“The last Duel” è il nuovo – ma non ultimo – film del plurinominato regista statunitense Ridley Scott che vanta un cast stellare tra cui Matt Damon, Ben Affleck, che hanno lavorato anche alla stesura della sceneggiatura, e i due astri nascenti Jodie Comer e Adam Driver. Il regista americano vanta nella sua carriera uno smisurato numero di film e ha da sempre dimostrato la sua grande versatilità toccando tutti i generi nel panorama cinematografico.
Si è cimentato nella fantascienza con l’horror “Alien“, “Blade Runner” – un cult nel suo genere – e il più recente “Sopravvissuto. The Martian” che gli è valsa una candidatura agli Oscar per miglior film; passando per i Road movies con “Thelma e Louise” e per i thriller drammatici come “Nessuna Verità” e “Tutti i soldi del mondo“.
Con “The Last Duel” il regista è tornato ad un altro genere che lo ha reso indubbiamente famoso al pubblico di tutto il mondo ed in cui dimostra tutta la sua bravura nella cura del dettagli e nel realismo: gli storici d’azione per cui non possiamo non nominare i suoi più grandi successi al botteghino quali il cult “Il Gladiatore“, “Le Crociate” e il suo primo lungometraggio “I duellanti” per citarne alcuni.

The last duel
Trama
“The last Duel” è ambientato nella Francia del XVI secolo durante la reggenza di Carlo VI di Francia. La novella sposa del cavaliere normanno Jean de Carrouges, Marguerite de Thibouville dichiara di aver subito uno stupro dallo scudiero favorito a corte Jacques Le Gris, introdotto nella sua dimora con l’inganno, in una giornata in cui la giovane donna era stata lasciata completamente sola.
L’impavido cavaliere De Carrouges, per risanare il suo orgoglio e quello della moglie, lancerà il guanto di sfida contro il suo vecchio amico Le Gris e i due si sfideranno nell’ultimo Duello di Dio legittimato dalla legge francese che sancirà, per volere divino, la veridicità dell’accusa e il destino della giovane Marguerite.
Regia e sceneggiatura.
“The last Duel” è l’adattamento cinematografico del romanzo storico del 2004 “L’ultimo duello. La storia vera di un crimine, uno scandalo e una prova di combattimento nella Francia medievale” di Eric Jager. Nel citato romanzo viene raccontato quello che è stato l’ultimo duello di Dio concesso della Francia dell’epoca, a seguito di uno dei più leggendari scandali che ha infiammato la corte di Carlo VI.
Attraverso un’accurata ricerca e un attenta lettura degli atti e dei vari documenti ritrovati, lo scrittore è riuscito a delineare non solo i contorni, a volte sfumati e confusionari, della scabrosa vicenda, ma anche a fornire una panoramica dettagliata della crisi del sistema feudale e degli intrighi e le implicazioni politiche che alleggiavano intorno alla suddetta denuncia.
Ridley Scott, senza annoiare o appesantire, è riuscito ad inserire tutti questi dettagli che ruotano attorno alla storyline principale per creare un quadro storico accurato e realistico. Eccetto per qualche licenza linguistica di dubbio gusto, le tradizioni e i costumi dell’epoca con annessa un’ambientazione ricca di dettagli ma al tempo stesso diretta e spartana, hanno permesso allo spettatore di entrare pienamente nel mondo medievale e assaporarne le mille sfaccettature. Magistrali sono state le sue riprese sul campo di battaglia e nel duello finale, in cui però la grandiosità e l’epicità percepita nei suoi precedenti lavori, cedono il passo ad una rappresentazione estremamente cruda e realistica dello scontro che non mantiene il giusto phatos.
Una scelta che invece si è dimostrata vincente, seppur rischiosa, è quella di analizzare la storia principale da ben tre punti di vista: quello di sir de Carrouges, di Le Gris e infine quello di Lady De Thibouville da cui poi procede la narrazione verso il leggendario duello. Per ben tre volte vengono proposte le stesse dinamiche, gli stessi eventi, con anche i medesimi dialoghi ma visti ogni volta con occhi diversi, con gli occhi dei tre protagonisti della storia. Le carte in tavola vengono rimischiate continuamente offrendo diverse prospettive che fanno sorgere dubbi, perplessità e spingono lo spettatore ad entrare in connessione con ognuno dei personaggi cogliendone aspetti sempre nuovi.
Per sorreggere un progetto così articolato fondamentale è sicuramente una solida e ben strutturata sceneggiatura. Nella stesura di quest’ultima hanno collaborato ben tre figure: il duo premiato agli Oscar con “Will Hunting” Matt Damon e Ben Affleck e la sceneggiatrice Nicole Holofcener. Il primo ha curato la prospettiva del suo personaggio, de Carrouges, mentre Ben Affleck quella del personaggio interpretato da Adam Driver Jacques Le Gris. La sceneggiatrice invece si è dedicata alla prospettiva del personaggio femminile riuscendo a conferirle il giusto spessore.
Il filo conduttore che lega le due visioni maschili è la figura di Marguerite che si ritrova immischiata in piccoli screzi tra uomini orgogliosi e che non viene altro che oggettivata: è la figlia di un traditore, che porta con sé una cospicua dote per risanare le tasche del padre la nuova moglie da nascondere o esibire a piacimento per la sua indiscutibile bellezza, l’oggetto del desiderio di cui però non interessa la volontà.
La voce della protagonista femminile si alza nell’ultima parte in cui si racconta la verità dei fatti ma, per quanto sia forte e volitiva, è la voce di una donna in mezzo ad un mondo di uomini, in un periodo storico in cui le donne non avevano diritti ed era più facile celare e dimenticare le violenze subite che chiedere giustizia. La giustizia ricercata da De Carrouges non è per la sua sposa, ma è proiettata sul proprio onore e la stupro subito dalla moglie non è altro che la goccia che fa traboccare il vaso.
Questo è un aspetto che, seppur lasci l’amaro in bocca, ho molto apprezzato: “The last Duel” è un film sincero e, per quanto il regista e gli sceneggiatori sposino con fervore la causa di Marguerite, rimangono fedeli alla prospettiva dell’epoca e non si cede alla tentazione di rallegrare lo spettatore con un dolce lieto fine. Anzi, la scelta di offrire le due prospettive delle controparti maschili, induce ad una pesante riflessione sui pregiudizi e le domande scomode che ancora oggi, nonostante gli anni passati, spesso si pongono mettendo in dubbio la denuncia della vittima.
Cast
A sorreggere la colossale pellicola di ben 2 ore e 30 troviamo tre attori che hanno messo anima e cuore nella loro performance costruendo attorno ad ogni personaggio un mondo completo, sia nei difetti che nei pregi, ma mutevole. Matt Damon, con una discutibile acconciature, si disfa della faccia da bravo ragazzo per impersonare un personaggio benevolo ma ai limiti del sopportabile. Il cavaliere Jean de Carrouges è un fedele servitore della corona, un valoroso combattente sempre in prima linea per onorare il suo re, ma è orgoglioso, rancoroso e si lascia guidare dalla sua incontrollabile irascibilità che non fa che accrescere la sua pessima reputazione.
Dall’altra parte abbiamo invece Adam Driver che veste i panni di Jacques Le Gris uno scudiero molto colto e riflessivo che è seguito però dalla fama di essere un gran donnaiolo. Il suo personaggio appare inizialmente come il più equilibrato ma si rivela essere il più subdolo e calcolatore. E’ un abile arrampicatore sociale, presuntuoso e dall’animo corrotto che si serve del suo fascino e della sua istruzione nella scalata al successo a corte che non risparmia colpi a nessuno, soprattutto a De Carrouges, precedentemente alleato ed amico in battaglia.
Al fianco dei due uomini si muove con eleganza il personaggio di Marguerite De Thibouville interpretata da Jodie Dormer che è semplicemente meravigliosa. L’attrice britannica salita alla ribalta con la serie “The White Princess” di Starz e “Free Guy“, in “The last Duel” porta in scena una donna riservata e consapevole del ruolo che deve ricoprire, e da cui non si sottrae, ma che al tempo stesso è forte e decisa nel perseguire la sua battaglia scegliendo di non tacere ma di denunciare la terribile violenza subita.
La grande maestria dell’attrice però, risiede soprattutto nella sua capacità di trasformare la sue eroina a servizio della narrazione: il suo personaggio viene prima descritto con gli occhi degli uomini che hanno stravolto la sua vita e ognuno la dipinge a suo piacimento al fine di portare avanti la propria prospettiva. Per arrivare a cogliere la vera essenza e le fragilità di Lady De Thibouville bisogna attendere il suo punto di vista e solo in quel momento la storia prende forma e tutti i lati oscuri si illuminano scuotendo gli animi e suscitando sgomento e sdegno.