Retrogaming che nostalgia
Il retrogaming è il termine con cui si identifica un gioco che appartiene al passato.
Certo non si può parlare di retrogaming se prendiamo in esame un gioco Playstation 3-4 ma iniziamo a parlarne già con titoli appartenenti alla seconda generazione della console Sony.
In realtà il retrogaming e con lui la storia del videogame ha radici molto più profonde di quello che normalmente siamo portati a pensare.
Storia dei Videogames
Il progenitore di tutti i videogames è Tennis for Two, nato nel 1958 da William Higinbotham, ma sarà solo con Pong di Atari che nel 1972 (versione arcade) che i nostri adorati videogiochi iniziano a diffondersi; prima di questa data erano soltanto un passatempo per pochi.
Inizialmente non esistevano console con le quali poter giocare a casa come facciamo oggi, ma sarà solo a partire dal 1975 con il sopracitato Pong che i videogames diventano anche un passatempo domestico; prima se si voleva giocare ad un videogioco ci si doveva recare in solo luogo che per molti è pura nostalgia. Sto parlando delle Sale giochi.
Sale giochi
In questi luoghi ci si trovava con gli amici per giocare a tutti i titoli Arcade del momento come Space Invaders, Centipede e molti altri. Tutti si sfidavano per raggiungere il punteggio più alto e lasciare le proprie iniziali come Best Score.
Con il concetto di miglior punteggio nascono i primi tornei a premi e il fenomeno del videogames esplode del tutto diventando con il tempo quello che oggi è, un fenomeno mondiale.
Presente
Oggi giorno il fenomeno del retrogaming è di dimensioni modeste, coinvolge soprattutto i nostalgici, solo una piccolissima percentuale di coloro che giocano a titoli di old gen fanno parte della generazione Z e Alpha. Questo non ha impedito in alcun modo la nascita di piattaforme e console dedicate al retrogaming.
Per portarvi qualche esempio, esiste una distribuzione per Raspberry PI (un computer completo su scheda singola) che viene utilizzata come console retrogaming multipiattaforma, questo progetto prende il nome di Retropie e con esso possiamo emulare dal NES fino alla Playstation 1 passando per Sega Master System e persino M.A.M.E.
Anche le case produttrici di videogames si sono fatte tentare da questa opportunità, lanciando sul mercato console retrogaming dedicate ai loro titoli, nel novembre del 2016 esce Nintendo Classic Mini che al lancio presentava 30 titoli tra i cult NES; anche Sony nel dicembre 2018 ha rilasciato Playstation Classic anch’essa con un parco titoli di ben 20 giochi, tra cui Final Fantasy VII e Metal Gear Solid.
Ci sono poi Distributori come Limited Run Games che hanno creato un motore grafico, il Carbon Engine, che permette di giocare a titoli Old Gen su PS4/5 e Nintendo Switch, questo avvalendosi anche della collaborazione di case produttrici come ad esempio Konami.
E’ possibile inoltre se si è in possesso di un abbonamento Nintendo Switch Online, Playstation Plus e Xbox Game Pass giocare a vecchi titoli messi a disposizione sulle rispettive piattaforme.
Non è morto ciò che può vivere in eterno:
Esisteva un tempo in cui la grafica non era tutto, un’era dove un gioco poteva emozionarti anche con una semplice frase, dove se perdevi non esistevano checkpoint ma dovevi ricominciare tutto da 0.Giocare in multiplayer significava uno schermo diviso in 2 o in più parti. Un tempo in cui i videogames erano capaci di trasmettere emozioni come la morte Areith in Final Fantasy VII, improvvisa, inspiegabile e dolorosa.
La battaglia con Psycho Mantis in Metal Gear Solid, dove un nemico ci insegna a non odiare il diverso o la stessa Sniper Wolf, che ci spiega che la guerra fa schifo e che si può trovare l’amore anche su un campo di battaglia.
Questo rincorrere sempre il progresso nei videogiochi non è sempre positivo, un recente studio della Video Game History Foundation, ha portato alla luce una verità che è sotto gli occhi di tutti, i videogiochi fino al 2009 stanno scomparendo. Non vengono realizzate più copie fisiche, le poche copie fisiche possono essere reperite solo per canali secondari e a prezzi esorbitanti.
Le copie digitali spesso non sono disponibili per tutti i titoli e le poche che possiamo reperire possiamo rischiare anche di perderle, in quanto se lo store digitale chiude non possiamo più scaricare il gioco. Questo ci porta a 2 sole strade possibili per poter giocare ai nostri titoli old gen preferiti, prima scelta tramiti canali secondari acquisti una copia del titolo e nel caso tu ne sia sprovvisto della console, tutto questo ad un prezzo lasciatemelo dire da bagarino; l’altra scelta è la pirateria.
Un’idea per contrastare la pirateria e al contempo far provare alle new generations il sapore del retrogaming, potrebbe essere la creazione di appositi spazi adibiti a “biblioteche” del videogame, dove possiamo giocare. La legislazione Italiana in merito non è proprio chiarissima (ed io non sono un avvocato), ma si potrebbe utilizzare la formula della biblioteca solo nel caso siano trascorsi almeno 18 mesi dalla pubblicazione dell’opera, certo sembra perfetto per il nostro caso ed infatti alcune biblioteche hanno creato spazi adibiti al retrogaming, ma al momento non sono così diffuse come noi vorremmo.
Il detto dice “mai giudicare un libro dalla sua copertina” ma credo che per noi possa essere modificato in “mai giudicare un gioco dalla sua grafica”.
E tu cosa ne pensi? C’è un titolo che appartiene alla old gen che ancora oggi riesce ad emozionarti? Scrivilo nei commenti.