Tutti conoscete (e conosciamo) Shinji Mikami per aver creato la saga di Resident Evil, Devil May Cry, Ace Attorney e molti, moltissimi altri titoli. Ma forse non tutti voi sapete che è stato il direttore di un certo Vanquish, uscito originariamente su Xbox 360 e PS3 (piattaforma da noi testato) per poi arrivare, nel 2017, anche su PC e, grazie alla retrocompatibilità, su Xbox One. Tale titolo è un “semplice” TPS che non ha nulla da invidiare a nessun altro gioco del genere. Anche grazie al superbo lavoro svolto da Platinum Games, la software house che ha prodotto il gioco, e da SEGA che l’ha pubblicato. Ma andiamo con ordine, e cerchiamo di scoprire tutti i pregi di questo piccolo capolavoro incompreso e dei suoi difetti.
Il clichè di Russia contro Stati Uniti
Possiamo dirlo tranquillamente. La trama presente in Vanquish non è l’elemento che vi farà andare avanti nell’avventura. Vi troverete di fronte a così tanti clichè narrativi che già dopo un’ora di gioco (ovvero un quarto della durata, ma ne riparleremo dopo) avrete capito dove il titolo vuole andare a parare.
In un futuro non troppo remoto la popolazione mondiale avrà superato le risorse presenti sulla Terra, tanto da dover inviare nello spazio un nuovo tipo di stazione spaziale per ospitare parte dell’umanità. In questo scenario saranno due le superpotenze a combattere per la supremazia: Stati Uniti e Russia. Victor Zaitsev, leader di un movimento rivoluzionario chiamato “Stella Russa”, riuscirà a prendere possesso della stazione per “attaccare per primo” i rivali, distruggendo completamente San francisco. L’America ha, da quel momento, 10 ore per accettare la resa incondizionata prima che anche New York venga rasa al suolo.
In questo contesto il Presidente degli Stati Uniti invia il colonnello Burns per recuperare il controllo della stazione e per fermare le mire espansionistiche di Zaitsev. Per la missione sarà presente anche la DARPA con il soldato Sam e la sua nuova super-tuta, in grado di farlo diventare un super soldato. Insomma clichè su clichè, un finale scontato e che lascerebbe aperto per un sequel (che speriamo venga prodotto) e personaggi più che dimenticabili, tranne forse per il protagonista che, con qualche uscita divertente, è sicuramente il meglio riuscito del cast. Purtroppo anche le scene d’intermezzo all’inizio e alla fine di ogni stage (i quali durano tra i 10 e i 20 minuti) spezzano troppo l’azione e non si focalizzano su ciò che veramente interessa al giocatore, ma su una trama mal gestita.
Il gameplay però…
Vanquish, dal punto di vista del gameplay, è un capolavoro. Platinum Games, sotto la supervisione di un genio come Mikami, è riuscita a creare il miglior TPS di sempre probabilmente. Non è nulla di speciale, intendiamoci, ma ciò che fa lo fa alla perfezione. La super-tuta sarà in grado di far scivolare Sam ad una velocità altissima, utile per spostarsi da riparo a riparo o per aggirare i nemici. Premendo contemporaneamente la schivata e la mira rallenterete il tempo per colpire gli avversari più facilmente e, in caso di un alto numero di danni subiti, lo rallenterà per recuperare le energie (o per perire definitivamente). A ciò dovete aggiungere coperure dinamiche, esplosioni più numerose rispetto che quelle presenti nei film di Michael Bay, e 8 bocche da fuoco da usare e potenziare. Non è tutto perfetto, però. La varietà di nemici è molto bassa, così come l’ammontare delle ore di gioco per arrivare ai titoli di coda. In massimo 6/7 ore (aggiungetene un paio per i livelli di difficoltà maggiori) finirete il titolo.
Un gioco che vi darà una botta di adrenalina e frenesia fuori dall’immaginario e che, prima o poi, rigiocherete. Il sistema di potenziamento delle armi è inoltre ben implemetato. Nel caso in cui doveste raccogliere un’arma della quale avete il caricatore pieno, la vostra affinità con essa aumenterà in modo da migliorare la capacità del caricatore e dei danni inferti. Semplice ma efficace. Alcune coperture distruttibili, mezzi da autilizzare, missioni a gravità zero. In poche ore di gioco la varietà di situazioni c’è ma non sarà troppo marcata. Per non parlare dei (pochi) boss, una vera goduria da distruggere.
Comparto tecnico da applausi
Vanquish vanta un comparto tecnico che, per il 2010, era da applausi. Oggi si fa ancora guardare anche grazie ai 30 frame roccei in ogni situazione. E ripetiamo che sono presenti continue esplosioni e oggetti a schermo. La qualità generale degli ambienti è discutibile così come i continui tempi morti ma non ci possiamo lamentare più di tanto. Il colpo d’occhio è comunque più che discreto, così come la realizzazione dei personaggi principali. Peccato per un po’ di tearing e per il doppiaggio in italiano che arriva alla sufficienza ma non risulta indimenticabile. Anche le musiche svolgono il loro compito ma non si elevano a nulla di più. Infine il mixaggio tra parlato, suoni ambientali e musica è buono ma si poteva lavorarci un po’ di più.
In conclusione Vanquish è sicuramente un titolo da recuperare se avete ancora una PS3 o Xbox 360 o se siete in possesso di un PC (o di una Xbxo One). Il titolo è consigliatissimo, seppur con tutti i suoi limiti, anche se solo per provare uno dei migliori TPS di sempre. Frenetico, esplosivo ma corto, un mix perfetto per farsi una tirata di un pomeriggio. E poi ci sono Platinum Games e Mikami, e quindi va comprato per forza. (ndr)
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