Recensire un gioco è un conto, recensire lo stesso gioco per due volte su due piattaforme completamente diverse è impresa decisamente ardua soprattutto se si tratta della versione Nintendo Switch di Ashwalkers: A Survival Journey.
Dove eravamo rimasti
Ashwalkers rimane di per sé un ottimo titolo come potete leggere qui e per onor di cronaca vi rinfresco un po’ la memoria così da indorarvi la pillola prima di elencarvi tutto ciò che c’è di sbagliato in questo porting.
Ashwalkers: A Survival Journey nasce come avventura narrativa con il focus sul Survival e sulla parte gestionale, con un forte accento sulle scelte morali. Questo titolo è stato sviluppato da Nameless XIII (in Unity) e pubblicato da Dear Villagers.
Nel titolo ci troveremo a dover dirigere gli spostamenti di una squadra di esploratori composta da 4 elementi: Petra, Sinh, Kali e Nadir all’interno di un mondo post apocalittico ridotto ai minimi termini. Le uniche interazioni disponibili nel gioco sono rimaste pressoché invariate: con lo stick analogico di sinistra ci sposteremo sulla mappa e con i tasti A e B potremmo interagire con l’ambiente (o nei dialoghi) e cambiare il personaggio selezionato in quel momento.
Gameplay intonso
Il gameplay non è cambiato di una virgola rispetto alla controparte PC. Ashwalkers: A Survival Journey, infatti, è sempre e comunque Survival based su tutta la linea.
Le quattro statistiche base (Vitalità,Fame,Calore ed Energia) saranno il fulcro per il giocatore che dovrà cercare di far sopravvivere il gruppo alle avversità che costellano il mondo di gioco cercando di equilibrare, quanto più possibile, le 4 statistiche.
Le stats appena citate saranno influenzate sì dal mondo di gioco ma anche dalle scelte che il giocatore farà: scegliere una strada al posto di un’altra, decidere i turni di guardia e di riposo agli avamposti, il comportamento che si deciderà di tenere con le altre forme di vita ( non sempre umane) che si incontreranno lungo il percorso.
Tutto può influire, positivamente o negativamente, sulla nostra squadra. In particolar modo le scelte morali andranno visibilmente ad influire sullo svolgimento del nostro viaggio dato che ci saranno ben 34 finali diversi per la nostra avventura.
Lo stile grafico particolareggiante di Ashwalkers: A Survival Journey è rimasto intatto, infatti il titolo si presenta non snaturato con una grafica particolare basata su una tonalità di colori composta solamente da scale di grigio che strizza l’occhio al cel shading andando però a sfruttare la tecnica in maniera diversa da quanto i giocatori sono abituati a vedere.
Note dolenti
Ora parte però la nota dolente da cui deriva, purtroppo (ndr.) anche il voto finale. Questo porting presenta un gravissimo problema. Il framerate su Nintendo Switch è a dir poco ridicolo, ad occhio non credo si superino mai i 15 fps rendendo di per sé il titolo impraticabile sulla console ibrida di casa Nintendo.
Il framerate è così basso da comportare addirittura un input lag nei comandi che fa realmente perdere la voglia di giocare dopo pochissimi istanti dallo start.
Tralasciando la mancanza di una localizzazione in italiano, già mancante nella versione originale del titolo, in questo porting sorge un altro problema di una certa rilevanza: in modalità portatile i testi a schermo risultano essere microscopici a tal punto che anche un normovedente dovrà sforzarsi per leggere le svariate righe di dialogo presenti nel gioco.
In Conclusione
In conclusione possiamo certamente dire che il porting di Ashwalker: A Survival Journey non è di sicuro un’opera ben riuscita. Il titolo nella sua particolarità è rimasto identico e ben si adatta ad un sistema di controllo diverso rispetto alla classica combo mouse/tastiera che si utilizza su PC.
I due gravi problemi descritti poco sopra però minano ampiamente la fruizione su Nintendo Switch e di fatto rovinano quanto di buono era stato creato l’anno scorso da Nameless XIII. Davvero un’occasione sprecata per un buon titolo con il porting sbagliato