Un mondo dark ma profondamente ispirato ad Alice nel Paese delle Meraviglie, una profezia e una ragazza che cade nella tana del Bianconiglio. Queste sono le basi di Ravenlok, il nuovo titolo di Cocococumber che sta per arrivare su PC e in esclusiva console su Xbox One e Xbox Series X | S, con tanto di lancio sin dal primo giorno nel catalogo di Xbox Game Pass.
Abbiamo avuto modo di provare il titolo giocandolo nella sua versione Xbox Series X, sfruttando a pieno la potenza della console di casa Microsoft, e finalmente siamo pronti a dirvi la nostra su Ravenlok!
Alice nel Paese delle Meraviglie ma con spada e scudo
In Ravenlok si sente sin dal primo istante la profonda connessione che c’è con l’opera di Carroll, e il titolo parte dalla più classica delle premesse tipiche delle fiabe del passato, ma con l’aggiunta di diversi elementi videoludici che fanno da sfondo alla storia. La nostra protagonista è una giovane ragazza dai capelli corvini, che si trasferisce in una casa di campagna, che era di proprietà della nonna che è deceduta. Dopo un primo approccio che ci porta a svolgere alcune semplici missioni, dovremo entrare nel capanno della proprietà, e qui troveremo uno specchio. Toccando lo specchio, la nostra protagonista si ritrova in questo mondo fatato, dove è stata trasportata perché corrisponde alla descrizione della ragazza di una profezia, che diceva che una ragazza dai capelli corvini avrebbe distrutto la Regina malvagia, che ha corrotto il mondo fatato e lo ha reso un posto estremamente pericoloso.
Ovviamente non vi racconteremo oltre quella che è la storia, ma vi diciamo che il nostro obiettivo sarà quello di raccogliere tre cuori di altrettante creature magiche, che dovremo usare per “sbloccare” l’accesso al castello della Regina per poterla così affrontare. Ravenlok non presenta una struttura RPG estremamente dettagliata: infatti avremo a disposizione solo una spada e uno scudo, e lootando in giro non troveremo pezzi di armatura e nuovi equipaggiamenti che ci permetteranno di potenziarci. L’unico elemento RPG consiste nel fatto che, eliminando i nemici, otterremo delle piume, che useremo per salire di livello. Questo aumenterà tutte le nostre statistiche, dalla vita, al potere offensivo fino alla resistenza ai colpi eccetera. Il titolo inoltre non presenta una struttura open world: ci sono diverse aree da esplorare, ma sono tutte lineari, anche se moderatamente grandi.
Lo stile “action” di Ravenlok è rappresentato anche dal fatto che non ci sono distinzioni tra attacchi leggeri e pesanti: abbiamo un solo tasto per gli attacchi base, che possiamo usare a nostro piacimento. Abbiamo anche una barra della stamina, che però si consuma solo e soltanto in base all’utilizzo dello scudo: parare gli attacchi consuma resistenza, il resto delle azioni no. Questa scelta ci ha lasciato estremamente perplessi, perché in pratica tutto questo rende la meccanica inutile: sarà infatti molto più semplice usare un “approccio tank”, limitandosi, quando serve, a schivare gli attacchi con il tasto della schivata. L’elevato range di attacco della nostra protagonista permette dunque di usare l’attacco base sia come strumento offensivo che difensivo. A rendere il sistema di combattimento più vario c’è la presenza di abilità speciali, che possono essere attivate usando i tasti dorsali, e che vengono sbloccati a mano a mano nel corso dell’avventura. Questi attacchi, esattamente come negli RPG, hanno dei tempi di ricarica, che però non vengono mostrati a schermo: in pratica non riuscirete a capire bene quando potrete usarli, in quanto non c’è un segnale che ci dice quando gli attacchi sono o non sono pronti.
Ravenlok presenta però due punti deboli piuttosto rilevanti: la telecamera e la gestione dello spawn dei nemici. In questo caso è evidente il fatto che il gioco tenta di rifarsi ai soulslike, ma prende i due difetti peggiori di questo genere di titoli: la gestione della telecamera è semplicemente disastrosa. Durante i normali combattimenti il problema si nota fino ad un certo punto, ma quando si arriva alle boss fight la questione si pone in maniera drammatica: la scelta di porci davanti solamente boss di grandi dimensioni, in piccole aree, con una telecamera praticamente fissa e lontana, aggiunge un livello di difficoltà in più rispetto a quella che dovrebbe essere. Una volta usciti dal campo visivo, i boss sono semplicemente impossibili da trovare, in quanto la telecamera resta ferma, e quindi l’unica soluzione è rischiare di andare incontro al nemico, non sapendo se questi sta preparando un attacco o no. Il tutto può essere frustante, anche a causa di qualche piccolo problema di bilanciamento: anche salendo di livello con costanza, i boss ci faranno sempre danni enormi.
Per quanto riguarda invece lo spawn dei nemici, come detto Ravenlok procede “ad aree”, e qui è stata fatta una scelta particolare: ogni volta che usciremo da un’area e poi vi rientreremo, ritroveremo i nemici al loro posto. Questo, se all’inizio è utile perché vi permette di livellare “a gratis“, alla lunga diventa frustrante. Un limite allo spawn dei nemici sarebbe stato gradito.
A livello di cosa da fare, Ravenlok presenta tantissime missioni, tra la quest principale e le secondarie: anzi, per quanto riguarda le secondarie, mi sento di dire che sono anche quasi troppe. Ogni personaggio che incontriamo infattio ci lascerà un qualcosa da fare, e dopo poco tempo vi capiterà di lasciarvi qualche missione indietro, col rischio di perdervela per strada definitivamente. Una scelta che non ho apprezzato è il fatto che in alcune missioni principali siano inserite delle secondarie “obbligatorie”, che hanno il solo obiettivo di farvi liberare un’area dalla presenza di nemici.
Il vero, grande punto di forza di Ravenlok però è senza il minimo dubbio la realizzazione artistica. Il mondo ispirato all’opera carrolliana è oscuro, alienante, ma al tempo stesso colorato, scenico e spettacolare. Il tutto viene messo in scena con una pixel art fatta veramente allo stato dell’arte, e più di una volta mi è capitato di fermarmi ad osservare il panorama, o magari qualche scorcio di paesaggio che mi ha lasciato estasiato. Avendo provato il titolo su Xbox Series X, vi dico che non è mai sceso sotto il 4K e i 60 FPS, e la presenza del ray-tracing ha impreziosito ancora di più questo stile artistico. Ottima anche la performance: mai avuto problemi di scatti, caricamenti delle texture e cose simili. Estremamente azzeccato anche il comparto audio e la colonna sonora, che accompagnano perfettamente l’azione e non risultano mai fuori posto.
In conclusione
Ravenlok rappresenta un buon titolo, pur con qualche piccolo difetto che deriva principalmente dal concetto che gli sviluppatori hanno provato a portare avanti. Il titolo infatti non appartiene a nessun genere definito, è sì un action, ma non è un RPG, ha elementi presi dal genere ma non ci si immerge. Non è nemmeno un hack ‘n’ slash, cosa che potrebbe far pensare la telecamera e l’inquadratura sul personaggio, ma anche qui ha solo alcuni elementi presi dal genere ma non lo possiamo definire dentro quei canoni. Quello che però ne viene fuori è un gioco estremamente bello sul lato artistico, con una realizzazione veramente molto interessante, che però risulta anche un’occasione mancata per tirare fuori un vero e proprio gioiello nel panorama degli indie, sfruttando anche la cassa di risonanza di Xbox Game Pass. Se siete fan di questa tipologia di produzioni, non esitate nemmeno un secondo a farlo vostro.
Ravenlok arriverà su PC, Xbox One e Xbox Series X | S dal 4 Maggio.