Da qualche giorno è finalmente disponibile per tutti gli utenti Assassin’s Creed Mirage, che segna il ritorno della saga di Ubisoft a distanza di ben cinque anni dall’ultimo capitolo della trilogia action RPG che ha cambiato tanto il franchise. L’avventura di Basim ambientata a Baghdad nel IX secolo d.C. è un vero e proprio ritorno al passato, che farà la felicità dei fan della prima ora della serie, mentre invece potrebbe lasciare scontenti coloro che si sono avvicinati al brand da poco.
Ogni volta che però viene pubblicato un nuovo capitoo della saga, giunta ormai al sedicesimo anno di vita, con un futuro che sembra molto vivo e ricco di interessanti novità (Assassin’s Creed VR ma soprattutto il tanto vociferato quanto misterioso Assassin’s Creed Infinity), a me personalmente viene sempre da porsi una domanda: “ma perché Assassin’s Creed non riesce a farsi amare da tutti come meriterebbe?”. Perché sì, diciamocelo e diciamocelo in modo che sia chiaro: Assassin’s Creed è una serie che chiunque, per definirsi come videogiocatore, deve giocare.
Personalmente, per quello che riguarda film, serie TV e videogiochi, ritengo che ci siano dei capisaldi che devono essere guardati o giocati: se nei cinema per me i film di Tarantino devono essere guardati anche se si odia quel genere, oppure ad esempio How I Met Your Mother o Scrubs sono delle serie TV che a prescindere vanno viste, nei videogiochi la saga di Ubisoft è forse nei primi cinque posti tra le serie di titoli che vanno giocati a prescindere (tra le altre ci sono Final Fantasy, The Elder Scrolls, Mass Effect e robe simili).
Quindi, senza divagare troppo, in questo articolo, dal titolo decisamente provocatorio ma che in realtà per me corrisponde incredibilmente alla verità, vi voglio parlare di come Assassin’s Creed è stata per me una serie videoludicamente parlando eccezionale, ma anche di come è riuscita, con i suoi prodotti che da tutti sono stati definiti i peggio riusciti, a ritagliarsi uno spazio nella storia del medium.
Assassin’s Creed sta invecchiando sempre peggio?
Una delle cose che sento più di frequente in merito alla saga di Ubisoft è questa frase: “Assassin’s Creed sta invecchiando male perché ogni volta non sanno che inventarsi”. Oltre a farmi dare pugni sulla tastiera, farmi urlare di rabbia e farmi venire voglia di utilizzare la lama celata contro chi scrive questa roba(ma poi subentrebbe il problema di contravvenire alla regola del Credo di non uccidere persone innocenti, perché comunque alla fine non fanno nulla di male) questa frase mi lascia sempre col chiedermi sul fatto che questa cosa sia in realtà vera. Tralasciando il fatto che negli anni la saga ha visto tante trasformazioni, con il passaggio al sistema action RPG, ma anche nei primi capitoli, quelli del “filone classico”, di cambiamenti ce ne sono stati veramente tanti.
Parlando solamente di un piano di gameplay, tra il primo capitolo e Assassin’s Creed Syndicate le differenze sono abnormi, sebbene si tratti di action open world incentrati sul parkour e sull’esplorazione di un mondo aperto, con una intelligenza artificale dei nemici molto basilare. L’evoluzione è arrivata in diversi modi: con l’allargamento del numero di armi disponibili, con nuovi metodi per arrampicarsi, con nuove abilità e con idee sempre diverse.
Il capostipite della serie, con Altair come protagonista, ha rappresentato forse il più grande cambiamento radicale di paradigma nella storia dei videogiochi, se si guarda ai giochi action: nel 2007 era impensabile l’idea di un open world a tema storico così ricco di dettagli, con una storia così complessa e articolata, e con una lore così semplice quanto coinvolgente. Nessuno avrebbe mai potuto pensare di immedesimarsi così tanto con Altair e le sorti della Confraternita, che pur essendo una risposta violenta all’oppressione dei Templari, ci ha accolto tra i suoi ranghi come se fossimo effettivamente noi, giocando anche su questo concetto con l’idea dell’Animus.
Per noi italiani sicuramente poi questo legame con la serie è stato irrimediabilmente rafforzato dalla saga di Ezio Auditore, che ha aggiunto a quanto fatto dal primo capitolo anche la presenza di un personaggio super carismatico, un po’ eroe un po’ senza regole, che ha secondo me regalato l’immortalità all’intero franchise.
Se si va poi a vedere l’evoluzione della serie nel corso degli anni, risulta veramente troppo “facilone” dire che Assassin’s Creed non ha avuto più nulla da dire: l’unico vero neo è stato il sistema di combattimento, che nonostante i tanti sforzi è rimasto troppo semplice da gestire, specie se la tattica era quella di preferire l’approccio stealth. E in questo Mirage è il passo avanti che i fan aspettavano da anni: Basim, nell’approccio diretto, è veramente scarso, e quindi il livello di difficoltà aumenta in quel senso. Adesso però sarebbe ora di innovare un po’ lo stealth ma non è la sede giusta questa.
Da giochi terribili a titoli speciali
Quando Ubisoft è stata accusata di scarsa inventiva, la stessa ha sempre lavorato per cambiare le carte in tavola con Assassin’s Creed, creando quello che a tutti gli effetti resta il mio secondo capitolo preferito, ossia Assassin’s Creed Unity. Questo mi consente di fare due cose: in primis posso raccordarmi al titolo dell’articolo, e seconda poi mi consente di darvi la mia classifica personale di tutti i titoli della serie: su questo secondo punto ovviamente vi invito a dibattere come meglio volete nei commenti.
Perché sì, cari gamers, Ubisoft è riuscita nella rara impresa di creare Assassin’s Creed terribili, ma poi alla lunga si sono rivelati essere i migliori in assoluto di tutta la serie (tranne Syndicate, quello è solo un brutto gioco). Il publisher franco-canadese è stato per anni il più odiato di tutti, con il rilascio a cadenza annuale di nuovi titoli, ma ha saputo davvero imparare dai suoi errori, e soprattutto ha sempre saputo svolgere in maniera egregia il lavoro di post-produzione nei videogiochi, vale a dire patch correttive e aggiornamenti per i titoli pubblicati. Grazie a questo alcuni dei capitoli della saga da brutti anatroccoli con delle idee sono diventati degli splendidi titoli, che ci hanno saputo accompagnare e ci hanno hanno visto crescere come videogiocatori.
I miei Assassin’s Creed preferiti
Per concludere questo piccolo articolo dedicato alla saga di Ubisoft, come promesso vi lascio qui quella che è la mia opinione personale sui miei Assassin’s Creed preferiti, e vi invito a discuterne insieme nei commenti, se vi ci ritrovate anche voi oppure siete in totale disaccordo:
- Assassin’s Creed IV Black Flag;
- Assassin’s Creed Unity;
- Assassin’s Creed Revelations;
- Assassin’s Creed II;
- Assassin’s Creed Brotherhood;
- Assassin’s Creed;
- Assassin’s Creed Odyssey;
- Assassin’s Creed Mirage;
- Assassin’s Creed Origins;
- Assassin’s Creed Chronicles;
- Assassin’s Creed III;
- Assassin’s Creed Rogue;
- Assassin’s Creed Valhalla;
- Assassin’s Creed Syndicate.
Lo so, mancano diversi titoli in questa classifica ma chiaramente ho inserito solamente i titoli della serie che ho giocato. Per me personalmente i primi tre posti della classifica sono occupati da due brutti anatroccoli che con il tempo sono diventati titoli eccezionali, e da quello che forse è uno dei meno considerati di tutta la saga. Black Flag è arrivato dopo il terzo capitolo, che aveva deluso nettamente l’utenza, con una storia che, seppure ambientata in un periodo storico molto interessante, era priva di mordente e con un protagonista davvero poco carismatico come Connor Kenway. Ecco, il capitolo piratesco è l’esatto opposto: il periodo storico è forse uno dei più belli in assoluto, Edward Kenway, per costruzione del personaggio e per carisma è forse l’Assassino più interessante di tutta la saga, la storia ti tiene incollato per tutta la sua durata. Il titolo al lancio purtroppo aveva tanti bug e problemi, ma con il tempo e gli aggiornamenti è per me una perla assoluta che tutti i fan dovrebbero giocare ed amare alla follia.
Immediatamente sotto nella mia classifica personale c’è Assassin’s Creed Unity. Unity, nel 2014, ha fatto crollare internet per il dibattito che ha generato: era stato proposto come un titolo tra i più innovativi della serie, con il multiplayer e tante novità di gameplay come la corsa discenzionale che permetteva anche di scendere in velocità con il parkour, che prima era orientato solo verso l’alto. Al lancio però il gioco era in condizioni pietose, con problemi tecnici infiniti e anche tanti problemi con i server. Ma anche in questo caso Ubisoft ha fatto un lavoro di pulizia eccezionale, e io, avendolo giocato con tutti gli aggiornamenti, l’ho semplicemente trovato peperfetto. Arno Dorian è un bellissimo personaggio, la sua storia è entusiasmante ma anche struggente a momenti, e soprattutto la Rivoluzione Francese fa da sfondo a tutto questo. Sono stato a Parigi pochi mesi fa, ed entrare dal vivo nei luoghi che Ubisoft ha inserito nel titolo è stata una grande emozione, così come vedere come era Notre-Dame: vederla dal vivo è stato un qualcosa che mi ha colpito personalmente, specie dopo il rogo che ha colpito il sito.
Al terzo posto c’è invece quello che è il capitolo mento considerato di tutta la saga di Ezio Auditore, che però per me resta il gioco migliore. La saga di Ezio ripercorre diverse fasi della vita dell’Assassino, e nel capitolo ambientato a Costantinopoli ci vedo sia la maturità del personaggio, che si avvia alla vecchiaia, ma è anche secondo me stato il titolo che ha dato consapevolezza e maturità a quella che è una saga capolavoro. Il gioco propone anche diverse soluzioni di gameplay molto particolari ed innovative, che non capisco perché non siano state poi portate avanti da Ubisoft, ma anche una storia molto interessante, con il collegamento continuo tra Ezio e Altair.
Cosa ne pensate voi di Assassin’s Creed e di questo nostro articolo? State giocando ad Assassin’s Creed Mirage? Diteci la vostra nei commenti!