Dopo essere stato inizialmente presentato come Project A, il 2 Marzo Riot Games svela Valorant, il suo nuovo FPS competitivo. Ho accumulato abbastanza ore di gioco per poter dire la mia sul titolo del momento (su Twitch ha superato ogni record, incluso quello di Fortnite, mettendo insieme 1.7 milioni di spettatori contemporanei). Parliamone sviscerando ogni aspetto e cercando di non trlasciare nulla.
Modalità di accesso alla beta
Riot Games ha scelto di consentire l’ingresso ai server di gioco in maniera graduale e controllata. Sappiamo che in caso di giochi molto attesi dalla platea, i siti “grigi” di chiavi smerciano codici di accesso alle beta senza criterio vanificando tutto il sistema di testing che un’azienda compie per verificare il feedback del titolo. Riot è quindi riuscita a trovare una soluzione particolare, ma non per questo inefficace. Una settimana prima dell’inizio della closed beta, è stato organizzato un evento con i maggiori streamer europei e americani, i quali hanno potuto registrare gameplay di gioco (in uno stato alpha) da poter mostrare in seguito.
Il 7 Aprile tutti gli streamer partecipanti all’evento a porte chiuse hanno mostrato le clip registrate e le modalità di accesso innovative. Twitch è stato il tassello fondamentale per la riuscita dell’operazione: invece delle chiavi di accesso, i giocatori sono potuti entrare a contatto con il gioco tramite un sistema di whitelist dell’account Riot (opportunamente collegato a Twitch) semplicemente guardando i canali abilitati. Da un lato, Riot ha avuto un accesso ai server scaglionato, dall’altro gli streamer in questione hanno avuto un grande incremento di traffico nei loro canali tanto che ad oggi il gioco è ancora il più visto sulla piattaforma online.
Counter Strike reimmaginato dalla Riot
Chi non conosce Counter Strike? Lo sparatutto nato da una mod di Half-Life che domina la scena competitiva. Esso è caratterizzato da uno shooting molto particolare (si sparano pochi colpi alla volta per essere precisi), un sistema di passi e di suono essenziale per muoversi nella mappa e da un sistema di economia delle armi all’inizio del round. Valorant riprende tutte queste meccaniche affinandole ulteriormente. All’inizio del round, in base al risultato di quello precedente, potremo accedere al menu di acquisto di abilità usando i soldi guadagnati. Riot ha introdotto un sistema di ping veloce per richiedere un’arma agli alleati, per comunicare se si intende spendere, risparmiare o addirittura mettersi a disposizione per acquistare qualcosa per loro. Pur essendoci un sistema di chat vocale molto pulito e valido, avere questo sistema di ping permette di risparmiare tempo ed essere più veloci. Parlando di ping, la mappa può essere aperta premendo M e si possono effettuare ping e segnalazioni sulla piantina. Ogni ping farà parlare il nostro personaggio in base all’azione intrapresa migliorando ancora di più la comunicazione.
Le mappe, attualmente tre, sono valide e piuttosto bilanciate ma non escludo cambiamenti anche profondi in vista del lancio ufficiale. Sono state seguite nello sviluppo anche da map creator provenienti dall’FPS di Valve. La vera novità introdotta da Valorant rispetto a quest’ultimo sono le abilità. Queste sono quattro, tre delle quali le possiamo ricondurre a fumogeni, granate, utilità, cure, piazzamenti strategici, e una Ultimate. L’abilità finale si ricarica ad ogni kill e prendendo delle sfere energetiche in punti fissi della mappa e valorizza al massimo lo scopo del nostro operatore. Il roster è molto vasto per essere una beta e non ci sono particolari squilibri nelle abilità (oggi è uscita una patch che nerfa Raze, un agente offensivo, diminuendo il numero di granate a sua disposizione inizialmente). Le abilità vanno acquistate ad ogni round e si conservano se non vengono usate. Questa aggiunta rende Valorant profondamente diverso da Counter Strike e più dinamico rispetto alle sparatorie con armi convenzionali di quest’ultimo.
Sono presenti le stesse tipologie di armi dello sparatutto rivale. Pistole, tra cui una Desert Eagle che uccide istantaneamente se colpisce in testa, mitragliette leggere, fucili a pompa, fucili a canna liscia, fucili di precisione e armi pesanti. È presente l’armatura leggera e quella pesante. Nello shop, possiamo vedere i danni di ogni arma divisi in corpo e testa. Quando veniamo uccisi abbiamo un mini report che ci dice dove abbiamo colpito e quanti danni abbiamo inflitto al nostro nemico e allo stesso modo quanti ne abbiamo subiti e in quale parte del corpo. Le armi possono quasi tutte essere posizionate in modo da avere uno zoom con il click destro, ma molte di queste cambieranno tipologia di fuoco quindi bisogna fare attenzione e studiarle tutte.
Vanguard
Valorant è protetto da uno speciale sistema di anticheat chiamato Vanguard. È uno dei primi servizi ad avviarsi quando accendiamo il nostro PC e promette di contrastare qualsiasi utilizzo di cheat o hack.
Un esempio: se un giocatore avversario si trova dietro al muro, non solo il giocatore, ma lo stesso server non “considera” la sua presenza in gioco per evitare l’uso di strumenti per guardare attraverso i muri (i cosiddetti wall hack). Al momento, forse qualche cheater è riuscito a farla franca, ma ricordo che ci troviamo ancora in Closed Beta e che recentemente Riot ha promesso premi in denaro per chi scovi e comunichi bug ed exploit del sistema. In rete circolano voci che vogliono Vanguard come un backdoor che elude software antivirus e firewall ma vi invito a non credere a queste informazioni. Riot è un’azienda seria e non c’è motivo di dubitare della sua correttezza. Inoltre non ci sono prove concrete a sostenere questi rumor.
Server all’avanguardia
I server di Valorant hanno un tick rate di 128hz. Non preoccupatevi, la questione è molto più semplice di ciò che potrete star pensando in questo momento. Facciamola breve e semplice: il tick rate è la velocità di risposta del server. Il giocatore -client – esegue azioni in partita come salti, movimenti, spari ecc. Questi input vengono inviati al server, che li confronta con i punti di intersezione degli altri giocatori e decide se considerarli veri o falsi. Se veritieri, li invia ai giocatori connessi in risposta validando tutto il processo. Ora immaginate questo flusso di operazioni per ogni azione compiuta e/o input inviato al server. Il tick rate è la velocità con cui il server gestisce questo iter ed è misurata in hertz. Avere questo valore alto rende più fluido, preciso e immediato ogni proiettile che spariamo e ogni pulsante che premiamo. 128 è un valore molto alto che garantisce una velocità di gioco senza compromessi.
Come se non bastasse, ci sono tantissimi server collocati strategicamente per le regioni di gioco in modo da connetterci alla più vicina a noi. Riot promette un ping di <35ms e dalle mie prove posso affermare che è una missione ambiziosa (la connessione dalla quale giochiamo è sempre il primo fattore) ma parzialmente portata a termine. Il mio ping in Valorant è più basso se confrontato con altri giochi del settore. L’investimento di risorse effettuato per il settore tecnico sta già dando i suoi frutti e questo non può che essere un bene.
La sfida è stata lanciata
Counter Strike, sei avvisato. Il know-how acquisito da Riot negli anni grazie a League of Legends potrebbe spodestarti con sapienza dal trono di FPS strategico competitivo. I numeri su Twitch, le premesse, le prime impressioni e l’accoglienza bollente che i giocatori stanno riservando a Valorant sono tutte pietre sulle quali la software house deve costruire il successo che merita questo titolo.