Sir Daniel, dove sei stato tutto questo tempo? Dalla sua prima avventura nel 1998, il protagonista scheletrico di MediEvil ha guadagnato sempre più fama, diventando una vera e propria icona del mondo PlayStation. Infatti fu presente anche nel roster del titolo del 2012 PlayStation All-Stars Battle, che presentava tutti i leggendari eroi del mondo PlayStation, rifacendosi al più blasonato Super Smash Bros. di Nintendo.
Anche se molto popolare, il titolo originale ha visto solo un sequel – sottovalutato – ancora per la prima PlayStation. Il remake uscito qualche giorno fa, a mio avviso, sarebbe dovuto uscire diverso tempo prima. Ovviamente sono stato davvero contento di rivivere l’avventura originale ma, valutando ovviamente il lavoro di remake effettuato, come è rigiocare MediEvil nel 2019?
Per chi non conoscesse la storia del gioco, MediEvil racconta la storia di Sir Daniel Fortesque, un eroe coraggioso e sfortunato del regno fantastico di Gallowmere. Dopo aver apparentemente eliminato da solo il malvagio mago Zarok a spese della propria vita, sir Daniel divenne una leggenda per gli abitanti di Gallowmere. Ma come avviene spesso per le storie che sembrano troppo belle per essere vere, anche qui non tutto è come sembra. In effetti, il nostro protagonista ha a malapena avuto una piccola parte nella morte di Zarok. Dopotutto, il cosiddetto eroe perì pochi istanti dopo l’inizio della battaglia contro il malvagio stregone a causa di una freccia che gli trapassò un occhio.
E fu così che sir Daniel non ricevette l’eterno riposo nella gloriosa “Sala degli Eroi”, ma dovette accontentarsi di un duro giaciglio in un cimitero dimenticato. Anni dopo la sua sfortunata morte, Daniel ottiene una seconda possibilità con il ritorno di Zarok, intento a distruggere una volta per tutte Gallowmere. La povera popolazione viene trasformata in un’orda di zombie e mostri di tutte le forme e dimensioni inondano il paese. Proprio quando la situazione sembra completamente senza speranza, Daniel è improvvisamente di nuovo tra noi. L’incantesimo di Zarok gli ha fornito una nuova vita e lo scheletro ambulante – la prova del tempo non è stata gentile con il nostro aspirante eroe – ha così modo di rifarsi definitivamente contro il subdolo mago.
Ciò che segue è un folle viaggio attraverso un mondo stravagante che non si prende sul serio per nemmeno un secondo. MediEvil prende in giro tutto e tutti, ma soprattutto se stesso. I teschi parlanti che si trovano qua e là durante il viaggio, sottolineando regolarmente la natura estremamente assurda del gioco, passando anche per i mostri caricaturali alle righe di testo nei libri presenti nei livelli. L’umorismo è quindi una parte importante di MediEvil, un gioco che se fosse un film (molto probabilmente scaturito dalla mente di Tim Burton) potrebbe essere descritto come la commedia horror per eccellenza. Questo è un titolo che raccoglie i cliché di tutto ciò che riguarda Halloween e l’horror e li rimescola in una calderone pieno di umorismo.
Va detto: è ancora bello girovagare per Gallowmere. La grafica non è sicuramente da spaccamascella o ultra realistica, ma questo remake riesce a donare nuova linfa vitale a MediEvil, come ha fatto l’incantesimo di Zarok al nostro sir Daniel. Seppur l’aspetto tecnico sia stato rinnovato, il design dei livelli non è stato toccato in alcun modo. MediEvil infatti è abbastanza lineare e non offre poi così tanti sentieri alternativi o segreti da scoprire. Un passaggio nascosto qui, un’area difficile da raggiungere lì – il tutto ha un’aria familiare, un qualcosa che riesce a farci ricordare la prima volta che si è giocato al titolo con la prima PlayStation. I diversi livelli sono molto vari e memorabili, con uno stile ancora attuale al giorno d’oggi.
Oltre alla grande varietà di ambientazioni sono presenti una moltitudine di armi e nemici. Dai soliti zombie verdastri a mostri alati, fino a passare per gli spaventosi e veloci spaventapasseri (e va detto: dannatamente fastidiosi). MediEvil tiene sempre il giocatore sull’attenti e lo incuriosisce su ciò che lo aspetta nel livello successivo. Anche i boss non mancano ed aggiungono una giusta dose di sfida, oltre che di risate. MediEvil è un must per quanto riguarda la varietà, anche se dobbiamo confermare che una selezione così diversificata di nemici comporta, anche nel remake, un grado di difficoltà sbilanciato. A volte infatti vi ritroverete a completare un livello al primo tentativo; altre volte improvvisamente il titolo diventa fin troppo difficile, al limite del frustrante.
La colonna sonora del gioco era già fantastica nel 1998, ma è stata elevata a un nuovo livello con il remake. In combinazione con la grafica migliorata, i fan dell’originale saranno invasi da una moltitudine di bellissimi ricordi, ritrovandosi comunque colpiti da ciò che Other Ocean Interactive ha realizzato con questo remake.
Dopo qualche settimana dall’annuncio del gioco, gli sviluppatori di MediEvil annunciarono che avrebbero cambiato il capitolo originale il meno possibile, per rimanere fedeli alla loro fonte di ispirazione. Personalmente la trovo una scelta ammirevole: in questo modo non si fanno infuriare i fan del franchise e allo stesso tempo si dà ai nuovi arrivati la possibilità di provare com’era affrontare le avventure di Sir Daniel Fortesque alla fine degli anni ’90. L’altro lato della medaglia risulta nel fatto che il gameplay di un gioco come MediEvil è irrimediabilmente superato al giorno d’oggi. La telecamera ad esempio è davvero poco gestibile e non adatta ad un titolo uscito nel 2019. Sicuramente è stata già migliorata rispetto al capostipite del 1998, ma non abbastanza per soddisfare gli standard odierni.
Il sistema di combattimento è molto semplice e poco rifinito. Avete a disposizione uno scudo distruttibile con cui bloccare i colpi nemici, un attacco rapido ed uno pesante, armi a lungo raggio che sono abbastanza facili da utilizzare grazie alla mira automatica. Chiunque si aspetti una maggiore profondità sarà quindi deluso, anche se siamo rimasti piacevolmente sorpresi dalla vasta gamma di armi che richiedono un approccio leggermente diverso. Poiché il combattimento in MediEvil non contiene la finezza di coetanei come God of War, a volte non è facile superare gli scontri senza subire ingenti danni, a causa di hit box non proprio precise. I segmenti platform possono anche loro innervosire non poco, poiché compiere un salto preciso non è esattamente un compito facile. Rimane tutto godibile, sia chiaro, ma siate pronti a faticare e a rifare qualche livello se non siete abituati a titoli della “vecchia scuola”.
Il titolo vi terrà occupato per almeno una decina di ore, senza contare i molti collezionabili come la raccolta dei Calici o le Anime Smarrite (novità del remake).
Ritornare a vestire i panni di Sir Daniel Fortesque è sicuramente bellissimo, ma è anche giusto dire che il remake di MediEvil dimostra che potrebbe non essere sempre una buona idea apportare il minor numero possibile di modifiche all’originale. L’immaginario del regno di Gallowmere è ancora sublime e memorabile e per chiunque sia alla ricerca di un titolo hack-and-slash semplice ed immediato è sicuramente un titolo da prendere in considerazione. La telecamera abbastanza irritante e il grado di difficoltà sbilanciato a volte potrebbero farvi pensare di abbandonare il titolo. Tuttavia MediEvil non è solo un remake di un titolo degli anni ’90, ma una vera esperienza videoludica del passato trasportata nel 2019 con un aspetto tecnico migliorato. Dopo aver finito questo remake ci chiediamo solamente quando vedremo un vero seguito della serie.