Nel 1999 la neonata 2K Sports si pose un obiettivo apparentemente impossibile: quello di spodestare l’inossidabile Electronic Arts dal trono delle simulazioni sportive. Fin dagli albori la software house provò a sviluppare prodotti tecnicamente validi e maggiormente incentrati sul realismo, seppur privi delle licenze ufficiali nelle mani del colosso canadese. La svolta avviene nel 2005 con l’acquisizione dei talentuosi programmatori da parte di Take Two Interactive che gli fornisce i mezzi necessari per competere con gli storici rivali. A distanza di 15 anni i risultati sono sotto gli occhi di tutti. EA continua a detenere la leadership nella gran parte dei titoli sportivi (trascinata dall’inarrestabile successo della serie Fifa) ma ha dovuto cancellare una delle sue saghe più redditizie: NBA Live. Una scelta dovuta all’ascesa del brand NBA 2K divenuto il dominatore delle simulazioni dedicate alla popolare lega americana di basket.
Purtroppo nell’ultimo quinquennio lo studio di sviluppo statunitense è incappato nello stesso errore della concorrenza, ovvero quello di legarsi alla pubblicazione annuale dei capitoli dedicati alla serie, proponendo prodotti praticamente identici, privi di innovazioni sensibili e sempre più legati ad invasive microtransazioni. Il “disastro” è avvenuto con l’edizione 2020, capace di scontentare pubblico e critica, a causa di un balordo sistema “pay to win”, deleterio alla competitività delle sfide della variante “My Team”. Nonostante 2k Sports abbia provveduto prontamente a correggere l’errore, il danno era ormai irreparabile, segnalato ovunque da una community inferocita, pronta a gettare benzina sul fuoco a causa dalle scelte nefaste degli sviluppatori. NBA 2k21, presentato all’evento Sony dedicato alla PlayStation 5, è probabilmente l’episodio più difficile delle serie per due motivi. Il primo è legato alla natura “cross-gen” della produzione, foriera di due versioni distinte che rischiano di scontentare la nuova e la vecchia utenza, visto l’enorme e complesso sforzo produttivo. Il secondo è invece una conseguenza dello stato di pandemia dovuto alla diffusione del virus Covid 19, che ha costretto alla sospensione del campionato NBA, ripreso da poche settimane e ancora in corso durante la compilazione di questo articolo. Un fattore non da poco, visto che le rose sono rimaste invariate rispetto all’edizione precedente, in mancanza del nuovo draft e del mercato che infiamma l’estate di tutti gli appassionati del pallone a spicchi.
La prima cosa che balza all’occhio all’avvio della nuova simulazione di 2k Sports è il menù di gioco, soggetto ad un sensibile restyling. La barra preposta alla selezione delle varianti del titolo è stata posizionata nella parte bassa dello schermo e presenta un look alquanto “minimalista” ed essenziale. Una scelta ininfluente sulla fruibilità del prodotto che per quanto visivamente gradevole, risulta meno funzionale dell’edizione precedente, dotata di comode finestre a tendina facilmente accessibili. NBA 2K21 presenta la stessa playlist del predecessore e non offre alcuna novità alla sua comunque notevole offerta contenutistica. Troverete nuovamente i match rapidi e le sfide online nelle quali potrete affrontare tanto la CPU (dotata degli stessi livelli di difficoltà) quanto gli avversari in rete. Il “Match of the Day” vi permetterà di simulare la partita prevista in giornata, con il roster dei cestisti aggiornato sugli infortuni e le eventuali squalifiche. “My Team” e la modalità “Carriera” continuano ad essere il piatto forte della produzione, l’uno votato all’esperienza multigiocatore sullo stile di Fifa Ultimate Team, l’altro dedicato ad una versione cinematografica di questo splendido sport, con la creazione del nostro atleta e il lunghissimo percorso di crescita che lo porterà a primeggiare nella lega. A distanza di anni, entrambe le varianti per quanto estremamente diverse tra loro, continuano a conservare un fascino indiscutibile capace di catturare l’utente fin dalle prime battute e di garantire una longevità pressoché infinita, anche grazie agli eventi e alle sfide giornaliere e settimanali.
Costruire il quintetto dei propri sogni, assicurandosi le prestazioni di giocatori attuali o delle leggende del passato e confrontarsi in rete con gli altri appassionati della modalità, regala belle soddisfazioni anche se purtroppo legate alla casualità dei pacchetti e all’inevitabile vantaggio delle microtransazioni. Le uniche modifiche di rilievo da segnalare nella “mia squadra” riguardano le carte “distintivo” che consentono di potenziare alcuni cestisti tramite il soddisfacimento di determinati requisiti (punti segnati, assist, stoppate ecc..) e le “dynamic duo”, ovvero un legame ultra potenziato che si crea nel caso si possegga una delle coppie più famose della storia dell’NBA. Anche la playlist “carriera” è alquanto avara di novità, costituite da un’inedita, emozionante storia da vivere in prima persona e da minime implentazioni sulla configurazione delle caratteristiche fisiche e tecniche del proprio alter ego virtuale, settabili tramite una rinnovata interfaccia grafica. Il principale difetto di questa variante risiede in alcune sequenze filmate, piuttosto approssimative e penalizzate da sconcertanti filmati in bassa risoluzione che vanificano l’espressività degli attori principali e contrastano nettamente con il colpo d’occhio fornito dal campo da gioco. Nel complesso ci saremo aspettati un numero maggiore di implementazioni in questa edizione e non delle semplici “rifiniture” alle ormai “storiche” playlist.
Una volta giunti sul parquet, NBA 2K21 torna a mostrare i muscoli, grazie all’incredibile cura dei dettagli che ha reso famosa la serie. Rispetto al predecessore sia l’aspetto visivo che il gameplay hanno giovato di piccole modifiche, in grado di rendere la simulazione ancora più realistica e spettacolare. La riproduzione maniacale di tutti i giocatori della lega, sia dal punto di vista estetico che nelle movenze continua a stupire, così come l’illuminazione dinamica dei protagonisti e l’atmosfera che si respira durante le partite, arricchita dal ritmo cadenzato delle stesse e dall’assordate e tangibile supporto del pubblico. Nonostante i limiti hardware dell’attuale generazione siano stati già raggiunti con l’episodio precedente, 2K Sports ha provato a migliorare un comparto grafico capace di sfiorare la perfezione, al punto da assottigliare le differenze tra il videogame e la realtà. L’esperienza di gioco è stata impercettibilmente rifinita da un sistema di controlli preciso e reattivo che mostra un miglioramento sia nelle fasi di tiro che nei passaggi. Il tutto risulta ancora estremamente credibile, partendo dalla fisica della palla fino alle splendide animazioni, puntuali nel sottolineare i contatti fisici tra gli atleti.
L’intelligenza artificiale dei compagni di squadra e degli avversari mostra un sufficiente passo in avanti nell’applicazione degli schemi e nella capacità di evitare la ripetizione pedissequa delle tattiche vincenti. La componente strategica costituisce, ancora una volta, uno degli aspetti più convincenti della produzione con centinaia di varianti selezionabili, degne dei migliori allenatori di basket, ferma restando la possibilità di lasciarne l’esecuzione alla CPU in modo da rendere il gameplay lievemente più “arcade” senza snaturarne l’essenza. Tutto molto bello anche se purtroppo praticamente uguale alla versione 2020.
Da quanto emerso finora, NBA 2K21 resta il titolo di riferimento per tutti gli amanti del pallone a spicchi, confermandosi come una delle migliori simulazioni sportive presenti sul mercato. In realtà c’è un fattore che ne inficia pesantemente la valutazione complessiva e che non può essere trascurato nei criteri di valutazione dell’opera: il prezzo.
Le poche novità proposte non possono giustificare la cifra richiesta per acquistare un prodotto (70€ per che l’edizione standard) che può essere considerato come un’upgrade dell’episodio precedente. Tutti i possessori dell’edizione 2020 potrebbero restare molto delusi da quella che è un’evidente operazione commerciale di 2k sports che avrebbe dovuto presentare questo “nuovo” capitolo per quello che è realmente: un’espansione.
L’impossibilità di aggiornare il roster delle compagini e la quasi totale assenza di playlist originali sono caratteristiche che non possono essere ignorate anche alla luce dei pregi elencati. Un difetto notevole che vanifica il tentativo della software di restituire lustro al suo prodotto di punta. Il nostro consiglio è quello di attendere la versione next gen del gioco che si preannuncia ancora più spettacolare dal punto di vista tecnico. Anche se siete dei “maniaci” della saga vi suggeriamo di aspettare un netto calo di prezzo del gioco che lo renda più consono all’offerta contenutistica. Un’occasione mancata da parte di 2k Sports che rischia di scontentare ulteriormente i fan del brand, facendo passare in secondo piano un prodotto che suppur troppo simile al predecessore, risulta qualitativamente ineccepibile.