Recentemente Arc System Works si è gettata nella collaborazione con Cygames che ha dato i natali a Granblue Fantasy Versus, videogioco uscito per PC e PS4. Il franchise ha emesso il suo primo vagito come classico RPG gacha, gioco mobile free-to-play dalla forte componente Rpg con acquisti in game. Il grande numero di titoli di questa tipologia non ha impedito a Granblue Fantasy di ritagliarsi una buona fan base nel paese del Sol Levante. Addirittura, il titolo mobile in questione, sviluppato da Cygames, è divenuto il punto di partenza per un nuovo brand che ad oggi raccoglie un adattamento anime e il fighting game, oggetto di questa analisi. Per dare vita a quest’ultimo progetto, come già scritto, lo sviluppatore del primo videogioco si è avvalso dell’aiuto di Arc System Works, studio di una certa esperienza maturata con titoli come Guilty Gear, Kill la Kill IF e Dragon Ball FighterZ.
Combat system: anime contrastanti
L’ultima fatica di Cygames e Arc System si differenzia da quella ispirata all’anime di Dragon Ball per la presenza di combattimenti dai ritmi più lenti. Il gioco è basato su una formula più classica e “statica”, in cui non saranno presenti scatti aerei, doppi salti ecc… In effetti questo picchiaduro assume un “feeling” appartenente a serie vecchie e nuove, vicine al filone 2D, ereditando però parte dell’esperienza maturata con il combat system di prodotti che mischiano le licenze di alcuni anime con il genere videoludico in questione. In effetti sono presenti parate aeree, schivate e combo automatiche da realizzare tramite la pressione di un solo tasto. Tuttavia, tutto ciò risulta leggermente più statico e attaccare a testa bassa, potrebbe portare il giocatore ad essere vittima della controffensiva avversaria. Perciò ogni mossa va sfruttata anche in relazione al moveset dei nemici, nonostante il livello generale di sfida non sia disarmante.
Come vuole la recente tradizione, il sistema di combattimento è strutturato per essere semplice da capire ma impegnativo da padroneggiare. Si disporrà di prese, spazzate per spezzare la guardia avversaria, colpi leggeri, medi, pesanti e unici. Quest’ultimi saranno strettamente legati al personaggio scelto, inserendo in questo modo un po’ più di varietà. Ad affiancare le mosse più standard ci saranno anche una serie di abilità speciali, realizzabili tramite la combinazione del tasto R1 e delle direzioni del d-pad. Nello specifico, tra questi ce n’è uno, detto “Skybound Arts”, personale per ogni PG ed utilizzabile a patto che la barra associata sia piena al 100%. Quest’ultima andrà a comporre, assieme alla barra della vita, un’interfaccia utente semplice, funzionale e intuitiva. Infine, allo scopo di bilanciare la formula dei combattimenti, è previsto il cooldown per le abilità speciali, ossia un intervallo di tempo durante il quale la skill usata non sarà ripetibile.
Tra single e multiplayer
Il videogioco offre più modalità dal sapore sia single player che legate al multi in locale ed onilne, come la modalità Arcade classica, composta da scontri in successione con la possibilità di selezionare uno dei cinque livelli di difficoltà. A questa si aggiungono quella Versus, Free Training, Mission Training, Online e la Rpg Mode. La prima si concretizza in uno scontro tra il giocatore ed un altro personaggio, guidato da uno sfidante in carne ed ossa oppure dall’intelligenza artificiale. La seconda e la terza si articolano come modalità dalla specifica funzione, ossia quella di allenamento e di un tutorial completo. Nello specifico nella modalità Free Training si eseguirà liberamente ogni mossa contro un nemico, preposto a subire ed assorbire colpi. Differentemente la Mission Training catapulterà il giocatore in una sessione in cui dovrà eseguire uno specifico pattern di comandi sempre contro un personaggio dal moveset limitato.
Purtroppo, il gioco non riesce a brillare per quanto riguarda una delle componenti più apprezzate nel genere di riferimento: la modalità online. Durante i match che ho combattuto, non ho riscontrato grossi problemi ed ad essere affetti da vistosi rallentamenti sono perlopiù gli scontri contro avversari Più lontani. Per carità, il combat system, ma più nello specifico il sistema delle combo, essendo abbastanza permissivo, va ad attenuare la sensazione di fastidio, tuttavia l’input lag può risultare invasivo negli scontri più al cardiopalma. Chiaramente il peso negativo di questo aspetto cresce soprattutto se lo si paragona all’online granitico di altri videogiochi dello stesso genere, rispetto ai quali il titolo in questione offre un’esperienza buona, ma mai ottima.
La Rpg Mode
La Rpg mode del gioco va a introdurre sia una componente narrativa che alcune meccaniche, svolgendo la funzione di compendio di base per principianti e non. Al suo interno vi sono una serie di missioni presenti sia nella sfida alla Tower of Babyl, sbloccabile successivamente, che della parte più story-driven. In relazione a quest’ultima le varie quest saranno accompagnate da dialoghi che costituiscono la componente narrativa già citata. Gli eventi proposti si pongono cronologicamente dopo quelli presentati nel gioco mobile e nell’anime, risultando però non molto incisivi e appassionanti. Manca quel carisma che coinvolga e trascini il giocatore verso la fine, colpa da imputare in parte alla scelta di impostare la narrazione con uno stile simil Rpg mobile. Di conseguenza l’utilizzo di un forte rimando alle origini della serie comporta una storia frammentata eccessivamente e vissuta quasi come una pausa troppo lunga tra una missione e l’altra.
Proseguendo nelle missioni di tale modalità, i personaggi saliranno di livello e otterranno nuovi oggetti per modificare e/o migliorare l’equipaggiamento, legato alle statistiche e ad elementi, ognuna con un punto di forza e una specifica debolezza. Eppure, questi aspetti non sembrano più di tanto influire sul successo di una quest, tranne che in sporadici casi, dato che il livello di difficoltà generale non sembra tarato verso l’alto. Di conseguenza, la modalità RPG svolge, come già sottolineato, il ruolo di un compendio sufficientemente completo per apprendere le basi del gioco. Insomma, un elemento adatto sia a chi ricerca una modalità più orientata al single player che a chi voglia accumulare esperienza per prepararsi alla modalità online.
Un picchiaduro di pochi personaggi
Una nota amara viene dalla composizione del roster, formato per il momento da 13 personaggi. Tuttavia, l’amarezza non deriva dall’esiguo numero, ma dalla scelta di adottare la formula dei FighterZ Pass di Dragon Ball Fighterz, ossia l’aggiunta di personaggi tramite dlc a pagamento. Tale sistema, a mio parere, rasenta il difetto e soprattutto rischia di minare l’acquisto da parte di alcuni, che potrebbero vedere nei pass solamente delle mere aggiunte. Di contro bisogna lodare il lavoro di caratterizzazione, che dona ad ogni guerriero una sua personalità, fortemente ricalcata dalla produzione anime. Similmente, guardando al gameplay, i “lottatori” si differenziano tra loro per le mosse assegnategli, anche se l’ispirazione a modelli predefiniti è presente. Si passa così da personaggi costruiti sull’attacco a distanza, ad altri con la capacità di infliggere una enorme quantità di danni, ma molto lenti, fino ad arrivare a personaggi bilanciati, molto adatti ai principianti.
A quanto scritto finora si accompagnano un comparto sonoro ed estetico coerenti con il resto degli elementi produttivi, nello specifico quest’ultimo fa tesoro dei precedenti lavori di Arc System e presenta una grafica 3D in Cel-shading assai vicina a molte produzioni anime. Il risultato per gli occhi è assai gradevole, con personaggi ben realizzati e mosse speciali spettacolari e che in alcuni casi lasciano a bocca aperta. Similmente, il comparto sonoro si attesta un gradino sotto al livello raggiunto da quello estetico con brani azzeccati, ma mai memorabili.
Conclusioni
Una formula abbastanza bilanciata e alcuni difetti fanno di Granblue Fantasy Versus un esperimento coraggioso, teso ad arruolare nuove e vecchie leve tra gli appassionati dei picchiaduro. Si tratta di un titolo non eccezionale, lontano dall’essere un capolavoro, ma è sicuramente un prodotto godibile che può svezzare i giocatori e portarli verso altri lidi del genere ben più complessi. Di conseguenza, è un prodotto altamente consigliabile per tutta quell’utenza che non ha mai giocato un picchiaduro in vita sua. Il titolo di Cygames e Arc System potrebbe essere proprio l’esperienza adatta come battesimo del fuoco, regalando un’esperienza dalla lunga longevità. Allo stesso modo tutti gli esperti di picchiaduro, non fermandosi alle apparenze, potranno godere di un prodotto in grado di saziare quella voglia di varietà e classicismo messe assieme.