Pubblicato a inizio Novembre su PC e Google Stadia, con un ritardo di circa 15 giorni su console, è arrivato The Elder Scrolls Online: Deadlands, il nuovo DLC dell’acclamato MMORPG targato Zenimax e Bethesda, che segna la conclusione dell’avventura annuale intitolata I Cancelli dell’Oblivion.
In questo caso siamo dunque davanti alla seconda “espansione” della storia dell’avventura annuale, che prende le mosse direttamente dopo quanto accaduto in Blackwood. Come al solito ormai da diversi anni, qui troverete la nostra recensione della versione PlayStation del titolo, ed in questo caso parliamo della versione PS5. Dunque, bando alle ciance, andiamo a scoprire insieme cosa abbiamo dovuto affrontare in compagnia del nostro mitico GRGRGFB, il nome del nostro personaggio che ormai sta esplorando ogni centimetro possibile di Tamriel!
La fine della storia
In The Elder Scrolls Online: Deadlands andremo a scoprire quindi la fine della storia che ci ha visto contrapposti alla setta dei Waking Flame, un antico ordine che ha cercato di invocare Mehrunes Dagon, il principe del caos, con il chiaro obiettivo di mettere a soqquadro l’intera regione di Tamriel. Il nostro antagonista si era mostrato già nel precedente DLC, dove lo avevamo affrontato in una epica battaglia, che aveva avuto luogo nelle Deadlands che danno il nome all’espansione oggetto di recensione. Ovviamente non ci soffermeremo troppo sulla storia, per evitare spoiler a chi è intenzionato a giocare il pacchetto, ma vi diciamo che come al solito ci saranno alcuni personaggi secondari ad accompagnarci nel corso delle sei missioni che compongono l’espansione. In questo caso troviamo sia vecchie che nuove conoscenze per chi è avvezzo al mondo di TESO: abbiamo la misteriosa The Anchorite, una specie di strega che ha indosso una maschera di cui non può disfarsi, che è una novità per il gioco, ma abbiamo anche Lyranth, la potente daedra già apparsa in altri DLC.
La trama che viene raccontata nelle missioni, a nostro modo di vedere, per quanto possa sembrare comunque articolata, risulta essere un po’ piatta in più di qualche momento. La struttura “open world” del gioco tende un po’ a ridurre il tutto ad una mera esplorazione delle diverse stanze dei dungeon, e molto spesso, essendo con elementi che possono variare l’azione, vi porterà a cercare la via più breve per finire in fretta le missioni. Questo, a nostro modo di vedere, è un grande peccato, perché se ci si soffermasse sui dialoghi e sui vari elementi della trama, ne verrebbe fuori davvero qualcosa di ottimo livello.
Uno degli elementi davvero forti di questo DLC però sono indubbiamente le ambientazioni dove esso ha luogo, a nostro modo di vedere siamo ad un livello qualitativo elevatissimo. La storia si snoda principalmente tra Fargrave, la città dei mille portali che la collegano a quasi tutte le zone di Tamriel, e le già citate Deadlands. Fargrave risulta una metropoli viva, dai richiami quasi orientali (elemento che si denota anche di più che in Elsweyr, dove il richiamo verso la cultura orientale è molto forte), piena zeppa di cose da fare e da vedere, ma soprattutto sempre pronta a fornirci un qualche personaggio particolare da incontrare. Ma sicuramente l’ambientazione che ha colpito di più la nostra fantasia sono le Deadlands: queste sono delle lande irte di pericoli, che vedono delle zone vulcaniche, ma dovrete stare attenti nelle vostre esplorazioni, in quanto vi capiterà di incontrare zone dove ci sono continue scariche di fulmini che ovviamente vi faranno danno. Insomma, queste scelte stilistiche rendono assolutamente l’idea della pericolosità del luogo.
Un altro elemento che abbiamo apprezzato in The Elder Scrolls Online: Deadlands sono sicuramente le boss fight. Oltre a quelle presenti nell’arco della storia principale, che spiccano certamente per il fatto che cercano di portare un vento di novità nell’impostazione di questa tipologia di battaglie, è da notare la presenza di diverse boss fight secondarie, tutte molto interessanti da giocare, e che ovviamente vi consigliamo di fare in quanto vi permetteranno di fare esperienza e raccogliere nuovi elementi da usare in battaglia. Si tratta di battaglie che sicuramente non risaltano per la loro difficoltà, ma che comunque sanno divertire in quanto comunque puntano a far lavorare la nostra mente per elaborare una strategia vincente.
In conclusione
The Elder Scrolls Online: Deadlands sicuramente non risulterà essere uno dei migliori DLC mai creati per l’MMORPG di Zenimax e Bethesda, ma comunque lo si può considerare come una degna conclusione per quanto concerne questo anno di contenuti. La qualità è indubbiamente presente, ma come detto, emerge moltissimo questa “necessità dell’open world”, che si fa sentire in maniera troppo importante quando si tratta di andare a seguire una trama che comunque è ben costruita, ma si perde nella vastità del mondo stesso, che “mangia” tutto e tende a far passare la voglia al giocatore di seguirla.
Gli elementi per un qualcosa in più ci sono tutti, e per quanto comunque il DLC meriti, rischia di passare troppo come un’occasione persa. In realtà è un contenuto aggiuntivo che va giocato perché come detto chiude in maniera degna la storia dei Cancelli dell’Oblivion, e sicuramente vi lascerà con la voglia di aspettare pazientemente il prossimo anno di contenuti per The Elder Scrolls Online.