Il 12 novembre, in una Roma sempre più fredda e uggiosa, si è tenuta la conferenza stampa di Frozen 2 – Il Segreto di Arendelle presso la Sala Ritz dell’Hotel The St. Regis, luogo maestoso e, al contrario del meteo di questi giorni, luminoso. A raccontare il film erano presenti i due registi Jennifer Lee e Chris Buck; il produttore Peter Del Vecho, le voci italiane di Anna e Olaf – ossia Serena Rossi ed Enrico Brignano – e l’interprete del singolo Nell’ignoto Giuliano Sangiorgi, canzone dei titoli di coda. Tanti gli argomenti di cui si è parlato, tra cui le difficoltà nel realizzare e doppiare un film del genere, dato il grandissimo successo del primo film Frozen – Il regno di ghiaccio.
<<Che tipo di sfida è fare un film come questo, visto i risultati del primo film?>>
Jennifer: Abbiamo sentito la necessità di fare un sequel perché le due donne protagoniste erano molto affascinanti e avevano ancora molto da dire. Volevamo capire quale sarebbe stato il futuro di queste due sorelle caratterizzate da una grande forza che le fa arrivare ovunque.
Chris: Questo, per noi, è come un secondo atto di un musical di Broadway, grazie anche alla musica. Il primo film era un primo atto i cui venivano costruiti i personaggi, il secondo atto invece rappresenta una sfida nell’approfondire tali personaggi e si accentua il piacere nell’esplorarli.
Peter: I nostri figli ormai sono grandi, così come Elsa ed Anna – seppur all’alba della loro vita – e quindi possono ancora fare molto.
<<Che lavoro avete fatto sui costumi?>>
Chris: Disponiamo di una costumista e di un’assistente eccezionali. I costumi sono stati interamente disegnati da loro. Nel film ci sono quattro nuovi vestiti per ognuna delle sorelle, anche se in realtà ne abbiamo esaminati almeno cinquanta. Dovevamo capire quale di questi rappresentasse al meglio la loro maturità.
<<Domanda per Jennifer Lee. Da una sua vecchia intervista sul New York Times è emerso che nella stanza di sua figlia è appeso un poster di Totoro, mentre ora le bambine appendono poster inerenti a Frozen. Lei è stata in qualche modo influenzata?>>
Jennifer: Il poster di Totoro è stato scelto da me e mia figlia molto prima che iniziassi a lavorare per Disney. I giovani di oggi vedono Elsa e Anna come spiriti guida per la loro tenacia, e perché mettono la loro sorellanza al primo posto. Ad esempio, per me tutto ciò era rappresentato da un personaggio come Cenerentola.
<<Lei, oltre ad essere regista, è anche la nuova direttrice creativa della Disney, eredità avuta da John Lasseter. Com’è stato raccogliere questa responsabilità?>>
Jennifer: John, nel tempo, ha messo in piedi un team fantastico. Nella transizione tutti hanno lavorato al meglio, aiutandosi e discutendo insieme. John aveva parlato del futuro e di questo film, per cui ho avuto la possibilità di fare molte domande. Gli artisti che lavorano dietro questi progetti si conoscono da molto tempo e ciò contribuisce ad una buona realizzazione.
<<Il successo di Frozen si protrae nel tempo. Il primo capitolo ha saputo interpretare il grande movimento che riguarda le donne nel mondo, atto di grande lungimiranza. Come mai i cartoni animati risultano essere più avanti delle storie con personaggi in carne ed ossa?>>
Jennifer: L’animazione ha il potere di creare un mondo, uscire da esso e rientrarne. In realtà è stato Chris che ha voluto sviluppare l’amore familiare che è presente nel film. Noi donne ci troviamo davanti a molti problemi che dobbiamo risolvere da sole. La vita è anche questo.
<<Il film tratta temi davvero molto densi tra cui la convivenza tra popoli, la morte in maniera tenera ma anche con altri risvolti come il genocidio. Come mai avete voluto costruire una trama così complessa?>>
Chris: Noi ascoltiamo e siamo parte del mondo, perciò lo immettiamo nei film. Questi sono problemi con cui ci si confronta quotidianamente ed è importante avere un messaggio per i più giovani.
Peter: Queste sono donne con coscienze reali che hanno rapporti altrettanto reali e complessi così come si hanno nella vita.
Jennifer: I temi cambiano perché la vita scorre. C’è una lotta eterna tra paura e amore, la situazione è molto sfaccettata. Questo è uno dei tanti aspetti complessi della vita su cui dibattiamo e noi non vogliamo essere dei predicatori che indicano cosa è giusto e cosa no, vogliamo solo creare una discussione intorno a questi temi.
<<A proposito di temi importanti, nel film vediamo un rapporto particolare tra i personaggi e la natura. Avete un messaggio in particolare da comunicare?
Chris: Come diceva prima Jennifer, non siamo dei predicatori. Elsa ha un collegamento forte con la natura, con i quattro elementi che la compongono: acqua, fuoco aria e terra. Forse è questo il messaggio, sforzarci per creare anche noi una connessione.
<< Vorrei sapere da Serena, Enrico e Giuliano come siete entrati in questo universo? Quali sono state le difficoltà?>>
Serena: Ci è stata data questa enorme possibilità per la seconda volta. La storia è veramente potente: raccontare l’essenza di due giovani donne e come l’amore, non inteso in senso romantico, possa davvero salvare. Bisogna guardare al passato per affrontare il futuro. Le difficoltà non sono state poche. Noi siamo attori e il lavoro da doppiatore è molto diverso. Non nascondo che in sala di doppiaggio ho pianto perché ho creduto veramente in ciò che vedevo e mi è cresciuta la voglia di raccontare questa storia ai più piccoli e non solo.
Enrico: Io ci sono arrivato quasi per caso. Fino all’esperienza del primo capitolo, ero lontano dal mondo del doppiaggio e del cartoon Disney. Quando feci il provino ero scettico. Le canzoni che interpretai per il personaggio di Olaf vennero portate in America poiché gli autori dovevano capire se la mia voce si adattasse al personaggio e ciò mi creò molta ansia. Ho esultato quando vinsi il ruolo ma non sapevo ancora del lato emozionale che mi avrebbe coinvolto. Tra il provino e l’uscita del primo film è nata mia figlia, Martina. A quel punto ero deciso di far bene il personaggio per lei, questo tenero pupazzo di neve che ama il fuoco e i caldi abbracci. Ricordo che finita la prima proiezione privata, prima di iniziare il nostro lavoro di doppiaggio, ci fu un lungo silenzio, i nostri sguardi si intrecciavano come a dire “eh, e mo?”. Sono rimasto basito per la bellezza e la completezza di questo racconto che tocca le nostre corde di fanciulli. Ora sono onorato ed emozionato di poterlo vedere insieme a mia figlia.
Giuliano: Io ci sono arrivato un po’ per amore e un po’ per vendetta. Per amore perché anche a me è nata una figlia, che tra poco compie un anno, a cui farò vedere prima questo secondo capitolo perché deve pensare che il padre sia onnisciente. Per vendetta perché, quando uscì il primo capitolo, con mia nipote Sole facevamo lunghe trasferte in macchina ascoltando la colonna sonora del film. Ora servirò la mia vendetta facendo ascoltare in maniera continuativa la mia canzone a tutti gli italiani.
<<Nel film ci sono degli effetti speciali davvero sorprendenti. Volete soffermarvi un po’ su questo aspetto?>>
Peter: Volevamo che l’ambiente fosse un ulteriore personaggio. Il cavallo d’acqua ha rappresentato una grande sfida per noi, poiché doveva essere ben visibile dentro e fuori dall’acqua e doveva dissolversi. Devo dire che sono stati tutti molto collaborativi a risolvere ogni difficoltà.
Jennifer: Peter ci ha accontentati in ogni nostra richiesta: il cavallo d’acqua appunto, la rappresentazione degli elementi, i giganti di pietra. Esaudiva ogni nostro desiderio per sfidare sempre di più le nostre aspettative.
<<Durante la produzione del film si era parlato di una possibile storia omosessuale di Elsa. L’idea è stata presa veramente in considerazione, magari per un prossimo film?>>
Jennifer: In questo caso abbiamo voluto conoscere e approfondire il personaggio di Elsa. Abbiamo pensato se farlo o meno ma secondo noi non era effettivamente pronta, sarebbe stato troppo poiché era già focalizzata su tante cose ed era concentrata sull’amore che provava per la sorella.
<<I personaggi femminili rappresentati sono donne forti e con carattere mentre i personaggi maschili risultano essere più deboli. Perché?>>
Chris: Gli uomini, in questo caso, non sono i protagonisti. Quando la storia si allontana da Anna ed Elsa ci si distrae. in ogni caso i personaggi come Kristoff risultano essere importanti ed interessanti. A differenza del primo capitolo, qui si ritrova protagonista di un’intera sequenza cantata, un piccolo tributo che abbiamo voluto fare al rock anni ’80. Altri personaggi maschili molto importanti sono il padre delle ragazze e il tenente Mattias, di cui Anna non avrebbe potuto far a meno.
Jennifer: In un fil non si può trovare tutto. Qui si parla delle sorelle. Gli uomini rappresentati sono anch’essi eroi che aiutano le protagoniste. Inoltre Kristoff è interessante perché non ha paura di esprimere le proprie emozioni.
<<Le due protagoniste si ritrovano a dover riparare in qualche modo ai torti della generazione precedente. Può essere un po’ troppo pesante questo per i giovani?>>
Jennifer: I ragazzi di oggi sono più svegli di noi. Elsa ed Anna, in questo caso, sono orgogliose di fare la cosa giusta.
<<Il primo film è finito con un ‘e vissero felici e contenti’ eppure questo secondo film ha fatto intendere che c’era molto altro da raccontare. Possiamo immaginare un terzo capitolo?>>
Enrico: Sì! Tutta la vita!
Chris: Abbiamo finito questo secondo film da poche settimane e un’opera del genere per noi è impegnativo come una maratona. Ne possiamo riparlare, forse, tra un anno. (ride)
Frozen 2 – Il Segreto di Arendelle uscirà al cinema il prossimo 27 novembre, tra pochi giorni sarà disponibile invece, a scadenza embargo, la nostra recensione. Non perdetevela!