ossia quella pratica di uso comune in quest tipologie di titoli di tornare indietro nelle zone già visistate. Il mondo di gioco infatti si adatta al nostro livello, quindi questo significa che le zone iniziali del titolo, se torniamo ad affrontarle dopo diverse ore di gioco saranno aggiornate al nostro livello del momento. Questo è statoo fatto sicuramente per tenere sempre i giocatori sulle spine e per dargli comunque qualcosa di impegnativo in ogni momento, ma forse sarebbe stato meglio avere una progressione più lineare.
Un elemento che è stato migliorato rispetto al passato è però sicuramente l’aspetto narrativo della trama, che pur non essendo una delle migliori mai viste, comunque fa sentirre la sua presenza all’interno del quadro complessivo di valutazione del gioco. Una cosa estremamente apprezzata, che richiama un po’ il mood generale, è il senso di libertà: siete liberi di ignorarla quasi completamente la storia principale, ma siete anche liberi, quanto meno nei primi tre atti, di seguirla a vostro piacimento. La prima parte della storia principale infatti non è lineare, ma vi permette di scegliere in autonomia le missioni da seguire, per poi stringersi verso un unico filone narrativo successivamente. L’endgame resta ancora un territorio da esplorare, ha già qualcosa da fare, ma visto che il supporto di Blizzard all”opera coontinuerà nei prossimi mesi, solo allora potremo dire se dopo i titoli di coda Diablo IV ha ancora tanto da dire oppure no.
In conclusione
Diablo IV è senza dubbio un must per i fan della serie di vecchia data, ma può essere veramente il capitolo giusto per avvicinare anche gli scettici alla produzione. Blizzard ha fatto un ottimo lavoro nel creare una esperienza a metà tra il capolavoro che era Diablo II e il cambio di direzione che era stato provato con Diablo III, tirando fuori però un titolo estremamente solido, veamente pieno quasi fino all’inverosimile di roba da fare, con un alto fattore di rigiocabilità non fine a sè stessa, ma integrandola nell’esperienza complessiva.
Diablo IV è disponibile su PC, PS4, Xbox One, PS5 e Xbox Series X/S.