New Joe & Mac Caveman Ninja
Fino a qualche decina di anni fa, la passione per i dinosauri era limitata agli studi sui libri di scuola e a qualche fedele disegno artisticamente realizzato ad hoc. Negli anni ’90 arrivò il primo Jurassic Park, che alzò enormemente l’interesse verso l’argomento dinosauri grazie ad una notevole realizzazione tecnica degli stessi in CGI. Qualche anno prima però, precisamente nel 1991, l’uomo e i dinosauri avevano già avuto qualche scontro. E non al cinema, ma in sala giochi.
Stiamo parlando del primo Joe & Mac Caveman Ninja, un action platform che all’epoca ottenne un buon riscontro di pubblico, proponendo due protagonisti cavernicoli buffi ed originali alle prese con altrettanti cavernicoli nemici che avevano rapito le loro donne. La sfida di oggi, da parte del team di sviluppo Mr. Nutz Studios e dell’editore Microids – dopo il buon remake di Toki – è di riproporre il celebre gameplay di un tempo unito ad un comparto tecnico rivisto ed aggiornato. La cosa difficile è però riuscire a far piacere un genere molto in voga 30 anni fa, ma in netto calo ai giorni nostri.
Versione provata: PlayStation 5
Qualcosa funziona, qualcosa no
La vera difficoltà nel riproporre titoli di successo di tanti anni fa è quella di mantenere i punti di forza dell’epoca, unendoli a qualcosa di nuovo, per creare un mix vincente che piaccia alle nuove generazioni e che, allo stesso tempo, accontenti i fans di vecchia data. Si tratta di una sfida sempre molto difficile, non solo perchè è dura riuscire ad accontentare tutti, ma soprattutto perchè è difficile far apprezzare un genere il cui interesse è vistosamente calato negli anni e che, a distanza di tanto tempo, rischia di annoiare.
Prima del gioco vero e proprio, come al solito, diamo un’occhiata al menù opzioni. Arriva purtroppo la prima grande delusione: l’unica vera opzione è quella per cambiare la lingua. Davvero poco se si pensa che, così come altre riproposizioni di titoli decennali, si sarebbero potute integrare opzioni e features in-game per migliorare l’esperienza generale.
Ad esempio la possibilità di riavvolgere il gameplay con un tasto – ottimo per provare e riprovare in alcune sezioni piuttosto difficili, senza dover rifare tutto da capo –, l’opzione per vite e continue infiniti per godersi la storia senza sudare troppo, la possibilità di farsi aiutare in co-op da qualche utente online, possibilità di passare alla vecchia grafica in pixel art premendo un solo pulsante, scegliere tra la vecchia soundtrack e quella nuova, rallentare o velocizzare il gameplay, e molto altro.
Possiamo scegliere tra la classica modalità Arcade, identica a quella di un tempo, e quella Estesa che aggiunge alcune schermate nei vari livelli, rendendoli un po’ più lunghi anche se, in generale, ciascuno di essi resta piuttosto breve se affrontato da qualcuno con un po’ d’esperienza. Anche in questo caso, si sarebbe potuta sfruttare l’occasione per creare qualche livello in più, magari tentando di creare qualche livello con un approccio in 2.5D (alla Final Fight o Golden Axe, tanto per intenderci). Oppure, ad esempio, una mappa stile Super Mario Bros 3 per spostarsi da un livello all’altro, scegliendo ogni tanto una tra due possibili strade, affrontando livelli bonus opzionali e tutto il resto.
Uno dei punti di forza è senz’altro la grafica, ridisegnata ad arte e con colori vivi e moderni, che rendono bene l’idea dell’ambientazione ed aiutano il giocatore a distinguere su schermo i vari nemici come cavernicoli, volatili, dinosauri, piante carnivore e molto altro. Purtroppo non si può dire lo stesso della velocità di gioco, forse uno dei punti deboli della produzione. Possiamo dire che sia rimasta praticamente la stessa di un tempo, il che non dev’essere per forza un difetto, ma si poteva perlomeno aggiungere un’opzione per velocizzare sia il movimento dei protagonisti che quello dei nemici, rendendo il tutto più dinamico e divertente.
La lentezza generale del gameplay è forse la cosa più fastidiosa, almeno per chi è abituato a titoli molto più frenetici. Purtroppo c’è una meccanica di gioco che ci obbliga comunque ad essere veloci: l’energia vitale scende lentamente, costringendo il giocatore ad uccidere continuamente nemici sullo schermo per ripristinarne una piccola parte, senza però poter fermare il costante svuotamento della barra vitale. Questo per fortuna non accade durante le boss fight, ma non toglie che si tratti di una scelta piuttosto discutibile e che, vista la già citata lentezza del gameplay, alza di non poco la difficoltà del gioco, aggiungendo un forte senso d’ansia che non aveva nessun motivo di esistere.
Questa scelta si trasforma così in un timer che rende il gioco quasi fastidioso, specie quando veniamo colpiti – spesso in maniera casuale o ingenua – da un nemico o da un proiettile vagante come una pietra rotolante, un macigno e così via, togliendoci un bel pezzo di energia vitale e trasformando i pochi secondi di vita che ci rimanevano in morte certa. Se poi si scopre che si riparte da inizio livello senza checkpoint, lo scoraggiamento prende forma di bandiera bianca già ben issata e sbandierata in alto, portando buona parte dei giocatori ad arrendersi presto già nei primi livelli ed abbandonare il gioco.
Alti e bassi
Tolta la costante perdita d’energia vitale, il gameplay risulta piuttosto piacevole e soprattutto divertente. Anche se piuttosto lento, come ampiamente discusso prima, prendere i nemici a colpi d’ascia ci dà un certo senso di soddisfazione, specie nel vederli sgranare gli occhi quando vengono colpiti, oppure terrorizzati da un colpo ricevuto per poi tentare una divertente fuga a gambe levate.
Come un tempo, i momenti migliori di ogni livello restano le boss fight. Ogni boss ha il suo modo di essere affrontato ma, finchè non si è a conoscenza della tattica giusta, potrebbe risultare piuttosto difficile. Una cosa di cui tener conto è che spesso il colpo caricato risulta molto più efficace della raffica di singoli (e deboli) colpi, dobbiamo quindi allenarci e provare più volte prima di capire dove colpirlo e con quale tempismo, spesso alternando colpi con salti per evitare attacchi rapidi ed improvvisi.
A lungo andare, purtroppo, nei più grandicelli è facile avvertire un senso di noia e di ripetitività, a causa della lentezza generale del gameplay unita alle poche tipologie di nemici. Possiamo quindi affermare che il target di giocatori a cui si rivolge questa produzione sia di una fascia d’età piuttosto bassa. Un paradosso, se si considera che i giocatori che attendevano questo remake più di chiunque altro hanno ormai superato i 40 anni. Ciò non toglie che i figli dei fans ormai adulti possano apprezzare il gioco, ma i tempi in cui Joe e Mac ci attiravano in sala giochi a suon di gettoni sono ben lontani.
Conclusioni
Forse si sarebbe potuto optare per proporre il remake di tutta la trilogia, magari con qualche intero livello in più e, perchè no, una modalità multiplayer online fino a 4 giocatori, il che avrebbe reso il titolo molto più appetibile grazie a idee davvero innovative. Tirando le somme, questa produzione supera la sufficienza ma non riesce ad andare oltre, sia per le tante potenziali idee che gli sviluppatori avrebbero potuto implementare, sia per la già citata perdita costante di energia vitale che rende frustrante il gioco, abbassando di molto il voto finale.