Con un po’ di ritardo, anche noi abbiamo potuto provare Blasphemous, titolo realizzato dai ragazzi di The Game Kitchen. In molti lo reputano un metroidvania e, fondamentalmente, lo è, con molto backtracking e oggetti ad aumentare la mobilità del protagonista per raggiungere zone prima inaccessibili. Ma Blasphemous, personalmente, lo reputo molto più come un platform con combattimenti action (ma molto basilari) più che un “semplice” metroidvania. E proprio per questa sua natura non sono riuscito ad apprezzarlo a pieno, probabilmente anche perché nelle settimane e mesi scorsi ho giocato titoli del calibro di Hollow Knight, Guacamelee! 2 e Bloodstained: Ritual of the Night, che trovo molto più completi sotto tantissimi punti di vista. Ma andiamo con ordine, e analizziamo la nuova opera di The Game Kitchen.
Il cristianesimo come base
Blasphemous, a differenza di quello che recita il titolo, risulta avere una trama ed una lore estremamente elegante e sottile. Il protagonista è un penitente senza nome e senza parole, rinchiuso a Cvstodia, dove deve affrontare un pellegrinaggio per redimersi. Non sarà (ovviamente) un percorso semplice, anzi, dovremo affrontare diversi pericoli. Tra ostacoli, nemici, trappole e segreti. Nulla è come sembra a Cvstodia. Partiremo dal basso, dalla pianura della città per ritrovarci, infine, sulla montagna più alta, nella Cappella dove tutto avrà fine. Nel bene o nel male. Per questo, l’ambientazione è molto varia ed estremamente curata. Il viaggio è il vero senso del titolo; gli sviluppatori, spagnoli, hanno creato un universo magnifico, pieno di citazioni e riferimenti al cristianesimo, ma che si discosta da esso rendendo la lore del titolo intrigante. La trama in sé non è molto affascinante, ma i personaggi che incontreremo, i nemici che sconfiggeremo e gli oggetti che troveremo, renderanno più semplice il proseguimento del titolo. Anche perché, insieme al design, è l’unico elemento riuscito egregiamente.
Metroidvania si, ma non del tutto
Come detto, Blasphemous, dal mio punto di vista, non è un metroidvania classico. Non sbloccheremo il doppio salto, potremo fare il salto a muro solo su qualche parete e fin da subito, e così via. Le uniche “abilità” che sbloccheremo sono in realtà degli oggetti miracolosi che ci sbloccheranno dei luoghi prima inaccessibili. Niente livelli (a differenza di Bloodstained), niente skill per velocizzare l’esplorazione (a dispetto di Hollow Knight e Guacamelee! 2), solo tanti e differenti oggetti per ottenere qualche aiuto. Avremo a disposizione solo una spada, il Mea Culpa, che si potenzierà sconfiggendo specifici nemici e, solo a quel punto, potremo ottenere nuove mosse. Troveremo anche dei Nodi per il nostro Rosario, i quali avranno i più disparati effetti (aumento della salute, del mana per i miracoli e così via). Sbloccheremo, appunto, dei miracoli (praticamente delle magie) ed infine troveremo, come detto, degli oggetti miracolosi per sbloccare alcune aree.
Il gameplay base, però, è quello che veramente pecca di originalità. Parry, scivolata ed attacco. Tutto qui; potremo caricare l’attacco base, ottenere un colpo dalla distanza ma, alla fine dei conti, il tutto si limita a parata e contrattacco. Il fulcro diventa quasi di più il platform. Zone dove dovremo stare attenti al vento che ci limiterà i salti, terreni che si sbriciolano, trappole, nemici invisibili fino all’ultimo. Senza considerare che la schivata in alcuni casi sembra dare frame di invincibilità mentre altre volte no. Alcuni attacchi ci faranno cadere dai bordi, altri no. Delle combo non daranno abbastanza tempo al personaggio per schivare gli attacchi successivi, quindi saremo in balia dell’avversario fino alla fine degli attacchi. In alcuni casi non ci sono feedback dei colpi ricevuti, dei nemici non recheranno danno al contatto, altri si. Insomma, sono presenti diversi problemi tecnici di fondo che non mi hanno fatto apprezzare a pieno il titolo sotto questo aspetto. Soprattutto considerando il dislivello di difficoltà in alcune aree. Potreste ritrovarvi in un luogo dove i nemici vi uccidono in due colpi e, subito dopo, in uno dove praticamente nemmeno vi scalfiscono.
Parlando dei boss, invece, tutti saranno estremamente ben realizzato sotto il profilo estetico. Ovviamente tutti di dimensioni enormi (tranne un paio) e nessuno realmente sbilanciato. Sicuramente dovrete capire il pattern di attacchi e stare attenti a quella fastidiosa schivata ma, dopo qualche try, ognuno sarà battibile quasi facilmente. Insomma dal punto di vista dell’accessibilità c’è ancora un po’ da migliorare.
Design e componente estetica di primo piano
Blasphemous è bellissimo da vedere. Personalmente trovo più riuscita l’estetica di Hollow Knight, ma è innegabile il fatto che The Game Kitchen abbia fatto un lavoro stratosferico per creare un mondo così bello e dettagliato. Pixel art in 2D che rende unici alcuni paesaggi e memorabili diversi boss. Anche il doppiaggio in inglese e la traduzione in italiano dei testi è da applausi. Si respira un aria pesante e malsana in moltissimi dialoghi, che dicono e non dicono: proprio come nei Souls. Nessun calo di frame, almeno su PlayStation 4 Pro e nessun crash. A volte, però, sembrava ci fosse un sottilissimo input lag, soprattutto quando bisognava fare dei salti millimetrici, all’ultimo pixel. Due finali, uno “positivo” ed uno “negativo”, per un totale di 15/20 ore (per terminare il viaggio principale) e circa il doppio per ottenere il 100%. Musiche ben inserite, ma che non vi rimarranno nel cuore. Alcune ost durante le sezioni platform saranno veramente dimenticabili. Mentre un paio, presenti nelle boss fight, vi potrebbero stupire positivamente. Nulla di eccezionale sia chiaro, ma almeno ogni singolo rumore (sia della colonna sonora che degli effetti) rievoca, alla lontana, la chiesa e, in generale, il cristianesimo. Da questo punto di vista gli sviluppatori si sono veramente impegnati. Lo potrete acquistare per qualsiasi console (PS4, Xbox One e Switch) oltre che su PC.
In conclusione, Blasphemous è un gioco che consiglio più agli amanti dei platform che a quelli dei metroidvania. Ma in ogni caso, il punto è lo stesso: bisogna avere pazienza. Non siamo di fronte ad un capolavoro, anzi ben’altro. Presenta molti punti positivi ma altrettanti negativi. Un misto tra alti e bassi che rendono Blasphemous un buon titolo, ma non quello che in molti si aspettavano. Ottimo comparto tecnico, una narrativa che farà felici gli amanti della lore ma un gameplay che non decolla mai.