Era il febbraio del 1999 quando sulla nuova console di SEGA, il Dreamcast, usciva un gioco di guida con un gameplay caratterizzato da una vibrante frenesia Arcade e uno stile inconfondibile, capace di farlo entrare tra i titoli iconici del suo genere. Il suo nome era Crazy Taxi. Ventidue anni dopo i ragazzi della software house olandese T6 Games Studios hanno provato a ricreare le stesse atmosfere nel loro nuovo lavoro, Taxi Chaos. Saranno riusciti in questa difficile impresa? Scopriamolo insieme nella nostra recensione.
Senza troppi fronzoli il gioco ci catapulta direttamente alla scelta della modalità tra: Arcade, Pro Mode e Free Roam (esplorazione libera) per iniziare il nostro turno da autista e metterci alla guida del nostro Taxi. I personaggi tra cui scegliere sono solo due, un uomo (Vinny) e una donna (Cleo), non particolarmente ispirati stilisticamente. Inizialmente si potrà scegliere un unico modello di taxi ma completando degli obiettivi di gioco sarà possibile sbloccare altre vetture che si diversificano tra di loro per tipologia e per caratteristiche “tecniche”, come la velocità, la frenata, l’accelerazione e il peso. Quest’ultima caratteristica inoltre influenzerà la capacità della vettura di saltare. Sì, avete capito bene: in Taxi Chaos il nostro taxi potrà saltare per prendere scorciatoie ed evitare il traffico ed arrivare a destinazione più velocemente.
La natura Arcade di questo titolo trasuda da tutti i pori fin dalla nostra prima corsa col nostro taxi. Il gioco infatti pone come obiettivo principale quello di far salire a bordo i clienti e portarli alla loro destinazione nel minor tempo possibile. Nella modalità Arcade (modalità standard) saremo guidati da una freccia che ci indicherà la direzione da prendere (come un navigatore) per raggiungere il luogo dove lasciare il nostro passeggero, mentre nella Pro Mode non sarà possibile usufruire del navigatore e dovremo basare tutto sulla conoscenza della mappa cittadina per poter raggiungere la destinazione senza perderci tra le vie della metropoli (e questo presuppone una quantità considerevole di partite pregresse per imparare bene tutte le strade). Una volta portato a destinazione il nostro cliente riceveremo una votazione in stelle (da 0 a 5), la nostra ricompensa in denaro e un bonus di tempo da aggiungere a quello rimasto sul cronometro per poter continuare il gioco. Il tutto commisurato alla nostra prestazione che verrà valutata sulla base di diversi criteri tra cui la velocità, l’uso di scorciatoie, l’uso dei salti per il superamento degli ostacoli, arricchito dalla presenza di combo che contribuiranno all’ottenimento di un punteggio e una valutazione più alta.
Un ruolo fondamentale viene ricoperto anche dalla città, dalle sue strade, i suoi luoghi e la sua conformazione. New Yellow City è chiaramente ispirata a New York City con i suoi palazzoni, i parchi, le sue strade ampie. Seppur molto colorata e ben strutturata, la città risulta un po’ anonima e priva di uno stile che la caratterizzi. In particolare per un gioco del genere sarebbe stata più adatta una città con dislivelli con i quali valorizzare ancora di più la possibilità di saltare, e una maggiore caratterizzazione quantomeno dei luoghi di destinazione (anche in questo caso non si può non pensare a Crazy Taxi).
L’esperienza di gioco è godibile nella semplicità dei suoi obiettivi e giocando ci si rende conto di imparare sempre di più a destreggiarsi alla guida prendendo scorciatoie inizialmente impensabili. La velocità delle partite fa scattare facilmente il terribile meccanismo del “faccio l’ultima e poi smetto”, dovuto anche dalla voglia di superare i propri record.
La colonna sonora risulta piuttosto anonima soprattutto se consideriamo che Crazy Taxi aveva come sottofondo musicale le canzoni degli Offspring.
Anche la modalità di esplorazione libera merita di essere giocata, perché permette di godersi l’esplorazione della città senza limiti di tempo ed è utile per scoprire scorciatoie, imparare le strade di New Yellow City e ascoltare (con i sottotitoli in italiano) le storie dei passeggeri che si alterneranno sul nostro taxi.
In conclusione
Taxi Chaos risulta un gioco godibile ma non riesce ad avvicinarsi in termini di stile a quello che è stato il capostipite di questo genere e che resta ancora oggi il migliore. Nonostante ciò, il titolo si presta bene per passare qualche ora di divertimento senza troppe pretese, sfrecciando da un capo all’altro di New Yellow City. Consigliato a chi ama gli arcade e la grafica “cartoonesca” alla Fortnite. Sconsigliato a chi nel 1999 ha provato Crazy Taxi e se ne è innamorato per il suo stile e a chi cerca un gioco dal gameplay più profondo.