Dopo l’arrivo su PS4 di Ys VIII: Lacrimosa of Dana era da diverso tempo che Adol Christin non tornava sulla scena. In Giappone è da poco uscito il nono capitolo (Monstrum Nox), mentre da noi arriva, il 19 giugno (si, lo stesso giorno di The Last of Us Part II), Ys: Memories of Celceta. Dopo una bella prova da più di 40 ore siamo pronti a raccontarvi ciò che ci è piaciuto e ciò che invece si poteva migliorare. Infatti il titolo uscì originariamente su PlayStation Vita nel 2012 in Giappone (2013 in America e 2014 in Europa), una versione PC nel luglio del 2018 e ora, a distanza di anni, arriva anche su PlayStation 4.
Un’isola misteriosa da esplorare
Il nostro protagonista, Adol Christin, si ritrova nella città di Casnan, sull’isola di Celceta, dopo una fortissima amnesia. Lui non si ricorda praticamente nulla, nemmeno come si chiama. In questa città farà la conoscenza (o la “ri-conoscenza”) di Duren, un informatore che si dice molto legato al ragazzo fin da quando è sbarcato sull’isola. I guai però non finiscono in quanto la volontà di Adol di seguire la sua curiosità lo porterà a riarmarsi di spada e tornare a combattere. Duren lo seguirà e, dopo aver salvato alcuni minatori, avremo il vero incipit della nostra avventura. Il generale Griselda ci convocherà per arruolarci a mappare l’intera isola in quanto, fino ad ora, tutti coloro che si erano avventurati per esplorare la Grande Foresta non erano più tornati. Adol, ormai partito da due anni dal vilaggio natale proprio per esplorare i luoghi più misteriosi del continente, non può lasciarsi sfuggire un’occasione del genere, anche considerando il premio in denaro che avrebbe ricevuto qualora la missione avesse avuto successo. Duren, inizialmente scettico, non può lasciare da solo l’amico ritrovato ancora in piena amnesia. In questo modo noi giocatori avremo una scusa per esplorare in lungo e in largo ogni centimetro della Grande Foresta, e Adol potrà recuperare la sua memoria cercando alcune sfere luminose che conterranno frammenti dei suoi ricordi.
La trama in sé risulta molto lineare, con pochissimi colpi di scena e tutti telefonati. Ad un certo punto, però, un po’ come è successo in Ys VIII: Lacrimosa of Dana, l’intreccio si fa più affascinante e interessante. Non raggiunge comunque le vette toccate dall’ottavo capitolo, ma riesce a catturare l’attenzione del giocatore fino alla fine. Quella che sembrava un’isola semplicemente misteriosa con un’enorme foresta sconosciuta, si dimostra un luogo incredibile, pieno di personaggi intriganti e una storia da raccontare tutto d’un fiato. Non stiamo parlando né di Persona 5 né dei migliori Final Fantasy, ma è comunque un intreccio che intrattiene e che vi farà passare diverse ore senza ammorbarvi inutilmente. Il gioco è sottotitolato solamente in inglese, ma è un inglese molto semplice. Pochissimi dialoghi sono doppiati e si possono mettere le voci sia in inglese che in giapponese.
Il solito gameplay della serie Ys
Ys ha una particolarità: è un action jrpg estremamente semplice da capire e imparare ma altrettanto divertente ed entusiasmante. Nessun tempo morto, c’è sempre un nuovo nemico da sconfiggere, nessun caricamento, loot e denaro da raccogliere prima di passare al prossimo avversario, nuovo livello, skill su skill, nuovo equipaggiamento.
Ogni personaggio, divisi a due a due, ha una particolarità. Adol (e un’altra) è uno slasher, Duren (e un’altra) invece è uno striker e infice ci sono due personaggi che fungono da piercer. Diversi nemici sono deboli ad una specifica abilità e sarà consigliato utilizzare uno dei personaggi con quelle skill per fargli più danni possibile. Un tasto per attaccare, uno per schivare, uno per parare e combinando R1 con uno dei 4 tasti principali attiveremo le abilità. Abbiamo anche una finisher che potremo attivare solo quando avremo una specifica barra piena. Salendo di livello aumenteremo i nostri HP nonché la forza dei nostri attacchi e potremo sbloccare nuove skill. Ogni skill potrà salire di livello (fino ad un massimo di 3) utilizzandola.
Ogni personaggio ha la propria arma, dalla spada alla mazza, dai pugnali alla lancia e così via. C’è il crafting, molto basilare ma altrettanto utile, diversi consumabili come pozioni e misture per curarci dai vari status e anche armature e due accessori. Non mancheranno gli immancabili manufatti che ci aiuteranno ad avanzare nell’avventura e a completare al 100% l’esplorazione dell’isola. Insomma il solito Ys, con però la particolarità di avere la visuale fissa. Il giocatore potrà solo scegliere la distanza dal personaggio controllato (il party sarà composto da un massimo di 3 membri su 6 ma tutti riceveranno i punti EXP dai nemici sconfitti) ma la visuale sarà a tre quarti dall’alto.
Oltre alle missioni principali ci saranno anche diverse quest secondarie ottenibili dalle varie bacheche che troveremo nelle città scoperte e tantissimi segreti da scovare. Forzieri, luoghi nascosti, mini boss o boss opzionali e interi dungeon slegati dalla main quest. Proprio i dungeon sono una parte importante di Ys: Memories of Celceta in quanto sarà in questi luoghi che avverranno le boss fight più intense e i colpi di scena più importanti.
Sempre arretrato sotto il profilo tecnico
Ys: Memories of Celceta sente tutto il peso degli anni che porta sulle sue spalle ma i ragazzi di Nihon Falcom lo hanno portato su PS4 al meglio delle loro possibilità. Nessun rallentamento, caricamenti velocissimi (sia quello iniziale che quelli che dividono le varie aree). Come successo per Lacrimosa of Dana le aree sono divise da micro caricamenti che fortunatamente non rallentano l’azione ma non ci dispiacerebbe vedere, prima o poi, un Ys completamente open world senza caricamenti di sorta. Conta poligonale bassissima e una modellazione dei personaggi presa, ovviamente, dall’era PlayStation Vita (del 2012 tra l’altro) possono essere un deterrente per alcuni giocatori, ma se vi è piaciuto l’ottavo capitolo o avete voglia di provare un action jrpg che ha fatto storia Ys: Memories of Celceta può fare al caso vostro. Io ora aspetto in trepidazione Ys IX: Monstrum Nox, ma nel frattempo un altro giro sull’isola di Celceta (o di Seiren di Ys VIII) me lo potrei fare volentieri.
In conclusione Ys: Memories of Celceta non è certamente il migliore Ys della serie ma è un ottimo antipasto in attesa del nono capitolo che (spero) arrivi entro quest’anno. Il titolo, comunque, risulta estremamente godibile e divertente anche se, dovessi scegliere, consiglierei Ys VIII: Lacrimosa of Dana. Anch’esso è un porting di un titolo PS Vita ma risulta molto più riuscito, soprattutto dal punto di vista della trama. Memories of Celceta è più piccolo, più contenuto, ma non per questo meno divertente. Il gameplay è e sarà sempre il fiore all’occhiello di questa saga targata Nihon Falcom.