A volte capita che un gioco ci dia la sensazione di stare giocando a qualcosa di più che un semplice prodotto videoludico, prima tra tutte quella di sentirsi spettatori di un film. Con l’avvento, anzi il boom delle avventure grafiche walking simulator, e con la sempre più forte influenza cinematografica sul piano tecnico in prodotti di rilievo e non, negli ultimi anni definire i videogiochi “film interattivi” non è stata certo una pratica poco comune.
Nel caso di Loop Hero, però, non ci sentiremo spettatori di un film, per quanto ci siano comunque molte porzioni di gioco in cui dovrete semplicemente… guardare. La sensazione più vicina che posso darvi è quella di stare giocando a un gioco da tavolo digitale in single player, provare per credere. Vediamo di capire cosa mi porta a definire in questo modo il nuovo titolo di Four Quarters, pubblicato dalla più che affidabile Devolver Digital.
La questione è estremamente semplice da spiegare: Loop Hero ci mette su un “tabellone” vuoto, fatto di caselle che dovremo riempire tramite carte: sceglieremo noi quali mettere nel nostro mazzo da spedizione dato che non potremo portarle tutte con noi, anche se per fortuna questo non è un grosso limite e anzi, è un fattore che aiuta a differenziare i ritmi delle diverse spedizioni.
Il nostro eroe si muoverà su un circuito generato proceduralmente, appunto in loop, finché non morirà, affronterà il boss o tornerà all’accampamento, e starà solo a noi (o quasi) decidere quali pericoli dovrà affrontare nel suo cammino proprio con le carte.
In linea di massima, possiamo dividere le carte che plasmeranno il sopracitato cammino in cinque tipi:
- le carte paesaggio, collocabili nelle parti più distanti dal circuito
- le carte perimetrali, collocabili nelle caselle adiacenti al circuito
- le carte strada, collocabili sopra una casella del circuito stesso, trasformandola in villaggio, bosco, cimitero ecc.
- le carte speciali, che come capirete dal nome seguono delle regole diverse l’una dall’altra
- le carte dorate: non vi spoilero nulla al riguardo, ma diciamo che vale lo stesso discorso relativo alle carte speciali
Grazie a questi cinque pilastri portanti del gioco, la mappa passa da essere una strada buia e deserta a un vero e proprio livello studiato nei minimi dettagli (da voi!) con edifici, punti di interesse, elementi ambientali come foreste, fiumi, deserti… e parecchie altre cose che non voglio rivelare, dato che spero giocherete Loop Hero con le vostre mani.
Ora che sappiamo che il nostro personaggio si muoverà in cerchio lungo una mappa definita quasi interamente dalle nostre scelte, rimane una bella domanda: cosa dovremo fare in questo percorso? Innanzitutto devo darvi una nozione base affinché capiate al meglio tutto il resto: il combat di Loop Hero è completamente automatico, e l’unica cosa che potremo fare per influenzare la battaglia mentre siamo in combattimento è semplicemente sostituire l’equipaggiamento. Per intenderci, persino l’uso delle pozioni è automatico.
Da quest’informazione base, avrete già capito che lo scopo del gioco verte totalmente sulla strategia e sulla pianificazione, piuttosto che su abilità manuali, riflessi e quant’altro. In sostanza, la parte che potremo definire “azione” sarà semplicemente far camminare il nostro eroe o farlo fermare per pianificare l’uso delle carte. E fidatevi, il ritmo di gioco è perfetto così com’è.
Ora che avete la situazione un po’ più chiara, posso entrare un po’ di più nei dettagli. Le carte paesaggio, le più lontane dal sentiero su cui l’eroe cammina, generano risorse e forniscono bonus passivi, mentre le carte speciali e dorate, come già detto, hanno delle importanti differenze l’una dall’altra, quindi per forza di cose non voglio arrivare a elencarle tutte quante, escludendovi da ogni sorpresa.
L’importante, in ogni caso, è parlare delle due categorie che possiamo davvero definire protagoniste assieme a quelle paesaggio: mi riferisco alle carte perimetrali e alle carte strada. Queste due categorie sono i veri perni su cui ruota Loop Hero, dato che sono, in primis, le due fonti di nemici (al di là di pochissime eccezioni). Tramite i nemici otterrete carte ed equipaggiamenti, che vi serviranno per arrivare a poter affrontare il boss e superarlo. Alla fine di ogni giro, il livello dei mostri aumenterà assieme alle loro statistiche, ma come immaginerete aumenterà anche la chance di ottenere equipaggiamenti di livello superiore, vitali per poter costruire una build sufficiente a sconfiggere il boss.
Queste due categorie creano dei veri e propri punti di interesse trasformando le caselle su cui poseremo le relative carte, e sono ovviamente quelle a cui dovrete prestare più attenzione, pena il ritrovarsi ad affrontare combinazioni di nemici parecchio ardue da superare senza enormi danni. Il palazzo dei vampiri, ad esempio, aggiunge un nemico a ogni battaglia combattuta nelle caselle ad esso adiacenti, quindi meglio evitare di posizionarlo in una casella che sappiamo avere una generazione di mostri molto alta, come una combinazione tra le rovine e il bozzolo di ragno.
Una volta che avremo posizionato sufficienti carte, riusciremo a evocare il boss (avremo un’apposita barra di riempimento da monitorare comodamente) e potremo provare a sconfiggerlo e sbloccare il seguente capitolo, ma se non ci sentiremo pronti potremo sempre ritirarci. La ritirata si divide in due diverse circostanze: la ritirata dalla casella accampamento e la ritirata al di fuori di essa, con la prima che ci permette di scappare mantenendo il 100% delle risorse raccolte e la seconda che ci consente di fuggire con solamente il 60% — e nessuno degli oggetti equipaggiabili alla lobby, di cui andrò a parlarvi a brevissimo. Fortunatamente, la morte ci punisce in maniera leggera, permettendoci di portare all’avamposto il 30% delle risorse raccolte.
L’importanza della raccolta di risorse durante la partita, effettuabile sia passando nei punti d’interesse che piazzando carte paesaggio — e non solo — è ormai evidente, dato che poco fa l’ho messa sullo stesso piano del combattimento con il boss di fine livello. Data la natura fortemente roguelite del gioco, vi sarete già immaginati qualche riga fa che sì, in Loop Hero è presente una lobby che influenzerà fortemente il gioco con bonus passivi di ogni tipo, persino sbloccando nuove classi e funzionalità. Tra costruzione di edifici, creazione di oggetti da equipaggiare nella lobby stessa (ottenibili anche durante le spedizioni) e tanto altro bendidìo videoludico, saremo estremamente motivati a portare via il massimo da ogni spedizione che intraprenderemo.
Inutile dire che, come in ogni buon gioco basato sul modello roguelite, non dovremo avere paura della morte: specialmente in Loop Hero, a volte osare ripaga molto di più di quanto lo stomaco possa suggerirci nel momento in cui, riposando alla casella dell’accampamento, dovremo decidere se iniziare un nuovo giro o se terminare la spedizione e rientrare all’avamposto.
E a proposito della chance di essere ripagati osando, a volte addirittura andando contro quelle che sembrano delle probabilità nette, devo aprire una parentesi di avvertimento assolutamente dovuta nella recensione di un prodotto simile: “Loop Hero non è per tutti”. O meglio, bisogna aprire un disclaimer grosso come una casa.
Il paragone che ho fatto in apertura con il mondo dei giochi da tavolo è lì per una ragione ben precisa, che tradurrò in una singola parola: aleatorietà. Il gioco, come ogni buon “gioco da tavolo” con carte che si rispetti, dipende fortemente dal caso. Questo vuol dire che dovrete abituarvi a partite in cui, nonostante esistano 4 rarità diverse di equipaggiamenti, riceverete ad esempio 30 oggetti comuni su 34 ottenuti nel corso di mezza spedizione, e così via con altri esempi altrettanto tristi. Quando incapperete in queste partite sfortunate, non demoralizzatevi: spesso sono quelle che insegnano di più su come ottimizzare le run, e come se non bastasse sono un po’ un segnale che la loro controparte, ovvero una spedizione fortunata, è molto più vicina di quanto non lo fosse prima. Non provo ad ammorbidire nessuna pillola, è semplicemente la cosa più probabile!
Insomma, il quadro generale ora dovrebbe essere ben più che chiaro: siete, come al solito, l’unica entità che potrà dare respiro al mondo, in questo caso dando ai pochi rimasti una nuova speranza e un posto in cui vivere, sentirsi parte di una comunità. Per farlo dovrete intraprendere delle spedizioni la cui pericolosità dipenderà anche da voi, ma ovviamente maggiori pericoli corrispondono a maggiori ricompense. Questo è ciò che elimina buona parte del pericolo legato alla ripetitività, sempre dietro l’angolo in modelli come quello di Loop Hero: deciderete voi il ritmo di ogni singola run.
A tutto questo bisogna aggiungere due altri aspetti da non ignorare, entrambi di stampo artistico. Sul primo, la pixel art, mi soffermo giusto per onore della qualità, ben presente e solida anche se, allo stesso tempo, non fa spiccare il prodotto rispetto ad altri. Quello su cui voglio, anzi devo soffermarmi, è la colonna sonora. Non esagero se vi dico che negli ultimi 5 anni in pochissimi sono riusciti a ottenere un risultato simile: la soundtrack originale di Loop Hero, composta da blinch (già noto ai Four Quarters tramite Please, Don’t Touch Anything), è un vero capolavoro della Chiptune.
Loop Hero però, per quanto solido in ogni suo aspetto, non è esente da difetti. Purtroppo, come avrete capito dagli screenshot, è assente la localizzazione italiana, ma per fortuna non siamo minimamente davanti a un gioco incentrato sui testi. C’è un unico aspetto che posso davvero definire difettoso, anche se solo parzialmente: il bilanciamento dell’algoritmo, che a volte genera delle situazioni inutilmente punitive, come mostri di livello 10 che droppano equipaggiamenti di livello 6 (al 100% inutili nel loop di livello 10). Niente di troppo compromettente, ma se in una sola spedizione capitassero anche solamente 2 o 3 di questi avvenimenti, e la run successiva dovesse andare più o meno allo stesso modo, la voglia di iniziarne una terza potrebbe facilmente iniziare a calare. Per fortuna questo non succede con frequenza, a patto di essere giocatori accorti e di sfruttare al meglio ogni mezzo che il gioco ci darà tra le mani.
Detto ciò, tutto il resto è esattamente come l’ho descritto, senza trappole nascoste. Anzi, di nascosto ci sono solamente sorprese, quindi vi raccomando di sperimentare il più possibile, specialmente con il posizionamento delle carte. Un prato potrebbe fiorire se posizionato vicino ad altri tipi di carta, o alcuni edifici potrebbero generare nemici diversi in base a cosa deciderete di costruire nelle vicinanze. Starà a voi e alla vostra fantasia scoprire tutti i segreti nascosti in Loop Hero e completarne l’enciclopedia!
Non ho altro di essenziale da dire: Loop Hero è un prodotto che può generare dipendenza nei giocatori appassionati di pianificazione e sperimentazione di build, ma può essere una sorpresa piacevole anche per cerchie più “esterne” da questa appena menzionata. Per quanto l’unico vero comando sia dare il via o lo stop al nostro personaggio, che percorrerà continuamente (in loop, appunto) la mappa a cui noi stessi daremo forma, non mi sento di dire che alcuna modifica al concept potrebbe migliorare le cose, anzi.
Loop Hero è ottimo così com’è, e anche grazie al suo onestissimo prezzo posso consigliare a cuor leggero questo acquisto a chiunque abbia provato anche solo un briciolo di curiosità leggendo questa recensione. Spedizione dopo spedizione imparerete a sopravvivere a sempre più loop, migliorerete continuamente il vostro avamposto, e in men che non si dica vi ritroverete immersi nel sistema creato con immensa cura da Four Quarters determinati a carpirne ogni segreto. La mia speranza è solo che molti di voi gli diano questa chance.
Loop Hero è disponibile su PC al più che onesto prezzo di 14,99 €.