Fire Ungh’s Quest è un titolo sviluppato da Daedalic Entertainent già nell’ormai lontanto 2015 e dopo essere stato adattato a molte piattaforme, nel mese di maggio 2021 è stato pubblicato per la console ibrida di Nintendo. La nostra recensione si soffermerà proprio su quest’ultima versione rilasciata.
Daedalic Entertaiment è nota ai videogiocatori per essere un’azienda focalizzata sulla produzione di avventure punta e clicca tra cui possiamo facilmente ricordare tutta la saga di Deponia, considerabile una delle saghe di punta e clicca più famose di questi ultimi anni.
Fire Ungh’s Quest non si distacca dalla tipologia di lavori classica di Daedelic Entertainment trattandosi proprio di un’avventura punta e clicca.
Punta e clicca alla ricerca del fuoco
Il protagonista di questa storia è Ungh un cavernicolo non proprio acuto che, essendosi addormentato mentre avrebbe dovuto vegliare sul fuoco del suo accampamento, viene spedito letteralmente a calci, fuori dal suo villaggio per ritrovare il fuoco “perduto”. Questa ricerca porterà Ungh in un viaggio lungo dieci livelli sequenziali pieni di enigmi che permetteranno, una volta completati, di poter raggiungere il livello successivo. Lo scopo di tutti gli enigmi è sempre lo stesso, fare in modo che Ungh riesca a raggiungere una specie di libellula che permetterà al cavernicolo di essere teletrasportato nell’area successiva.
Oltre alla main quest esiste anche una piccolissima side quest che prevede il ritrovamento di 3 token nascosti in ogni livello che permetteranno lo sblocco degli artwork da poter ammirare all’interno di una galleria accessibile dalla mappa dei livelli.
Parlando di longevità il gioco, in first run, non richiederà più di 5 ore per essere portato a termine e nel caso voleste anche completare la side quest considerate di dover spendere un massimo di ulteriori due ore per ritenere il gioco completato al 100%.
Nonostante le poche ore richieste per il completamento del titolo, gli enigmi sono ben congeniati e di difficoltà crescente. Ad ogni avanzamento di livello gli enigmi risultano meno evidenti e più articolati ed il giocatore dovrà spremere per bene le meningi per arrivare ad una soluzione.
Versione Switch
La particolarità della versione per Nintendo Switch di Fire Ungh’s Quest risiede nel fatto che, rispetto alle versioni per altre piattaforme, escluso il PC che con la combo mouse + tastiera è oggettivamente il mezzo migliore per usufruire di questo genere videoludico, i controlli sono stati adattati al meglio sia per sfruttare il touch screen di Switch, in caso giocaste senza usare la dock station, ma soprattutto per sfruttare i Joy-Con quanto giocate in modalità docked sul vostro monitor/tv. I controller (in realtà ne basta solo uno) fungeranno da puntatore, e vi basterà muovere il Joy-Con puntandolo verso lo schermo per poter interagire con gli elementi dei puzzle e degli enigmi presenti a schermo. Sicuramente la precisione non è altissima e spesso il cursore e il telecomando sembrano disallinearsi ma basterà cliccare il tasto Zr/Zl per ricentrare il cursore sullo schermo “ricalibrando” così il tutto. Per il resto invece l’esperienza di gioco risulta invariata rispetto alle precedenti versioni del titolo.
Comparto Tecnico
Per quanto concerne il comparto tecnico non ci si può lamentare in quanto i canoni classici adottati da Daedalic Entertainent nei suoi lavori precedenti sono rispettati. Lo stile grafico è piacevole alla vista e data anche la natura statica del titolo, non vengono riscontrati problemi di stabilità o di qualsivoglia genere dal punto di vista grafico. Una scelta davvero azzeccata è quella di non creare nessuna linea di dialogo tra i personaggi che, dato il loro essere uomini primitivi, si esprimono principalmente tramite mugugni e gesti. Scelta che si innesta perfettamente nel contesto e che aiuta anche con il fattore difficoltà degli enigmi in quanto anche quelli che possono essere considerati aiuti dovranno essere interpretati dal giocatore.
Conclusioni
In conclusione possiamo dire che Fire Ungh’s Quest è una buona avventura punta e clicca nonostante la sua longevità non sia sicuramente elevata. Lo stile, lo humor intrinseco e la narrazione non propriamente classica lo rendono godibile sopratutto per gli appassionati del genere.