Uno dei protagonisti più famosi e discussi delle avventure grafiche pubblicate tra la fine degli anni ’80 e buona parte del decennio successivo è stato sicuramente Larry Laffer. Il quarantenne della saga Leisure Suite Larry è stato l’attore principale di una lunga serie di videogames (riservata ad un pubblico di soli adulti), dove le tematiche sessuali erano trattate in modo tanto ironico quanto esplicito. Il goffo eroe della Sierra ha avuto sempre un solo scopo nella vita: quello di provare a conquistare donne molto al di fuori della sua “portata”, sia per un’evidente differenza estetica (giovani modelle, showgirl e ragazze immagine), sia per una cronica incapacità nell’approcciarsi alle stesse. Per completare le sue avventure era necessario effettuare un tentativo di seduzione con ognuna delle prede adocchiate, cercando di ammaliarle con regali e beni di lusso di vario tipo. Le migliori suite negli alberghi, yatch lunghi decine di metri, gioielli e auto sportive erano solo alcuni dei diabolici e inutili stratagemmi adoperati dal tarchiato personaggio per raggiungere il proprio fine.
La sfortuna del protagonista nelle vicende amorose veniva compensata dalla buona sorte nel gioco d’azzardo, che gli permetteva di ottenere il denaro necessario ad allestire le sue “trappole”.
Leisure Suite Larry: Wet Dreams Don’t Dry è il primo gioco della serie pubblicato su PlayStation 4, e si propone di far rivivere le esilaranti vicende del cacciatore di donne in una versione dotata di un nuovo comparto grafico e di un inedito sistema di controlli. Per scoprire se l’esperimento sia riuscito o meno, vi basterà continuare nella lettura della nostra recensione, in cui valuteremo l’ultimo prodotto dei CrazyBunch.
“Ciao! Il mio nome è Larry, Larry Laffer”
Il povero Larry si sveglia in un laboratorio dopo una notte di baldorie e non ha idea di come ci sia finito, né tantomeno riesce a ricordare con chi ha passato le ultime ore. Una volta uscito dalla sua prigione momentanea, si ritrova nei pressi di un luogo familiare, il bar del suo vecchio amico Lefty, che appare visibilmente invecchiato rispetto al loro ultimo incontro. Un breve dialogo con il proprietario del locale, è sufficiente a fargli comprendere che è stato vittima di un esperimento capace di portarlo dal 1987 al 2018. Nel negozio è presente una ragazza distratta da uno strano aggeggio luminoso che usa per interagire con una misteriosa comunità nascosta al suo interno. Anche se sconvolto dall’assurdità della situazione, il nostro dongiovanni non può esimersi dal tentare un approccio con l’unica donna del luogo, che utilizza strani termini quali “Instacrapp” e “Fessbook” per comunicare con i suoi amici immaginari.
Pur di attirare inutilmente le sue attenzioni, Larry si sottopone ad una serie di azioni per lui incomprensibili, il cui risultato lo costringe a ricorrere al bagno del bar per vomitare la velenosa birra della casa. Il ritrovamento all’interno della sudicia toilette di uno smartphone smarrito darà il via ad una serie di eventi che inseriranno il protagonista in una società che non gli appartiene, e a cui dovrà per forza adattarsi per soddisfare i suoi loschi appetiti. La trama di Wet Dreams Don’t Dry è un susseguirsi di sketch e situazioni paradossali, che pur non brillando per originalità, risultano complessivamente gradevoli fino ai titoli di coda.
Punta e… ammicca
Prima di iniziare, il gioco ci metterà di fronte ad un questionario a risposta multipla, al fine di verificare se l’età dell’utente sia idonea alle tematiche presenti nel titolo. In realtà questa sorta di “parental control” non è altro che un omaggio ai primi capitoli della serie, dove solo il buon esito della prova consentiva l’accesso al prodotto. Nel nostro caso vi basterà dichiarare di essere maggiorenni per poi saltare il test, qualora non siate particolarmente abili sulle domande di cultura generale degli anni’80. Un piccolo e simpatico passatempo che risulterà gradito a tutti i giocatori ultratrentenni, in virtù degli argomenti trattati.
Il gioco dei CrazyBunch è un classico “punta e clicca” in cui dovremo avanzare completando le missioni di corteggiamento e risolvendo una lunga serie di enigmi ambientali. Quest’ultimi sono strettamente connessi sia allo scenario (che andrà sempre analizzato con la dovuta attenzione), sia agli oggetti disponibili nell’inventario, che potranno essere combinati tra loro a seconda dei casi. Il sistema stimola in egual misura tanto la logica quanto la fantasia dell’utente, ma risulta purtroppo eccessivamente penalizzato dalla mancanza di un mouse, che rende l’intera esperienza di gioco alquanto scomoda e macchinosa. Con questo non vogliamo affermare che il titolo non sia sufficientemente semplice da padroneggiare (grazie soprattutto al suo menù colorato e intuitivo), bensì che sarebbe probabilmente necessario un ulteriore adattamento ai comandi del DualShock 4.
In particolare i problemi sorgono sugli analogici del controller, dove la leva sinistra è adibita al limitato movimento del personaggio, mentre la destra funge da cursore. Quest’ultima è il fulcro dell’intero gameplay e può spostarsi liberamente all’interno degli scenari, risultando eccessivamente veloce ed imprecisa. Non potendo interagire sulla sensibilità della stessa, capita spesso che il sistema di puntamento diventi un ostacolo alla piena fruibilità del prodotto, rendendo spesso difficile l’individuazione degli elementi utili. Se a questa problematica aggiungiamo una certa monotonia e ripetitività nell’esperienza di gioco, è facile comprendere come quest’ultima avventura del nostro Larry non sia tra le sue migliori.
The Social Network
Per fortuna (o sfortuna a seconda dei punti di vista) l’evoluzione tecnologica degli smartphone ha facilitato la diffusione dei social network che possono essere adoperati per diversi scopi. Tra questi rientrano le perversioni del nostro intrepido “eroe”, che ne apprezzerà subito le funzionalità. “Timber” (Tinder) ad esempio, è un’applicazione che fa al caso suo, essendo una chat dedicata alle persone in cerca di compagnia. Uno strumento perfetto per il Sig. Laffer, che ha così la possibilità di ricevere nuove informazioni sulle prede adocchiate (oltre a fungere da taccuino per sue battute peggiori). Nella versione videoludica proposta nel titolo, il sito contiene una sorta di mini-game, tramite il quale potrete aumentare il punteggio del profilo di Larry e ottenere un appuntamento con la sfortunata donna che seguirete. Questa funzione è la principale aggiunta al vetusto sistema di gioco, e fornisce una piacevole variante alla meccaniche proposte.
Avete bisogno di spostarvi rapidamente sulla mappa di “New Lost Wages” (Las Vegas)? Nessun problema. Vi basterà infatti consultare “Unter” (Uber) un servizio che vi consentirà di chiedere un passaggio a uno degli utenti disponibili. I già citati “Instacrapp” (Instagram) e “Fessbook” (Facebook) avranno invece un ruolo marginale rispetto ai social descritti, essendo preposti ad una semplice funzione di archivio.
Visto che stiamo analizzando un’avventura grafica estremamente fedele ai canoni del genere (e con poche novità rispetto ad esso), l’aspetto narrativo assume un ruolo predominante nel gameplay e ne determina inesorabilmente la valutazione. Da questo punto di vista, Leisure Suit Larry non delude ed è foriero di alcuni spunti interessanti. Il continuo contrasto tra le vecchie abitudini di Larry e l’universo “futuristico” in cui si ritrova è il leitmotiv del gioco, e crea numerose situazioni folli ed esilaranti. Gli argomenti trattati, per quanto molto espliciti, non risultano essere mai eccessivamente spinti o volgari, fermandosi sempre al limite del “bollino rosso”.
Il gioco non è sicuramente adatto ai bambini, ma non ha davvero nulla di pornografico o scandaloso. Il tutto è impreziosito dall’enorme quantità di citazioni presenti, capaci di richiamare tanto i precedenti episodi della saga, quanto brand e prodotti famosi, le cui parodie vi strapperanno più di un sorriso (la “prugna” di Apple è uno dei marchi più bersagliati). Quello che non ci ha convinto del tutto è la nuova figura del protagonista, eccessivamente abbellita dal restyling. Il nuovo Larry è più magro e giovane, ha molti più capelli e un aspetto tutto sommato gradevole. Una scelta in netto contrasto con la figura originale del “vecchio sporcaccione”, che per certi versi giustificava la repulsione che le donne provavano dei suoi confronti.
Le inspiegabili e divertentissime scelte multiple nei dialoghi con il gentil sesso contribuiranno ugualmente alle famose figuracce del protagonista, dotato dell’innata capacità di proferire sempre le parole sbagliate nel momento meno opportuno. Nel complesso, l’opera dei CrazyBunch saprà soddisfare tutti gli inguaribili appassionati dalla saga, risultando forse troppo “leggera” rispetto ai suoi precursori. I videogames precedenti della serie osavano di più in termini di contenuti, pur mostrando caratteristiche simili a quest’ultimo episodio.
New Lost Wages
Il comparto tecnico LSLWDDD presenta un colpo d’occhio sicuramente soddisfacente, grazie al discreto level design e alle ambientazioni ricche di colori e particolari. Il titolo si propone come una sorta di fumetto in movimento, dove le immagini mostrate hanno un discreto livello di dettaglio e sono quasi prive di errori e imperfezioni. Lo stile dell’intera produzione è un palese omaggio ai titoli del passato, appena celato dalla pulizia grafica dell’alta definizione. Ovviamente stiamo parlando di una tipologia di videogame che non necessita di un motore grafico ultra performante per svolgere il proprio compito, ma nonostante questo fattore il lavoro svolto dagli sviluppatori è comunque da lodare.
Un discorso, quello sul lato tecnico, che si può estendere anche al comparto sonoro, dotato di gradevoli musiche di accompagnamento e impreziosito dalla buona prova dei doppiatori inglesi, capaci di trasmettere la giusta enfasi ai dialoghi. Purtroppo capita di frequente che l’audio si prenda delle pause inspiegabili, lasciando muta l’intera esperienza di gioco. Un difetto che potrebbe facilmente essere risolto da una patch, ma che al momento risulta essere alquanto fastidioso.
Operazione Nostalgia
Leisure Suit Larry: Wet Dreams Don’t Dry è la classica operazione nostalgica riuscita solo in parte. Il ritorno di uno dei pochi personaggi dedicati agli ormai scomparsi giochi per adulti è fedele alle dinamiche e alle caratteristiche che hanno reso famosa la serie, senza disdegnare qualche piccola aggiunta al gameplay. Quello che è il principale pregio della produzione è nello stesso tempo anche il suo maggiore difetto. Le avventure grafiche del filone “punta e clicca” fanno ormai parte di un passato videoludico molto difficile da riproporre, e lontano dai gusti di un’utenza incapace di apprezzarle. Un limite che nel nostro caso diventa ancor più vincolante, visto che parliamo di un prodotto dedicato solo ad una determinata fascia di giocatori. Tutti quelli che dovessero rientrare in quest’ultima categoria troveranno diversi spunti interessanti nell’opera dei CrazyBunch, che pur non essendo tra i migliori esponenti nel suo genere è comunque capace di regalare numerose ore di puro divertimento.