Sono passati ormai otto anni da quando la saga di Crysis ha consegnato il suo ultimo episodio, formando una trilogia di fama essenzialmente tecnica. Forse con l’idea di realizzare un nuovo capitolo o semplicemente per scopi finanziari, gli sviluppatori hanno riportato la saga in una versione completamente rivista, risvegliando alcuni vecchi ricordi di giocatori attoniti.
Ai suoi tempi, vale a dire nel 2007, il primo Crysis fu un’opera monumentale che ha segnato un’intera generazione: era semplicemente uno dei giochi più belli mai realizzati che metteva a dura prova i PC e la tecnologia dell’epoca. È anche su questa precisa base che è stato costruito il franchise: affermarsi come vetrina tecnologica, a discapito dell’ offrire ottimi giochi.
Nel 2021, lo studio Crytek ha deciso di aggiornare la serie con la Crysis Remastered Trilogy, una nuovissima compilation disponibile su PC, PlayStation 4, Xbox One e persino Nintendo Switch. Al di là del semplice restyling grafico, i Crysis sono ancora divertenti da giocare e vale la pena farlo oggigiorno, in mezzo ad altri grandi prodotti del genere?
Crysis 1: L’inizio imperfetto
Uscito nel 2007, Crysis è senza dubbio l’opera che ha lasciato la sua impronta in modo indelebile. Offrirlo interamente rimasterizzato è una scommessa più audace di quanto si possa pensare, il lavoro di ottimizzazione è stato piuttosto importante… soprattutto con molti effetti aggiunti. In realtà, Crysis Remastered è stato rilasciato nell’estate del 2020 con un prodotto di ottima qualità ma non su qualsiasi piattaforma: su console le versioni PS4 e Xbox One sono, per così dire, relativamente vergognose. Era già così l’anno scorso e lo è ancora oggi con un porting con un framerate abominevole e bug grafici costanti. D’altra parte, se avete intenzione di immergervi nella giungla tropicale di Crytek su PS5 e Xbox Series S/X grazie alla retro-compatibilità, è con grande sollievo che possiamo dirvi che la maggior parte dei difetti vengono cancellati: abbiamo quindi a che fare con un framerate di sessanta immagini al secondo, consentendo una fluidità che cambia davvero la situazione, mentre l’attivazione del ray-tracing (tecnologia che permette una gestione molto realistica di effetti di luce e riflessi) si rivela un’ottima aggiunta che non limita le prestazioni. Addirittura al contrario delle edizioni PS4 / Xbox One siamo quindi più vicini al titolo nella versione PC (che rimane comunque molto superiore) con colorimetria più ricca, ambienti dettagliati, luce rielaborata e così via.
Per quanto riguarda il gioco in sé, è chiaro che Crysis mostra un po’ il peso degli anni, senza però perdere il suo enorme fascino. Come promemoria, incarniamo Nomad, un soldato d’élite la cui combinazione di nanotecnologie gli consente di resistere ai proiettili, di diventare invisibile per un breve periodo di tempo, di saltare molto in alto e di avere una forza sovrumana. Sbarcato su un’isola paradisiaca con la sua squadra, dovrà affrontare dure vicende militari… ma anche un’inaspettata minaccia extraterrestre. Quanto alla sceneggiatura, già in quegli anni non era superlativa e non lo è ancora oggi: la scrittura è davvero invecchiata ed anche la messa in scena non è da meno. Per quanto riguarda la giocabilità, Crysis si dimostra essere un FPS con controlli a volte rigidi che ci ricordano che sì, l’industria dei videogiochi da allora ha fatto grandi progressi. Alla fine, l’esperienza vale soprattutto per la sua rimasterizzazione (su PS5 o Xbox Series S/X, ma anche su PC) e per riscoprire una pietra miliare del genere.
Crysis 2: La grande mela in 4K
Quando Crysis 2 è stato rilasciato nel 2011, potremmo anche dire che le aspettative sul gioco erano massicce. Questa volta non vi ritroverete più tra le palme da cocco ma questo capitolo è ambientato New York, in mezzo a una guerra aliena, ancora una volta con il motore CryEngine. Ero inevitabilmente curioso di vedere il suo rendering oggi, nel 2021… e gli sviluppatori hanno fatto un lavoro piuttosto impressionante. L’elaborazione è abbastanza generosa con texture ad altissima risoluzione (alcune sono ancora un po’ sciatte), modelli 3D di personaggi e armi rivisti, effetti di luce che regalo un bel colpo d’occhio, ombre completamente rifatte, HDR, anti-aliasing e così via: quando si mette la versione di ieri e quella di oggi fianco a fianco, la differenza è evidente e non si può fare altro che applaudire Crytek. Su console il riscontro è molto più onorevole rispetto al primo gioco, ma c’è un motivo particolare: questa volta gli sviluppatori hanno portato la versione PC 2011 di Crysis 2 su PS4 e Xbox One, a differenza di Crysis 1 che era un port della la versione PS3/Xbox 360 (che all’epoca francamente non era così eccelsa). È soprattutto su PS5 e Xbox Series che il titolo assume un’altra dimensione con risoluzione 4K e un framerate a 60 FPS dannatamente rinfrescante. Ricordiamo però un fatto molto importante: stiamo parlando di un gioco potenziato dalla retrocompatibilità, ma non di una vera versione per PlayStation 5 e Xbox Series. Potete quindi dire addio a un potenziale ray-tracing su console o allo sfruttamento del DualSense, che chiaramente sarebbe stato ben accetto. I tempi di caricamento sono ovviamente più rapidi rispetto a PS4/Xbox One grazie all’SSD, senza però essere istantanei.
Tuttavia, cosa offre Crysis 2 nel 2021? Innanzitutto, nonostante il suo evidente restyle grafico, il titolo risulta essere meno lussureggiante del suo predecessore e del suo sequel, nonostante alcuni bei panorami e sezione in ambienti chiusi. La colpa è in particolare della direzione artistica, molto più urbana e più fredda della solita giungla di Crysis, con edifici bianchi che sono un po’ invecchiati al giorno d’oggi. Per quanto riguarda il gameplay, Crysis 2 ha ovviamente fatto dei veri progressi rispetto al fratello maggiore, e per fortuna è ancora godibilissimo. Tuttavia, ci rammarichiamo che non sia stato apportato alcun miglioramento all’intelligenza artificiale, dato che non ci sono mezze misure in questo titolo. Potreste trovarvi a fronteggiare nemici che sono in grado di localizzarvi da angolazioni folli, oppure soldati completamente stupidi che non capisco che siete letteralmente di fianco a loro. In verità, è soprattutto la struttura stessa dell’avventura a deficitare con una ripetitività pronunciata (pochissime tipologie di nemici e obiettivi) per un viaggio che tende a durare circa dieci ore. È un peccato, perché alcune buone idee sono molto presenti sulla carta e il mondo di Crysis non è da buttare nella spazzatura. Alla fine, anche in versione rimasterizzata, Crysis 2 è solamente un buon gioco, ma invecchiato e che non vi farà saltare dalla sedia.
Crysis 3: bene ma non benissimo
Crysis 3 era un po’ un brutto anatroccolo quando è uscito nel 2013. Diciamolo subito: il gioco è molto corto, presenta un vero problema di bilanciamento nella sua difficoltà. Tuttavia, risulta anche essere l’episodio più “moderno” e quindi il più abbordabile per coloro che potrebbero odiare un gameplay vecchio stile. Cominciamo prima con il punto tecnico della rimasterizzazione, molto simile a quello dei giochi precedenti e che lo rende ancora diabolicamente bello. Su PS5 e Xbox Series, il titolo riceve un trattamento simile al precedente Crysis con 4K/60FPS e l’opera di Crytek è piuttosto impressionante per un gioco uscito otto anni fa! Per una volta, dobbiamo ammettere che la direzione artistica, più dark ma anche più esotica, permette di avere ambienti ricchi, supportati da tutte le aggiunte tecniche apportate dallo studio di design, identiche a quanto accennato in precedenza. Crysis 3 è stato chiaramente sbalorditivo quando è stato rilasciato e francamente è invecchiato bene in questa versione Remastered.
A parte questo, è vero che Crysis 3 è un FPS mordi e fuggi: si divora velocemente, è decisamente facile, anche alla massima difficoltà, e si va avanti abbastanza facilmente. Qui, la storia continua con la storia di Prophet vent’anni dopo gli eventi di Crysis 2. L’ambientazione è piuttosto originale poiché si tratta di una New York devastata dalla guerra, dove la vegetazione ha riacquistato i suoi diritti… ma che è racchiusa in una gigantesca serra, che ne fa un luogo favorevole ad un clima tropicale. Ahimè, rimpiangeremo ancora e sempre questo scenario con una storia raccontata davvero male, tentando goffamente di suscitare emozioni e scandita da citazioni poco profonde, la cui messa in scena è rafforzata da più cutscene. Qualunque cosa possiamo dire e nonostante la sua durata deludente (sei o sette ore), l’esperienza di gioco è molto godibile grazie all’hacking (che prevede un minigioco di abilità), all’evoluzione delle combo ed alla voglia di rendere il giocatore… un cacciatore inarrestabile. La nanotuta è, più che mai, una macchina da guerra che in questo capitolo è dotata di un arco futuristico, che permette in maniera molto netta di dominare l’intero gioco senza problemi. Questa mancanza di difficoltà può ovviamente essere un vero inconveniente, ma penso che bisogna vedere l’opera come una Coca Cola freschissima: un gusto dolce che già conosciamo e che si può gustare d’un fiato prima di passare alla successiva. Non è estremamente memorabile, quello no di certo, ma comunque rimane imprescindibile in questa compilation rimasterizzata.
Se ci atteniamo al semplice piano tecnico, questa Crysis Remastered Trilogy è davvero un successo con un lavoro più che apprezzabile da parte degli sviluppatori. Crytek ha davvero lavorato duramente per migliorare l’esperienza grafica dei diversi giochi, che però differisce a seconda della piattaforma. Su PS5 e Xbox Series i tre giochi sono molto convincenti: il vero rammarico viene principalmente dal fatto che la trilogia non viene proposta con una versione per le macchine di nuova generazione, sfruttando solo la retrocompatibilità per potenziarne il rendering. Non dobbiamo quindi aspettarci caricamenti immediati, ray tracing o addirittura un supporto alle funzionalità DualSense, nonostante un buon rendering. Per quanto riguarda i Crysis stessi, è chiaro che una serie di meccaniche stanno invecchiando: rimangono buoni titoli, ma non parlano mai di eccellenza.