Verso la metà degli anni ’90, l’era del 16 bit vide l’uscita di tantissimi rpg che fecero la felicità degli amanti del genere. Il capostipite era un certo Zelda: A Link to the Past, ancora oggi tra i migliori del suo genere. Ma prima dell’immenso Final Fantasy VII, Square Enix (all’epoca Squaresoft) sfornò una saga che avrebbe conquistato gran parte dei giocatori indecisi su quale fosse la più bella di questa categoria. Il primo capitolo di Seiken Densetsu uscì soltanto sul mitico Game Boy, mentre il secondo fu ribattezzato in occidente Secret of Mana e spopolò sulle prime pagine delle riviste del settore. Il sequel, Secret of Mana 2, vide invece la luce soltanto in Giappone, lasciando i fan con l’amaro in bocca ed obbligandoli a comprare la cartuccia giapponese da usare sullo SNES europeo tramite adattatori, oppure rassegnarsi a non averlo mai. Il quarto Seiken Densetsu, anzichè prendere il nome di Secret of Mana 3, fu chiamato Legend of Mana ed uscì per PSX. Si trattò di un capitolo piuttosto controverso, che in questa remastered va a migliorare dal punto di vista tecnico mantenendo però sia i suoi pregi che i suoi difetti. Vediamo perchè.
Esplorazione non lineare
Legend of Mana si presenta con una trama più abbozzata e meno interessante dei capitoli precedenti, durante i quali il fascino di salvare il misterioso albero di Mana e scoprire l’evoluzione della trama erano due dei punti più alti di questi titoli. In questo capitolo, dopo aver scelto il nostro personaggio tra un protagonista maschile o femminile, ci tuffiamo in un’avventura che ci affascina con una veste grafica fiabesca e coloratissima ma che in realtà, a livello di trama, sembra non decollare mai. Viene detto che l’albero di Mana è stato distrutto e diviso in numerosi artefatti, oggetti che dovremo recuperare esplorando i vari scenari e sconfiggendo i boss di turno.
La novità, che potrebbe rappresentare un punto di forza oppure sembrarvi il vero punto debole della produzione, a seconda dei vostri gusti, è che possiamo decidere quali artefatti piazzare nella mappa e in quale ordine affrontare gli scenari di gioco. Tali artefatti sono accessibili dal menù della mappa, quest’ultima con vista isometrica nella quale abbiamo inizialmente soltanto casa nostra. Premendo l’apposito pulsante possiamo prendere un artefatto e piazzarlo in una parte della mappa, compatibile con la tipologia dello scenario che contiene. Ad esempio, un artefatto contenente lo scenario di un veliero pirata va posizionato in una parte della mappa con acqua, mentre la maggior parte degli altri artefatti possono essere piazzati nelle caselle col terreno illuminato.
Gli artefatti, però, non vanno messi nella mappa in modo casuale. È importante seguire due criteri. Il primo è che più lontano posizioniamo un artefatto da casa nostra, più forti saranno i nemici contenuti nel relativo scenario. Il secondo dipende dall’ordine in cui li posizioniamo. Se ben sfruttata fin dall’inizio, questa regola di posizionamento degli artefatti potrebbe essere la chiave per potenziare il nostro personaggio senza far troppa fatica. Una buona tattica è quella di scegliere saggiamente gli scenari più ostici e posizionarli più vicini a casa, per far sì che i nemici siano alla nostra portata. Viceversa, se valutiamo che i nemici di un certo scenario siano piuttosto facili da sconfiggere anche in gruppo, conviene piazzare quello scenario un po’ più lontano in modo da lasciare libero un posto vicino casa per qualche scenario di cui abbassare il livello di difficoltà.
Gli scenari possono essere di diverse tipologie. Ne troviamo ambientati in un’isola, in un veliero, nella giungla, nelle profondità di una caverna, in una torre molto alta e così via, nei quali dovremo combattere spesso contro i tanti nemici che incontriamo. Come già detto, è importante decidere a che distanza piazzarli dalla casa del protagonista e in quale ordine, equilibrando così le sorti degli scontri con i nemici anche in base a quanti ci attaccano in gruppo. Ognuno di questi scenari inizia con un grosso titolo al centro dello schermo, che indica l’inizio della quest relativa a tale scenario. Dovremo sempre esplorare uno scenario da cima a fondo, spesso con diverse strade tra cui scegliere, finendo spesso per tornare al punto di partenza o in punti visitati poco prima nel tentativo di farci una mappa mentale del posto. Ogni quest può condurci alla ricerca di un personaggio disperso in quella zona, alla ricerca di un tesoro, al fine di combattere e sconfiggere un potente nemico o altro. Come in ogni Jrpg che si rispetti, prima di affrontare ogni scenario e il relativo boss che ci attende alla fine, conviene potenziare il nostro personaggio fino ad un livello che ci permetta uno scontro il meno arduo possibile.
Tra gli altri tipi di scenari ci sono le città nelle quali, una volta entrati nella mappa, ci appare una minimappa della città stessa nella quale possiamo muoverci da un punto predefinito all’altro, entrando in quella zona di città per esplorarla e parlare con i personaggi all’interno, talvolta svolgere una quest e (soprattutto) comprare armi ed armature per potenziare gli attributi fisici e magici del protagonista. Dobbiamo sottolineare una scelta precisa dei programmatori: all’inizio del gioco scegliamo quale arma usare, ed è in base a tale scelta che gli attributi del personaggio saliranno di livello in base a dei criteri precisi basati sull’arma scelta. Scegliendo la spada saliranno alcuni attributi come la forza d’attacco, scegliendo altre armi saliranno più rapidamente agilità e velocità, e così via. La crescita maggiore di alcuni attributi rispetto ad altri andrà ovviamente ad influenzare il gameplay ed il tipo di approccio che avremo col nemico, anche in base ai nostri gusti personali.
Nelle location infestate dai nemici, alcuni di loro sono ben visibili anche da lontano, e sta a noi decidere se avvicinarci ed affrontarli oppure prendere un’altra strada cercando di evitarli. Altri, invece, non si vedono ed appaiono all’improvviso quando passiamo in alcuni punti prestabiliti della zona in cui ci troviamo. I combattimenti si svolgono in maniera simile a quanto visto in Secret of Mana 2, o Trials of Mana se preferite, com’è stato ribattezzato in tempi recenti. Il personaggio impugna l’arma ed inizia a spostarsi a passi piccoli e lenti, ed è impossibile superare alcune barriere invisibili finchè tutti i nemici non sono stati sconfitti. Una volta caricata una barra magica, possiamo sfruttare uno dei pulsanti dedicati a colpi speciali che, se messi a segno, spazzano lontano il nemico togliendogli una notevole quantità d’energia vitale.
Una volta sconfitto un nemico, questi lascia cadere in maniera casuale alcuni oggetti che svaniscono dopo una manciata di secondi, obbligandoci a correre da una parte all’altra dello schermo per prenderli prima che sia troppo tardi. I cristalli azzurri ci danno punti esperienza per avanzare di livello, specie quelli più grossi ottenuti spesso dai boss appena sconfitti. Ci sono le monete che aumentano i soldi in nostro possesso, importanti ovviamente nei negozi delle città. E poi non mancano la caramella ed il cioccolato tipici della saga, che ci ridanno una certa quantità d’energia vitale.
Remaster migliorabile
Questa nuova edizione di Legend of Mana divide i fan soprattutto per la scelta di rendere non lineare l’esplorazione degli scenari, lasciando il giocatore libero di esplorare le location nell’ordine che preferisce. Se già questa precisa scelta rischia di non piacere agli amanti delle trame lineari, alcune scelte grafiche possono far storcere ulteriormente il naso. Mettiamo subito in chiaro che il lavoro fatto per questa remaster c’è e si vede. Gli scenari sono ridisegnati con cura ed un dettaglio di ottimo livello, con uno stile che ricorda molto le avventure grafiche stile LucasArts e Sierra sia nel design che nella colorazione ed ombreggiature. Purtroppo non possiamo dire lo stesso dei personaggi, protagonista compreso. Se gli scenari sono stati rifatti in HD, gli sprite di tutti i personaggi sono rimasti piuttosto pixellosi e si vanno a schiantare con l’alta risoluzione dello scenario, creando un contrasto non molto bello da vedere. E da Square Enix, sotto questo punto di vista, ci si aspetta sempre qualcosa di più anche a livello grafico. Ciò non toglie che l’impatto visivo sia sempre piacevole e di ottima qualità, ma potrebbe attrarre di più i fan di vecchia data piuttosto che quelli nuovi che cercano l’alta definizione in ogni singolo elemento sullo schermo.
Legend of Mana Remastered è sicuramente un titolo valido, ma lascia una certa sensazione di vuoto. Ciò può avere un’importanza limitata se parliamo di personaggi che graficamente potevano essere rifatti molto meglio, ma che in fin dei conti non vanno a danneggiare un gameplay di per sè divertente. Peccato soprattutto per una trama inconsistente e per la scelta, fatta già all’epoca della sua uscita, di far decidere al giocatore in che ordine esplorare le location disponibili, quasi fosse un titolo di strategia. Quasi come se Legend of Mana avesse poco da offrire a livello di trama e cercasse di compensare tale mancanza con una libertà d’esplorazione fuori dal comune, senza distinguere le location più facili e spensierate da quelle più difficili e lunghe da esplorare. Un insieme di inconsistenze che non era piaciuto a tanti giocatori all’epoca, e di certo non piaceranno ora ad alcuni di questi. Gli altri, invece, troveranno la libertà d’esplorazione la vera arma vincente di questo titolo, senza l’ansia di trovare per forza di cose nemici sempre più forti man mano che si va avanti nel gioco poichè è possibile ovviare alla loro forza col posizionamento artefatti di cui abbiamo già parlato.
Il giudizio complessivo di Legend of Mana Remastered è senz’altro positivo, ma lascia l’amaro in bocca per alcune scelte che, almeno in questa remastered, avrebbero potuto essere leggermente cambiate, come ad esempio suddividere le location in diversi livelli di difficoltà facendo partire il giocatore dal livello più basso di queste, nel quale scegliere in che ordine affrontare le location di quel preciso livello e passare alle location del livello successivo soltanto una volta completate le prime. E non si può chiudere un occhio sulla sufficienza degli sprite dei personaggi, rimasti praticamente quelli di un tempo in contrapposizione agli scenari diventati in HD. Quest’ultimo difetto resta comunque secondario di fronte alle scelte sull’esplorazione, che divideranno i fan della saga come un cartello posizionato all’incrocio di un bivio. Come spesso accade, è probabile che bastino diverse ore di gioco per apprezzare molto il gioco nonostante alcune scelte non condivise, resta però da vedere in quanti avranno voglia di dare al titolo una chance prima di decidere se promuoverlo o bocciarlo. A voi la scelta.