Ricordo di essere rimasto impressionato la prima volta che ho avviato L.A. Noire sulla mia PlayStation 3 quando uscì. Presentata come una grande novità nel mondo videoludico, la tecnica di animazione facciale utilizzata dal Team Bondi era qualcosa di davvero unico. Al giorno d’oggi? No, non così tanto. Quello che una volta era un grande traguardo di tecnologia ora è solo una nota a piè di pagina. Tali tecniche sono state superate e con maggiore qualità sulle moderne console e su PC. Ma in VR? Non così tanto, ed è ciò che rende così speciale L.A. Noire: The VR Case Files di Rockstar Games.
Dato che LA Noire: The VR Case Files è un gioco per PlayStation VR (dopo che è disponibile da diversi mesi su PC), ovviamente, avrete bisogno del visore di Sony. Sfortunatamente, il gioco non è un componente aggiuntivo gratuito per la versione “normale” del gioco, ma un titolo completamente separato. Per giocare dovrete possedere anche un paio di controller PS Move. Se avete tutto il necessario allora siete pronto per risolvere i crimini nella Los Angels degli anni ‘40.
Prima di tutto è giusto dire che non si tratta del gioco completo convertito in VR, per quanto sarebbe fantastico. Invece, The VR Case Files è una selezione di casi del gioco principale ma riproposti con la realtà virtuale. Seguirete comunque una narrazione coerente, anche se non è in alcun modo corposa come il gioco base. La manciata di casi che dovrete risolvere, tuttavia, ha reso la transizione in maniera molto buona. Se avete giocato la versione originale, saprete già cosa aspettarvi. Se non lo avete fatto, riassumerò rapidamente la storia del titolo.
Alla fine degli anni ’40, la città di Los Angeles stava attraversando un periodo molto difficili e la polizia dovette affrontare non solo ladri e assassini, ma anche alcune delle menti più disturbate della storia degli Stati Uniti. In questo contesto sociale assumiamo il ruolo di Cole Phelps, un ex militare che entra a far parte del dipartimento di polizia. In questa occasione possiamo affrontare solo otto casi del titolo originale.
Ognuno di essi è stato perfettamente adattato alla realtà virtuale e la selezione, sebbene troppo breve, offre un’esperienza molto completa. Uno dei punti salienti è che ha optato per uno schema di controllo tremendamente realistico, qualcosa di rischioso in questo tipo di videogiochi a causa del suo gameplay complesso, ma che qui è stato molto ben implementato e, non solo consente un controllo rapido ed efficiente, ma anche una grande immersione.
Ecco perché per prendere l’arma bisognerà muovere il controller verso la fondina sinistra e per ricaricare bisogna aprire il tamburo del revolver, svuotandolo e inserendo nuove munizioni. Tutto ciò porta ad avere sparatorie molto credibili, offrendo alle armi un’enorme precisione ed accuratezza. In questi momenti di azione dovrete anche usare le coperture, usando il vostro stesso corpo per coprirci e richiedendo una gran mira per centrare il bersaglio.
Lo stesso realismo si applica all’esplorazione delle ambientazioni, una delle meccaniche più importanti del videogioco. All’interno di un’area investigativa potete prendere qualsiasi oggetto, manipolarlo e osservarlo attentamente, cosa che farete anche con i cadaveri che troviamo. Un altro aspetto fondamentale sarà il taccuino, un oggetto ricorrente durante le missioni e in cui verranno registrati non solo tutti i tipi di informazioni (persone, luoghi …), ma ora nella versione VR viene fornita la possibilità anche di prendere appunti o fare disegni, senza alcuna limitazione.
Anche spostarsi in auto comporta una gran dose di realismo, dovendo avviare il motore, afferrare il volante con entrambe le mani e persino prendere la radio per rispondere alle chiamate della Centrale. Il controllo è preciso e la sensibilità dei grilletti permette di regolare bene l’ accelerazione e la frenata del mezzo. In questo senso, guidare attraverso la città sarà completamente fine a sé stesso. Vi permetterà di raggiungere gli obiettivi e ottenere alcuni oggetti collezionabili ma non ci saranno molti altri motivi per visitare Los Angeles. Oltre all’opzione di viaggio veloce, sul cruscotto sarà presente anche un piccolo GPS che vi guiderà verso la vostra destinazione.
Anche il sistema di spostamento attraverso gli ambienti è stato modificato, essendo ora in grado di scegliere tra tre diverse opzioni: il primo è mirare e teletrasportarsi in quel punto, il secondo ci si sposta direttamente sugli oggetti evidenziati e l’ultimo richiedere di muovere le braccia per muoversi liberamente. Ognuno di questi metodi è ugualmente efficace, sebbene io personalmente ho optato per la prima opzione, poiché consente un movimento più veloce e più intuitivo attraverso gli scenari e non provoca il tanto agognato motion sickness. Infine, grazie ai tasti del PS Move potete ruotare sul posto con angoli di 45 gradi, un elemento molto utile per riorientarsi verso la zona designata.
Cercando di mantenere questo livello di realismo, anche i combattimenti corpo a corpo si sono adattati ai controlli con i PlayStation Move, dovendovi coprire per non essere colpiti ed essere in grado di schierare una grande varietà di colpi. Questi sono solo gli esempi più importanti, ma il videogioco sarà pieno di dettagli associati all’adattamento dei controlli che dimostrano l’enorme lavoro svolto per far sì che l’esperienza funzioni perfettamente nella realtà virtuale.
In L.A. Noire: The VR Case Files possiamo andare nell’ ufficio di Phelps in qualsiasi momento, un luogo creato esclusivamente per questa versione in realtà virtuale. Qui potete scegliere le missioni, interagire con tutti i tipi di oggetti (sigari, giornali, cappelli, ecc) o cambiare vinile, cambiando la colonna sonora in tempo reale. Questo ufficio è un’aggiunta secondaria, ma dimostra la grande integrazione e interattività degli ambienti.
Questa edizione per VR include il nuovo sistema di interrogatorio con le opzioni: Poliziotto Buono, Poliziotto Cattivo e Accusa. Questa modifica è stata implementata anche nelle edizioni rimasterizzate per PlayStation 4, Xbox One e Nintendo Switch, tuttavia, come con la precedente, a volte diventa poco intuitiva e non si adatta perfettamente a tutte le situazioni.
Dopo una missione introduttiva sotto forma di tutorial che aiuterà a comprendere il sistema di controllo in modo rapido e intuitivo, godrete di un’accurata selezione di otto casi che variano per intensità e complessità. Queste missioni saranno identiche a quelle che abbiamo già apprezzato nelle diverse versioni di L.A. Noire , quindi non troverete alcuna sorpresa. In questo senso, anche la parte cinematica è stata perfettamente adattata, in prima persona e con i sottotitoli in italiano.
Nonostante la notevole finitura del titolo, ci sono alcuni aspetti che potrebbero essere migliorati. Tra i contro degni di nota vi sono i cambiamenti dalla prima alla terza persona che possono portare a disorientamento, errori nell’interazione con oggetti circostanti, e una certa confusione iniziale con i controlli complessi. Tuttavia, questi difetti sono minori rispetto alla frustrazione di non poter godere del videogioco completo, poiché una volta terminato i casi disponibili si ha il desiderio di voler giocare ancora.
L’adattamento audiovisivo dell’universo di L.A. Noire alla realtà virtuale è davvero sensazionale, poiché sono riusciti a mantenere intatta la sua essenza con l’aggiunta della possibilità di goderne in prima persona. È vero che a livello grafico si nota il passare degli anni e ciò si riflette chiaramente nella qualità delle texture, nella modellazione degli oggetti e persino nel sistema di illuminazione. Tuttavia, una volta che si è all’interno dell’esperienza, tutto ciò andrà in secondo piano e ci si sentirà all’interno di un mondo vivo che interagisce perfettamente con il giocatore.
Dobbiamo sottolineare ancora una volta che l’avanzato sistema di mimica facciale è ancora molto buono e offre un’esperienza coinvolgente se goduto in prima persona, qualcosa che è ancora più favorito dall’eccellente doppiaggio (in inglese) della maggior parte dei personaggi. Un altro aspetto eccezionale è la sua eccezionale colonna sonora, senza dubbio, una selezione di canzoni che rimane impressa anche quando si toglie il visore.
La nuova versione di L.A. Noire per la realtà virtuale è risultato essere un adattamento eccezionale. Il sistema di controllo è realistico e coinvolgente e riesce a fondersi perfettamente con i controller di movimento del visore Sony, risultando in un’enorme quantità di possibilità che diventa semplice grazie al suo funzionamento intuitivo. Il gameplay e la bellezza dei casi non sono invecchiati e, sebbene alcune meccaniche siano in qualche modo goffe in prima persona, il videogioco è ancora incredibilmente divertente. Infine, la narrazione e l’ambientazione sono di alto livello, migliorandone l’immedesimazione grazie alla realtà virtuale.
Il grande problema del titolo, al di là di alcune limitazioni grafiche e alcuni problemi specifici nell’interazione con gli oggetti e l’ambiente, è che è composto solo da otto casi, un numero molto limitato di missioni che ci lascia desiderare di goderci il titolo completo. Nonostante questo enorme handicap, L.A. Noire: The VR Case Files è sicuramente un must have per i possessori di PlayStation VR e un videogioco essenziale per tutti coloro che vogliono scoprire il vero potenziale di questa tecnologia.