Picchiaduro a scorrimento stile anni ’90? Sì grazie. Durante questa console-generation, soprattutto dall’uscita della Switch, ne abbiamo provati alcuni niente male come Raging Justice, capaci di riprendere le orme di titoli intramontabili come Final Fight e Streets of Rage – qui la recensione del quarto capitolo – con realizzazioni nostalgiche ma anche al passo con i tempi, grazie ad un comparto tecnico moderno ed un gameplay che è andato a limare le (piccole) pecche dei gameplay di un tempo, i cui limiti erano dovuti principalmente ai limiti dell’hardware sui quali giravano. The TakeOver è un interessante picchiaduro a scorrimento di Dangen Entertainment, che spicca non solo grazie ad un ottimo gameplay, ma offrendo anche un comparto tecnico di alto livello e diversi livelli bonus che svariano su altri generi molto in voga qualche anno fa.
La trama di The TakeOver si differenzia leggermente da altre del medesimo genere. Se solitamente abbiamo scatenato risse videoludiche per salvare la nostra ragazza o fermare una qualche organizzazione criminale, qui si tratta non solo di sgominare la forte ondata di violenza che si è abbattuta sulla città, ma anche di salvare la figlia della coppia protagonista. Apprendiamo del suo rapimento grazie alle scene d’intermezzo animate stile fumetto americano: tornata a casa, la nostra protagonista trova la casa sottosopra e viene a sapere del rapimento della piccola. Avvisato il suo compagno ed un amico veterano di guerra, il trio si lancia così all’inseguimento dei rapitori. Ed è qui che entriamo in gioco noi.
Sgominiamo le bande per strada
L’impatto col gioco vero e proprio ci colpisce fin da subito. The TakeOver mostra gli artigli con un comparto grafico di prim’ordine, con personaggi dettagliati ed animati in modo fluido e realistico, ma soprattutto scenari curati nel minimo dettaglio. Questi ultimi sono molto interattivi ed offrono al giocatore casse da rompere, ostacoli da frantumare e statue da distruggere con una frequenza molto alta rispetto a titoli dello stesso genere. Ma ciò che risalta all’occhio è la costante aggiunta di effetti come una realistica pioggia scrociante, scintille trasportate dal vento, mare che sbatte sugli scogli, fulmini occasionali sullo scenario, o addirittura il gong di una tribù col quale dare l’allarme per far scoccare una miriade di frecce e colpire i numerosi nemici sullo schermo. È evidente che gli sviluppatori hanno cercato di introdurre svariate idee innovative, molte di queste ben riuscite e contestualizzate negli scenari in cui risiedono. A tutto ciò si aggiunge una soundtrack dinamica e coinvolgente, perfetta per la natura cruda e violenta del gioco. Unica piccola pecca è la presenza di qualche occasionalissimo freeze (forse un decimo di secondo) che ci è capitato di scorgere ogni tanto, ma che non influisce sul gameplay in sè.
All’inizio scegliamo uno dei tre protagonisti, tutti e tre chiaramente ispirati a quelli di Final Fight. Ethan è il protagonista maschile, che ricorda molto Cody sia nell’aspetto che nel modo di combattere; possiede qualità fisiche ben calibrate ed è perfetto per i principianti. Megan è la ragazza di Ethan, controparte di Guy in Final Fight, e rispetto al fidanzato possiede una forza fisica minore compensata da una maggior velocità. I due sono i genitori di Vanessa, la ragazzina rapita dai malviventi. Infine c’è Connor, un militare forzuto e simpaticone, che fa di forza e resistenza le sue armi migliori ma è più lento dei suoi compagni.
Oltre all’immancabile pulsante per saltare, abbiamo due pulsanti per i colpi fisici, uno per quelli forti e l’altro per quelli più rapidi ma anche più deboli. Se alternati col giusto tempismo e sequenza, riusciremo a fare diverse combo che potrebbero togliere tutta l’energia vitale al nemico in un solo scontro, altrimenti questi finirà al tappeto per poi rialzarsi ed attaccarci di nuovo. Ci sono gli immancabili calci e pugni in volo, ottimi per tenere a distanza qualche grosso avversario o quando ci attaccano in gruppo. Ed infine gli attacchi in corsa, molto diversi a seconda del personaggio che usiamo. La mossa che useremo più spesso è la proiezione, andando incontro al nemico ed afferrandolo in automatico: possiamo proiettarlo subito oppure (meglio) usare l’altro pulsante per tirargli 2-3 colpi in testa per poi proiettarlo, aumentando i danni inflitti.
Oltre alle mosse di routine abbiamo qualche supermossa. La prima di queste è una barra che si riempe pian piano che affrontiamo i nemici e subiamo colpi: una volta riempita, possiamo attivarla premendo due pulsanti contemporaneamente e crea sullo schermo potenti esplosioni che colpiscono inesorabilmente i nemici sullo schermo. Oltre a questa abbiamo la scritta RAGE in alto che, una volta riempita ed attivata, applica tinte sul rosso a tutti gli elementi sullo schermo e ci rende più forti e veloci, oltre a darci una maggior resistenza a colpi e proiettili nemici; pian piano la barra RAGE si svuota riportandoci poi allo stato normale, ed è quindi utile sfruttarne le potenzialità quando siamo circondati dai nemici – forse la tecnica da loro usata con più frequenza nel gioco – o contro un boss particolarmente forte. Da annotare l’evidente somiglianza di alcune Super con le stesse di alcuni personaggi Capcom: ad esempio la rotazione a braccia aperte di Connor, identica a quella del più noto Haggar di Final Fight, o la palla di fuoco di Ethan stile Hadoken di Ryu in Street Fighter.
Idee che non guastano mai
Scopriamo subito di una possibilità inedita in altri titoli del genere: la possibilità di estrarre una pistola e sparare in caso di necessità, specie quando ci attacca un certo numero di nemici o dobbiamo evitare di avvicinarci ad alcuni di loro pericolosi nel corpo a corpo. La nostra arma ha ovviamente un numero limitato di colpi, ma nella maggior parte dei livelli troveremo anche qualche arma semiautomatica che ci permetterà di sbaragliare i tanti nemici sullo schermo, addirittura con un livello nella giungla dedicato esclusivamente all’uso delle armi contro mostruosi nemici da colpire senza pietà. Oltre alle armi da fuoco, in diverse case ed oggetti distruttibili che troviamo lungo il cammino ci sono armi come mazze da baseball, piedi di porco e katane, tutte da usare al momento giusto. In ogni situazione è importante scegliere il giusto tempismo, specie se ci vengono addosso diversi avversari, per colpirli con una raffica di pugni o con l’arma in nostro possesso. Attenzione però: anche alcuni nemici (solitamente con abiti militari) hanno in mano un’arma da fuoco, con quest’ultima ben visibile tra le mani: in questi casi, la tattica migliore è di avvicinarci da sopra o da sotto, afferrarli e proiettarli.
Gli sviluppatori sono stati piuttosto cattivelli perchè, nella maggior parte dei casi, distruggendo una cassa salterà fuori una bomba ad orologeria (con un timer di soli 2-3 secondi) o esplosivi di vario genere, che ci obbligheranno a saltare o correre via (premendo rapidamente due volte nella stessa direzione) per evitarli. Ma una volta fatto il callo con l’alta frequenza degli esplosivi, possiamo sfruttarli a nostro vantaggio per attirare i nemici nel raggio dell’esplosione al momento giusto, tattica perfetta nelle situazioni di 6 contro uno e simili. Oltre agli esplosivi, per fortuna non mancano i bonus che ci danno punti extra, il raro ma ben accolto 1Up che ci dà una vita extra, oppure il classico hamburger che ci ridà l’energia vitale.
Ma le vere chicche del titolo sono alcuni livelli in cui il gameplay cambia totalmente. In un livello veniamo inseguiti da una ruspa sulla parte sinistra dello schermo e che avanza inesorabilmente, obbligandoci a mettere ko i nemici in fretta e distruggere le barriere che rallentano il nostro cammino. Un altro livello ricorda il mitico Out Run: dobbiamo evitare le auto degli innocenti, metterci dietro ai furgoni nemici e sparargli qualche raffica di colpi per distruggerli. In un altro livello ancora ci cimentiamo in una sorta di After Burner, sparando agli aerei nemici inquadrati dal nostro mirino ed evitando i loro missili a ricerca di calore. Ciascuno di questi ci ha regalato momenti divertentissimi e molto nostalgici, ma in ogni caso ben implementati nella trama con la funzione di collegare tra loro alcune aree di gioco.
E poi ci sono gli immancabili boss. Prima di ogni scontro assistiamo ad un breve dialogo tra le parti dopo il quale inizia la boss fight, col cattivone di turno che ci attacca subito e senza indugi. Uno ci attacca con un lanciafiamme, un altro armato di lame affilate ci si lancia contro girando velocemente su sè stesso come una trottola, un altro ancora è armato di mitra e si muove rapidamente per spararci da lontano. Ognuno di essi ha un diverso approccio e qualche punto debole da sfruttare, ma il problema starà sempre nell’alto numero di amici che chiamerà in suo aiuto, impedendoci di correre via quando serve. La vera difficoltà del gioco sta proprio nell’alto numero di nemici contemporaneamente sullo schermo. Dimenticatevi della solita coppia di teppisti che spazzavate via in pochi secondi, qui c’è da combattere quasi sempre contro gruppi numerosi e dotati di un’IA piuttosto controversa: sono bravi ad attaccarvi da più lati, cogliendovi spesso alle spalle per colpirvi mentre attaccate nel lato opposto, ma sono del tutto impreparati ad un nostro assalto muovendovi verso di loro da una posizione più in alto o più in basso, semplicemente camminandogli incontro, finendo nella vostra presa pronti per la proiezione di turno. Per quest’ultima è Connor il più avvantaggiato, poichè fa danni maggiori anche grazie ad alcune mosse di wrestling, soprattutto in corsa.
L’ultimo pugno di questa recensione
The TakeOver è uno dei giochi alla Final Fight più riusciti di questa generazione, con un comparto tecnico assolutamente all’altezza dei diretti concorrenti sul mercato ed alcune idee innovative – su tutte i livelli retrò ed il consueto uso delle armi – che aumentano considerevolmente la varietà delle situazioni di gioco, senza mai annoiare. Da annotare anche una varietà di nemici più che buona, altro aspetto su cui i ragazzi di Dangen Entertainment hanno lavorato molto. Ogni livello ha la sua schiera di nemici che svariano tra quelli imbranati, quelli armati di armi da fuoco, altri con armi corpo-a-corpo e così via, mentre in alcuni livelli avanzati ne compariranno di nuovi e sempre più forti e pericolosi, a volte molto diversificati tra loro mentre talvolta avranno una semplice variazione di colore nei loro indumenti. Peccato che praticamente tutti, boss compresi, caschino facilmente agli attacchi camminando in verticale, afferrandoli per essere proiettati senza troppe difficoltà. Una carenza compensata però dal numero di nemici con cui dobbiamo vedercela in tante situazioni, dove sfruttare bene bombe e barili esplosivi nei paraggi potrebbe fare la differenza tra la vita e la morte.
E di vite ne abbiamo poche, dopo le quali compare una copiata ma apprezzatissima schermata alla Capcom (tipica di titoli come Final Fight, Street Fighter 2 o il divertentissimo benchè meno conosciuto Slam Masters) nel quale il nostro eroe cerca disperatamente di rialzarsi, col countdown di 10 che ci mette fretta nel continuare la partita. In caso positivo rifaremo l’ultima zona del livello, altrimenti potremo riprendere la prossima volta scegliendo il livello di partenza tra quelli già affrontati. La difficoltà iniziale è tendenzialmente bassa, ma aumenta in modo considerevole verso metà gioco non solo per la tipologia di nemici più forti, ma anche per la loro tendenza ad attaccarci in gruppi piuttosto numerosi. Una strategia tipo “l’unione fa la forza” che il più delle volte funziona, obbligandovi a stare sulla difensiva e raggirare i nemici anzichè colpire a più non posso, tecnica che non farà altro che renderci più vulnerabili. Insomma, non basta la forza bruta, ci vuole anche un po’ di cervello. The TakeOver è uno di quei giochi da provare in compagnia di un amico o un fratello in co-op locale a 2 giocatori, per coprire ciascuno le spalle dell’altro. E credetemi, qui ce ne sarà bisogno.
The TakeOver è andato ben oltre le nostre aspettative, proponendosi non solo come una valida alternativa ai già citati Final Fight e Streets of Rage, bensì come un vero e proprio rivale di questi due. Qualche rarissimo freeze, assieme ai nemici che tendono a farsi proiettare facilmente, ci impedisce di assegnare un 9 che nel complesso sarebbe meritatissimo. Per il resto, non possiamo che dirvi di comprarlo subito ad occhi chiusi, perchè è uno di quei titoli che divertono e coinvolgono fin da subito, oltre che essere altamente rigiocabili negli anni.