Immaginate se un dibattito tra politici si potesse risolvere menando le mani alla Ken il Guerriero. Gli sviluppatori di Gigi il Guerriero hanno avuto proprio questa idea e l’hanno messa in pratica con ottimi risultati.
Gigi il Guerriero, titolo mobile disponibile sul Play Store di Google, è un gioco in stile Punch Mania: Hokuto no Ken nel quale il giocatore dovrà impersonare Gigi – evidente caricatura di Luigi Di Maio – e sconfiggere i propri oppositori politici a suon di legnate.
Per il potere dell’onestà
Di ispirazione prettamente arcade, Gigi il Guerriero accoglie il giocatore con un sistema di gioco semplice da intuire ma allo stesso tempo complesso da padroneggiare. L’azione basilare, il tap su uno dei sei pulsanti a schermo, agisce sia da attacco che da difesa, permettendo al nostro pentastellato lottatore di incassare il colpo e rispondere di conseguenza. L’intera esperienza di gameplay risulta dunque accesa, mettendo costantemente alla prova la soglia d’attenzione del giocatore.
I vari scontri, inoltre, evitano di scadere nel monotono e ognuno di essi offre delle sorprese uniche, così da far variare repentinamente la difficoltà di gioco: subita una certa quantità di danni, il nemico entrerà in una nuova fase berserk, durante la quale l’intero combattimento risulterà più arduo da sostenere. Sarà dunque necessario sviluppare bene i riflessi per evitare il game over (molto frequente già a difficoltà normale per i meno allenati!) e uscirne vittoriosi.
In alcuni momenti dello scontro sarà pure necessario cambiare approccio al combattimento, seguendo alcuni divertenti quicktime event legati a una mossa speciale scatenata dal nemico. Insomma, la fantasia nel menare le mani non manca, così come l’azione esplosiva. Ciò che è certo è che il giocatore non potrà permettersi un attimo di distrazione durante l’intero combattimento: pena la pesante sconfitta.
Artisticamente a cinque stelle
Ma non si sceglie di giocare a Gigi il Guerriero esclusivamente per il gameplay. Ci sono tanti titoli di un tempo che potrebbero soddisfarvi maggiormente (come il già citato Hokuto No Ken, ad esempio). Ciò che davvero rende Gigi una piccola perla del panorama videoludico tutto italiano è la componente artistica.
Cominciando dall’aspetto puramente visivo: i personaggi, le ambientazioni e le animazioni si presentano all’occhio come sorprendenti. La somiglianza dei vari lottatori ai politici di ispirazione è altissima, pur mantenendo un minimo di stile caricaturale in grado di renderne unica la rappresentazione; inoltre ognuno di essi viene reinterpretato secondo un cliché giapponesizzante che possa potenziarlo in qualche modo. Così il titolo si ricollega ad altre tradizioni maggiori, dando luogo a degli apprezzabili easter egg.
La voce della politica
Non sarebbe politica – o meglio, non sarebbe la nostra politica – senza la presenza di tormentoni, frasi fatte e slogan ai quali i nostri esponenti politici ci hanno abituati per anni e anni. Gigi il Guerriero li include tutti, rimescolandoli e mettendoli in bocca ai propri lottatori. Durante lo scontro con un determinato nemico lo sentiremo dunque inveire nei nostri confronti, insultando noi, elettori e sistema stesso: la scelta delle voice lines risulta accurata e precisa, spesso mirata ad utilizzare alcune frasi ad effetto in determinati momenti, così da rendere la scena ancora più esilarante ed epica allo stesso tempo (ogni boss possiede una frase specifica da esclamare durante il cambio fase). La qualità degli audio è ottima e non sembra minimamente fuori contesto, anzi ne prende parte, contribuendo al costruire l’atmosfera di “scontro”: quest’armonia è dovuta all’eccellente lavoro in termini audio degli sviluppatori.
Una storia degna di essere vissuta
C’è anche una trama che lega i vari incontri: strizza molto l’occhio ai classici giapponesi del calibro del già citato Kenshiro o ad opere un po’ più recenti come Dragonball, ma evita di spaziare troppo concentrandosi maggiormente sull’aspetto satirico del titolo. Ritorniamo un’ulteriore volta sui disegni, ben eseguiti e in grado di valorizzare le tipiche espressioni dei politici ritratti: ogni filmato di gioco rappresenta dunque una piccola chicca da apprezzare. Il doppiaggio in giapponese, ironico al punto giusto, vale come ciliegina su una torta che già di per sé si presenta molto bene.
Sconfitti i primi nemici, sarà necessario acquistare la versione a pagamento del titolo, così da sbloccare i rimanenti boss, la modalità Torneo (in cui si potranno affrontare tutti i politici, uno dopo l’altro, con una sola vita) e altri bonus, per la modica cifra di circa 5 euro.
In conclusione…
Gigi il Guerriero è un ottimo titolo per mobile, con un gameplay soddisfacente seppur nella sua limitata ripetitività. La componente satirica spicca di gran lunga e contribuisce in gran parte al presentare al giocatore un’esperienza divertente e innovativa. Il risultato è sorretto da elementi grafici e sonori di altissimo livello, per quanto riguarda dettagli come fedeltà delle caricature, scelta/pulizia degli audio e altre chicche. E poi, diciamocelo, volete davvero farvi sfuggire la possibilità di lottare faccia a faccia contro Conte, Salvini o Berlusconi?