Syder Reloaded è la riproposizione di uno sparatutto 2D a scorrimento orizzontale apparso su mobile, con un discreto successo, qualche anno addietro. Ad opera dell’italianissimo bolognese Studio Evil, autore tra l’altro dell’Action/RPG Super Cane Magic Zero, l’originale Syder Arcade si era rivelato un titolo indubbiamente divertente e ben realizzato. Quale motivo dunque per non proporlo su una console vera e propria? Ecco quindi arrivare questa versione per Nintendo Switch che, oltre a beneficiare di uno schermo più grande e dei JoyCon, si presenta in una veste profondamente rinnovata e migliorata da molti punti di vista.
Up, Down, Left, Right
Gli sparatutto 2D sono uno dei generi più antichi presenti nel mondo dei videogame, ma nel corso dei decenni vi sono state numerosissime varianti. Syder Reloaded è presentato sul sito ufficiale come uno shooter a scrolling multidirezionale. Ad onor del vero questo termine è leggermente forviante, dal momento che si potrebbe esser indotti a credere che si tratti di uno sparatutto con visuale a volo d’uccello, “dall’alto”, insomma. In realtà lo scrolling è esclusivamente orizzontale ma, al contrario della maggior parte dei titoli di questa sottocategoria, il suo avanzamento non è automatico e monodirezionale. Alla navicella che piloteremo è data la possibilità di rivolgere la propria prua a destra od a sinistra e di avanzare o retrocedere in entrambe le direzioni. Potremmo definirlo uno scrolling bidirezionale. Questo tipo di gestione del movimento, complessa da spiegare ma intuitiva di fronte al gioco, non è affatto una novità nel mondo degli sparatutto 2D. Il più antico e noto capostipite è Defender, coin-op del 1980/81 e trasposto su diversi hardware dell’epoca. In comune questo illustre progenitore, Syder Reloaded ha anche una minimappa, presente nella parte alta dello schermo. Grazie ad essa si potrà tenere d’occhio tutto il campo di battaglia, il dislocamento delle unità nemiche, quello dei bonus ed altri tipi di oggetti come ostacolo o unità alleate.
Alieni, alieni ovunque!
L’ambientazione spaziale si apre con il classico attacco alieno ai danni di una colonia spaziale, Miza, abitata da una popolazione umana. Purtroppo, il gioco ci catapulta immediatamente sul menù principale, del quale vi parleremo a breve. Avremmo senz’altro gradito una piccola intro animata, per illustrare con un po’ più di enfasi gli antefatti che danno spunto al gioco. Scopriremo tutto dalle schermate di inizio livello e dai dialoghi in-game tra i protagonisti.
Intro d’inizio livello
Oltre alle consuete voci delle opzioni e dei credits, il menù ci offre, una volta selezionata la voce “nuova partita”, si scegliere tra tre diverse modalità di gioco. Campagna, Sopravvivenza ed Addestramento. Quanto a quest’ultimo vi sarà la possibilità di far esperienza in due livelli-simulazione. Purtroppo, nel secondo di essi la grafica è “riciclata” da uno degli Stage della modalità principale, quello finale oltretutto. L’addestramento in questo livello è comunque divertente ed è una sorta di slalom a cronometro per imparare a gestire al meglio la propria navicella e destreggiarsi con essa. Sopravvivenza è la classica modalità rivolta agli hardcore gamers. Verremo catapultati in uno scenario bellico dove semplicemente dovremo cercare di resistere il più a lungo possibile ad orde incalzanti di formazioni nemiche. Chi ama le sfide avrà pane per i suoi denti.
Tutti al “poligono di tiro” per un po’ di sana pratica!
Il duro lavoro del pilota spaziale
Indubbiamente la modalità campagna è il piatto forte della produzione. Come prima cosa vi verrà chiesto di scegliere la vostra navicella preferita da un set iniziale di tre modelli, ciascuna con il suo armamento predefinito e non modificabile. Dopodiché verrete catapultati nell’azione ed inizierete a vivere l’avventura di un pilota che, nel corso di svariati scontri con le forze nemiche, pian piano riuscirà a respingere la minaccia aliena e salvare le sorti della sua gente. A fronte di un’ovvia scarsa originalità di fondo, va detto che gli avvenimenti narrati risultano adeguati e piuttosto vari. Ad esempio, già nella seconda missione, vi verrà richiesto di effettuare una scorta (e difesa) della vostra nave madre. Pur con il denominatore comune dell’ambientazione spaziale-fantascientifica, i sei livelli sono piuttosto ben differenziati tra loro, sia in termini di varietà di fondali, sia di nemici e situazioni di gioco. Una volta superato uno stage, sarà possibile rigiocarlo singolarmente, accedendovi sempre dalla modalità campagna. Un’opportunità invero poco fruibile. Giocando ad un livello di difficoltà impegnativo, le chance di sopravvivenza nell’affrontare i livelli avanzati, partendo con un armamento al minimo, sono davvero risibili. È un po’ la sindrome del tutto o niente; o il gioco lo si porta dall’inizio alla fine, o è meglio desistere.
Una gigante gassosa fa da sfondo ad una furiosa battaglia
Tattiche di sopravvivenza
Anche grazie al particolare tipo di scrolling di cui vi abbiamo parlato ad inizio recensione, ciascun stage comporta un approccio con un minimo di strategia. Merce davvero rara e preziosa in titoli di questo genere. Ad esempio, può rivelarsi una tattica parecchio utile lasciare sul campo di battaglia bonus e ricariche di cui non abbiamo immediata necessità. Dal momento che resteranno in maniera permanente a fluttuare nello spazio, potranno essere raccolti ed utilizzati in un secondo momento, quando per l’appunto potremmo essere in uno stato di necessità. Gli stessi nemici che presidiano l’area avranno comportamenti specifici, nei confronti dei quali occorrerà adottare uno specifico approccio. È il caso, ad esempio, di alcune forze ostili a vaga forma di fungo che, se attaccate dall’estremità del cappello, non subiranno alcun danno. Occorrerà aggirarle e colpirle dalla parte del gambo, naturalmente prima che si girino e si ricollochino con il lato protetto rivolto verso la vostra linea di fuoco.
Raccogliere al momento giusto i cubetti gialli sarà fondamentale
Ogni resistenza è inutile
In sintesi, l’esperienza di gioco risulta varia e divertente. Anche appagante? Dipende. È infatti arrivato il momento di analizzare un altro aspetto di peculiare importanza di questo Syder Reloaded: la difficoltà. Lo è, parecchio. Dei quattro livelli di sfida proposti, anche giocando al meno impegnativo avremo qualche grattacapo a portare a termine il gioco. Meno male che tale grado di difficoltà è denominato “Turista”! Molto spesso ci troveremo infatti a gestire situazioni da vero e proprio Bullet Hell e la nostra capacità di fuoco potrebbe il più delle volte rivelarsi intrinsecamente inadeguata per far fronte alla mole di nemici che ci assale. I livelli di difficoltà sono peraltro dettagliatamente illustrati nella schermata di selezione. Per ciascuno di essi, ci viene infatti visualizzato lo specifico moltiplicatore di quattro parametri. Potremo quindi osservare quanto cadenza di fuoco nemica, resistenza ai colpi, danno del proprio fuoco e moltiplicatore punti vengano incrementati o decrementati rispetto ad un fattore base di uno. Che siate dei virtuosi o storicamente impacciati in questo tipo di giochi, la sfida, lo ripetiamo, resta davvero alta. A poco oltretutto ci viene in soccorso la curva d’apprendimento e l’abitudine. Certo, qualche strategia si può scoprire e mettere in campo, come quella già descritta di tenersi da parte bonus e repair vari, ma anche la memorizzazione di pattern e successioni di attacco nemici è di scarso aiuto. Quello che conta sono i riflessi e quelli, o si hanno o non si hanno. Purtroppo, molte volte, potrebbero non essere abbastanza persino loro.
Lo potremmo definire un Bullet Hell?
Questione di hardware …e di periferiche
A margine di quanto detto occorre poi fare delle precisazioni circostanziali. Abbiamo sviscerato il titolo sia in modalità mobile, sia con la Switch collegata al Dock e usando come periferica di input il Pro Controller. Nel secondo caso le cose cambiano drasticamente il meglio e, senza dubbio, gli slalom tra i proiettili avvengono con successo in maniera molto più frequente. Questo peraltro è un aspetto che stupisce, essendo un titolo che, come detto, è nato per il mondo mobile degli Smartphone. Ci siamo oltretutto presi la briga di riscaricarci il vecchio Syder Arcade HD su un vecchio Asus Zenfone 2.
Per una disamina approfondita, siamo andati a recuperarci il vecchio Syder Arcade HD su mobile.
La difficoltà era, comprensibilmente decisamente meno impegnativa. Di contro, lo annotiamo qui, le migliorie grafiche l’evoluzione nel feeling di gioco è stata davvero notevole. Tornando questa versione Switch, non abbiamo avuto modo di testare Syder Reloaded si una console modello Lite, ma temiamo che in questo scenario, il peso della difficoltà sia ancora più acuto.
Tirando le somme per quanto riguarda l’impegno richiesto dal gioco, ci sentiamo di esprimere qualche perplessità, non tanto sulla bontà complessiva del prodotto, quanto sulla scelta decisa in fase di sviluppo d’innalzare così tanto la difficoltà. Malignamente si potrebbe esser portati a credere che questa via possa esser stata intrapresa per incrementare la longevità del prodotto ma, se così fosse, potrebbe non esser stato lo stratagemma ideale. Persino l’ottenimento di modelli più performanti di navicelle soggiace a dei requisiti, dichiarati apertamente nella schermata di selezione, decisamente ostici da raggiungere. Anche questo caso, rendendo i modelli più evoluti leggermente più accessibili, si sarebbero garantite una progressività ed una rigiocabilità del titolo decisamente migliori, incrementando così la longevità in maniera molto più solida e trasversale.
Una schermata che vedrete piuttosto spesso
Panorami ed incontri nello spazio e non solo
Dal punto di vista tecnico, l’impatto grafico di Syder Reloaded non ha nulla da invidiare alle migliori produzioni del genere. Le ambientazioni sono ricche di dettagli e coniugano con sapienza e ricchezza di dettaglio anche le ambientazioni must di questa categoria di giochi, come ad esempio il campo di asteroidi. Anche la varietà dei nemici è ampia e gli stessi risultano ben caratterizzati, con stili d’attacco ben differenziati. Le animazioni sono sempre fluide, nonostante le situazioni in cui una enorme mole di proiettili “viaggia” per lo schermo. In verità, qualche piccolo calo di frame lo abbiamo notato nei livelli più avanzati, ma nulla che possa minimamente pregiudicare l’esperienza di gioco. Forse qualcosa di più si sarebbe potuto chiedere ai boss di fine livello. Convincenti, ma risultano piuttosto statici, poco animati ed in definitiva molto convenzionali. A riguardo, la barra di energia del boss di fine livello, di colore rosso, viene già visualizzata all’inizio del livello. Tutto bene, ma quando arriverete allo scontro, saprete con assoluta certezza che, azzerando la barra della minaccia di turno, avrete superato lo stage. Nessuna trasformazione a sorpresa, nessun imprevisto. In questi tipi di sparatutto, quando non se ne abusa, è carino e divertente incappare in qualche imprevisto che non ci si aspetta. Qui nulla, zero sorprese. Avete la vostra barra d’energia ed il boss ha la sua e, come in un picchiaduro uno contro uno, chi va Ko ha perso senza appello.
Sfida (contro il tempo) tra i ghiacchi
Note & Nostalgie
Un’idea molto carina, implementata in questa versione, è la possibilità di applicare dei filtri grafici al gioco, ottenendo svariati effetti. Dalla grafica a 16 bit, a quelle ancor più vetuste ad 8 bit, per finire a quelle, di fatto, monocromatiche. In pratica, Pixel Art su misura! Certo, in questo modo, nel caso in cui ce ne fosse bisogno, Syder Reloaded diviene ancor più impegnativo in termini di difficoltà, dal momento che i proiettili nemici risalteranno ancor meno.
Veste antica: Good Old Times
Se la parte grafica contiene dei rimandi ai tempi che furono, il sonoro è in tutto e per tutto al passo coi tempi. Le varie colonne sonore, in cui l’elettronica la fa quasi sempre da padrone, sono perfette ed evocatrici della giusta atmosfera. Incalzanti al punto giusto senza divenire fastidiose. Anche in questo caso la varietà tra uno stage e l’altro è tangibile e difficilmente metterete a zero le “musiche”. Quanto agli effetti sonori il lavoro svolto è comunque meritevole, con spari ed esplosioni ben realizzati e mai gracchianti.
In veste moderna
In conclusione
Syder Reloaded è una produzione sicuramente meritevole di questo porting su Nintendo Switch. Indubbiamente il lavoro di restyling è stato portato avanti in maniera profonda e con risultati notevoli. A discapito delle ottime idee e dell’indubbio divertimento, resta solo qualche dubbio sulla longevità del prodotto e della fruibilità da parte di tutte le tipologie di videogamer. Auguriamoci che questa trasposizione sia la “prova generale” per un nuovo capitolo, concepito nativamente su Switch, in grado d’offrire un’esperienza di gioco ancor più ricca, completa, variegata e bilanciata. Le risorse e le potenzialità ci sarebbero davvero tutte.
Riferimenti
Versione esaminata:
Ver. 1.0.1 (codice promo)
Hardware:
Nintendo Switch (modello classico) modalità portatile.
Nintendo Switch modalità docked su monitor 4K HDR 27”, input device Pro Controller.