Lo abbiamo provato, lo abbiamo amato, ma anche profondamente odiato. Stiamo parlando proprio di The Ascent, titolo di debutto del piccolo ma talentuoso team Neon Giant.
The Ascent è un action-rpg dalla prospettiva isometrica, ma non è un semplice Diablo-like con le pistole. Tutt’altro. Il titolo ha un’anima tutta sua, e questa si percepisce sin dai primi momenti di gioco. Una volta emersi dal deepStink, il complesso sistema fognario sotto la città bassa, verremo rapiti dal glorioso skyline dell’Arcology. Una visione incredibile, figlia di un level design – almeno nella parte visiva – pazzesco, ricca di dettagli, insegne al neon, npc, autovetture che volano ad alta velocità, su quelle strade che ben presto saranno teatro di violentissimi spargimenti di sangue. Ed è qui che il nostro personaggio muoverà i primi passi, in questa città decadente: l’Ascent Group, la grande Corporazione, è collassato e con esso tutto il sistema che teneva in piedi la baracca. Noi siamo gli schiavi del domani, in questo mondo cyberpunk, ormai mercenari allo sbando, pronti a lavorare per questa o quella piccola organizzazione che sogna di poter conquistare il potere dell’Ascent.
Ben presto però, ci renderemo conto di quanto il potere nell’Arcology sia frammentato, tra conflitti armati in bella vista, piccoli e grandi corporazioni che si pugnalano alle spalle, per quella fetta di dominio che logora chi non ce l’ha. E nel bel mezzo di tutto questo caos, ci siamo noi, affamati di quel riscatto sociale in un mondo che ha perso ogni dignità individuale. Nelle quindici ore necessarie a completare la storia principale, il nostro protagonista non si farà scrupoli nel tentare la scalata verso i piani più alti della città. Nonostante le premesse, però, non ci regalerà momenti davvero esaltanti né, tanto meno, npc che ci rimarranno nel cuore. Se da un lato abbiamo una metropoli cyberpunk visivamente impressionante, dall’altro la trama non riesce quasi mai a tenere il passo, risultando a nostro malgrado, un aspetto secondario che s’intreccia sull’ancora una volta mastodontico panorama. Risultano quasi più interessanti alcuni incarichi secondari, che ci permetteranno di esplorare in lungo e in largo la città, ma anche questi sono fini a se stessi.
Twin Stick Shooter at its finest!
Fondamentale The Ascent ripercorre la formula del classico looter-shooter. “Corri, spara, schiva e ripeti” sarà il nostro mantra nella maggior parte degli scontri. Anche se il gioco è dotato di un sistema di coperture che ci permetterà di sparare godendo di un minimo di protezione. L’IA in questo senso è ben progettata, perché le orde di nemici tenderanno spesso ad aggirarci, garantendo sempre quel dinamismo tipico dei titoli del genere. Possiamo assimilare il concetto ad una versione “pocket” di Borderlands: tanti nemici, alcuni decisamente duri, ed un discreto loot. In tal senso il loot è composto per lo più in denaro, cure, potenziamenti, armi, armature ed ovviamente punti esperienza. Quest’ultimi ci garantiranno dei punti attributo che potremo spendere per migliorare le caratteristiche del nostro alter ego digitale, creando delle vere e proprie build. Chiariamo subito un concetto: non c’è una varietà enorme di equipaggiamenti come nel sopra citato Borderlands, con tutte le infinite varianti per ogni singola arma. Ma per quello che vuole offrire The Ascent, sono più che sufficienti. Cannoni portatili, mitragliatrici leggere, fucili a pompa, sono solo alcune delle tipologie di armi che potremo equipaggiare. Oltretutto queste sono dotate di diversi elementi, dal classico danno cinetico ai proiettili incendiari e così via.
Sebbene sia soddisfacente sfoltire le fila dei nemici a colpi di fucile ad impulsi, è altrettanto divertente sfruttare le diverse mod a nostra disposizione. Perché non installare sulla nostra schiena un lanciamissili portatile? O un campo magnetico che fa esplodere i nemici alla morte? E queste sono solo alcune fra le diverse possibilità a nostra disposizione per eliminare le infinite minacce che ci sbarreranno la strada. Grazie a queste intelligenti scelte di design, il gameplay risulta sempre soddisfacente ed ogni scontro a fuoco esaltante, merito anche delle musiche tipicamente cyberpunk che scandiscono ogni scontro a fuoco. Inoltre, The Ascent è dotato di una componente multigiocatore che ci consente di affrontare l’intera avventura in coop fino a quattro giocatori, sia online che in locale. In questo caso i nemici saranno più numerosi e duri da abbattere, aumentando esponenzialmente la brutalità dei combattimenti, garantendo loot ed esperienza condivisi con l’intero gruppo.
Scelte intelligenti, ma…
Non si può dire lo stesso per ciò che concerne l’esplorazione dell’immensa Arcology. È facile ritrovarsi sperduti nel mastodontico agglomerato cittadino, per colpa di una mappa fin troppo spartana che mai ci aiuterà davvero nella navigazione fra i vari obiettivi. L’impossibilità di settare un punto sulla mappa è un’altra mancanza che si fa sentire, lasciandoci spesso spaesati, soprattutto nelle prime battute di gioco. Oltretutto spostarsi tra una zona e l’altra può risultare davvero estenuante, perché spesso e volentieri gli obiettivi sono posti in location molto distanti, obbligandoci a fare del backtracking l’unica scelta possibile. Se è pur vero che esiste una meccanica di viaggio rapido, attraverso taxi e metropolitana, questi non vengono segnalati in ordine di vicinanza nell’apposito menù. Ciò si traduce in un’inefficienza sostanziale del sistema di navigazione, che dopo diverse ore di gioco, può davvero far storcere il naso, per non parlare dei menù un po’ troppo poco user friendly. Nel complesso però, la straordinaria bellezza dei fondali e l’ambientazione cyberpunk fedelmente realizzata, riescono in un certo qual modo a smorzare quel senso di affaticamento che diversamente ci farebbe posare il pad in favore di qualcos’altro.
Piccola info a margine: al momento The Ascent non è tradotto in italiano, ma non me la sento di metterlo nei “contro”. Siamo nel 2021.