Insieme a Resident Evil 2 Remake, Devil May Cry 5 era il titolo targato Capcom più atteso di questi primi mesi del 2019. Ancora di più se si considera che Devil May Cry 4 è uscito ben 11 anni fa agli esordi di PlayStation 3. Di mezzo possiamo anche inserire il DMC – Devil May Cry di Ninja Theory, anche se si tratta di un vero e proprio tentativo di reboot della serie, che quindi nulla ha a che fare con i capitoli in serie. Devil May Cry 5 è quindi l’esordio nella generazione attuale del franchise e al riguardo c’era parecchia aspettativa. Sarà stata ripagata? Siamo qui per scoprirlo.
Dove eravamo rimasti
Con Devil May Cry 4 avevamo fatto la conoscenza di Nero, personaggio che in sostanza era stato pensato come una sorta di “erede” del nostro Dante. Tuttavia la presenza del leggendario cacciatore di demoni resta immancabile, sia nel capitolo suddetto che in quest’ultimo. Non solo, perché si aggiunge alla festa un nuovo personaggio alquanto misterioso, sulla cui identità e motivazioni si farà però chiarezza nel corso della storia: parliamo di V, che porta con sé anche uno stile di combattimento del tutto peculiare. Ma andiamo con ordine e iniziamo a spolpare questo action game che ci ha convinto non poco.
La storia di Devil May Cry 5 prende sostanzialmente le fila dal precedente, mettendoci nei panni di Nero in piena attività come cacciatore di demoni in compagnia di Nico. Questa nuova conoscenza non è nient’altro che la nipote dell’armaiola Nell Goldstein, colei che creò le mitiche pistole doppie di Dante, Ebony & Ivory (personaggio che appare nel manga di Shin-Ya Goikeda, realizzato con l’assistenza dello stesso Hideki Kamiya, cretore di DMC). Non è chiaro come i due sono finiti a lavorare insieme, tuttavia Nico è la creatrice del “Devil Breaker“, cioè il nuovo braccio di Nero. Non approfondirò la questione legata alla “scomparsa” del Devil Bringer, poiché la spiegazione di questo cambiamento sarà data nelle prime ore di gioco.
Come ogni DMC che si rispetti, tutto comincia con l’apparizione a Red Grave City di un misterioso albero demoniaco, il Qliphoth, che naturalmente porta con sé una vera e propria invasione di orribili creature. Scopriamo, proprio nei primi minuti di gioco, che la responsabilità è del misterioso Urizen, nuovo Re degli Inferi. V si reca dunque da Dante, affidandogli l’incarico di eliminare il terribile demone, chiedendo aiuto anche a Nero. I nostri, sottovalutando il potere del misterioso nemico, verranno però inevitabilmente sconfitti. Da qui partirà una nuova ascesa, che ci porterà ad affrontare le varie missioni nei panni dei tre personaggi. E comincia il divertimento.
Lo stile non è acqua
A partire dalla fantastica introduzione, Devil May Cry 5 trasuda stile da tutti i pori. E per ogni appassionato della serie sarà un po’ come tornare a casa. Posso confermarlo, ragazzi: è lui. Il nostro tamarro, stiloso e frenetico Devil May Cry, e sì, ci era mancato. Per quanto ormai la trama possa risultare una revisione delle solite minacce demoniache, alcuni elementi la rendono intrigante e sorprendente il giusto, con interessanti colpi di scena e anche una parte finale che non nascondo sia riuscita a commuovermi. La struttura di gioco è la medesima degli altri capitoli: si tratta infatti di una serie di missioni (in totale 20) intervallate dalle scene cinematiche del caso e dalla classica schermata del punteggio del giocatore con tanto di valutazione finale. Tra una missione e l’altra sarà possibile consultare un menù tramite il quale potenziare il personaggio con lo sblocco di certe abilità, tramite le gemme rosse, e acquistare oggetti, come le gemme blu che aumentano la vita.
Diciamo subito che i vari stage non brillano certo per originalità. La struttura dei livelli delle missioni è abbastanza semplice, con i soliti segreti nascosti quali missioni secondarie o gemme extra da trovare, e il design non emerge certo con prepotenza, seppure resta piacevole in generale. L’attenzione primaria è stata comunque posta nel character design e, diciamolo, con ottimi risultati. Anche il design dei nemici è interessante, con una buona varietà in generale anche per quanto riguarda i boss. Nell’avanzare della storia ci ritroveremo a utilizzare tutti e tre i personaggi, con le loro relative abilità, e in alcune missioni potremo anche decidere chi controllare. Questo elemento si inserisce nella filosofia di fondo del gioco, che è quella della rigiocabilità. Infatti, oltre al poter affrontare alcune missioni con tutti e tre i personaggi, si aggiunge il fatto che alla prima run saranno disponibili solo due livelli di difficoltà: Umano e Cacciatore di Demoni. I successivi, e i più succosi per tutti coloro che amano la serie, si sbloccheranno solo quando si terminerà una run al livello di difficoltà precedente. Sono presenti, oltre ai già citati, altri quattro livelli: Figlio di Sparda, Dante Deve Morire, Paradiso o Inferno, Inferno e Inferno. Giocare a Cacciatore di Demoni è la cosa più consigliata, soprattutto chi conosce già la serie non avrà particolari difficoltà e potrà prendere bene la mano con il gameplay e godersi la storia in attesa delle vere sfide.
Chi fa da sé fa per tre… o no?
Andiamo quindi ad analizzare quello che è il vero cuore di questo titolo: il sistema di combattimento. Nero, Dante e V hanno tre stili diversi e peculiari, tutti studiati e costruiti con maestria, precisione e soprattutto con il fine di divertire e sfidare il giocatore (soprattutto nei livelli di difficoltà più alti). Il feeling pad alla mano è una goduria, con tutti e tre i personaggi, e migliorerà sempre di più mano a mano che ne sbloccherete le varie abilità dal menu di Personalizzazione. Era molto tempo che aspettavo di mettere le mani su un action in cui il combat system risultasse così curato, appagante e profondo. Questo elemento è dato non solo dalle differenze tra i personaggi, ma dalla quantità di armi presenti e di abilità disponibili per ognuna di esse. Segnalo inoltre la possibilità di personalizzare i controlli dal menù principale, cosa che vi permetterà di sperimentare e trovare il setup del pad più adatto a voi.
Nero
Il nostro Nero compare in questo DMC5 con un cambiamento piuttosto evidente rispetto al capitolo precedente: non possiede più infatti, come già detto, il demoniaco Devil Bringer, ma sfoggia al suo posto una particolare protesi meccanica intercambiabile realizzata da Nico: il Devil Breaker. Esiste un buon numero di bracci protesici da poter utilizzare, ognuno con una funzione ed un potere diverso. Questo regala al gameplay ulteriore profondità e varietà e risulta molto interessante e divertente scoprire mano a mano le peculiarità di ognuno di essi. Si aggiunge inoltre la possibilità di equipaggiarne più di uno (poiché dopo un certo periodo di uso finiranno inevitabilmente con il rompersi), potendo aumentare gli slot spendendo gemme rosse. Il consiglio è naturalmente di provarli tutti con attenzione, trovando il setup più adatto al vostro stile di gioco, che sia una devastante ma lenta trivella o un braccio che crea potenti esplosioni elettriche.
Oltre a questo arsenale, Nero avrà naturalmente a disposizione la spada Red Queen e la pistola Blue Rose. Queste possono essere potenziate tramite lo sblocco di diverse abilità, che potranno rendere il vostro gameplay sempre più fluido e stiloso, il tutto naturalmente per puntare al mitico SSS di valutazione.
Dante
Non è Devil May Cry senza Dante. E in questo capitolo, il nostro cacciatore di demoni è più agguerrito che mai. Avrà infatti dalla sua parte un arsenale di armi non da poco, che potranno essere cambiate a piacimento durante il combattimento. Questo elemento, assolutamente non trascurabile poiché rende la fluidità del gameplay sopraffina, vi darà possibilità praticamente infinite. A partire dalla classica Rebellion e le mitiche Ebony & Ivory, sono disponibili armi di grande varietà di stile e approccio come Balrog, King Cerberus, Kalina Ann, Dr. Faust, Cavaliere e così via. Ognuna di esse viene sbloccata avanzando nel gioco. La particolarità del gameplay di Dante è quindi quella di avere un gran numero di armi a disposizione, e il fatto che possono essere cambiate con i tasti dorsali R2/RT e L2/LT dà la possibilità al giocatore di passare molto velocemente da uno stile all’altro, aumentando con più facilità l’indicatore della valutazione delle combo e, naturalmente, la propria efficacia contro i nemici. Dante (così come V, che esploreremo di seguito) avrà anche a disposizione un indicatore viola, presente sotto la barra della vita, denominato Devil Trigger: una volta carico, potrà essere attivato per entrare in una modalità di trasformazione che renderà il personaggio più potente e gli permetterà anche di recuperare energia.
Non finisce qui però, perché Dante ha la possibilità di cambiare il proprio “stile” in combattimento, passando da Trickster a Swordmaster a Gunslinger per finire con Royalguard. Ognuna di esse ha delle peculiarità particolari, che vi consigliamo di esplorare in allenamento nella modalità Il Vuoto, disponibile da Menù Principale.
V
V è certamente un personaggio interessante, sia per quanto riguarda la storia ma anche e soprattutto in relazione al suo stile di combattimento. Egli è piuttosto debole da solo ed ha quindi la possibilità di evocare tre demoni in suo soccorso per far loro attaccare i nemici mentre lui si tiene a distanza. Griffon è un volatile che attacca sia da lontano “sparando” che tramite delle scarica elettriche in grado di stordire i nemici (lo controllerete tramite il tasto Quadrato/X). Agirà in combinazione con Shadow, un demone dalla forma felina che effettuerà attacchi corpo a corpo (controllato tramite Triangolo/Y). Infine avremo a disposizione Nightmare, entità molto potente che potrà essere evocata una volta che l’indicatore Devil Trigger sarà caricato.
La particolarità del combattimento con V è che i suoi compagni non avranno la possibilità di eliminare i nemici, ma solo di indebolirli. Per ucciderli sarà necessario, una volta che l’indicatore sul nemico cambierà, agire direttamente con V utilizzando il suo bastone (tramite il tasto Cerchio/B).
Bellezza e Ritmo
Abbiamo già visto le potenzialità del RE Engine in Resident Evil 2 e allo stesso modo il motore grafico di Capcom fa la sua figura anche in Devil May Cry 5. Se l’ambiente non esprime una particolare originalità e impatto, seppur mostrando una buona cura nei dettagli, i modelli dei personaggi sono semplicemente magnifici così come le animazioni, in combattimento e fuori. Allo stesso modo, l’ottimizzazione è ottima e il gioco non soffre di cali o problemi particolari anche nelle situazioni più concitate su nessuna piattaforma.
Segno distintivo della serie è stato sempre la soundtrack hard e adrenalinica, così come i suoi combattimenti. Nel caso di questo quinto capitolo il lavoro effettuato è semplicemente sublime. Una soundtrack stupenda e soprattutto dinamica nei combattimenti, in cui il volume aumenta in contemporanea con il livello del vostro stile, diversa per ogni personaggio e anche personalizzabile dal menù principale, nel caso voleste ascoltare in loop “Devil Trigger” con tutti e tre i combattenti, perché no.
Intessute quindi tutte le lodi possibili, posso passare ad indicare qualche elemento che non mi ha convinto del tutto: in primis, gli ambienti di gioco non sono particolarmente vari, soprattutto nella seconda parte. Non che ci si aspettasse qualcosa di diverso, ma forse un pizzico di varietà in più avrebbe fatto piacere. Nelle fasi esplorative inoltre la telecamera non aiuta per niente, risultando spesso ballerina e per niente comoda, facendo perdere il controllo della visuale, cosa che fortunatamente non si verifica in fase di combattimento. Lo stesso si può sottolineare con i controlli nelle (poche e brevi per fortuna) fasi platform presenti, il più delle volte extra per raggiungere luoghi con missioni segrete o gemme. Sottolineo inoltre che nel corso della missione 15 nei panni di Nero mi sono imbattuta in un fastidioso bug che non permetteva di avanzare. Ho risolto il problema ricominciando la missione con un altro personaggio. Si tratta di un problema avuto anche da altri, quindi certamente Capcom provvederà a sistemarlo con una patch al più presto. Sarebbe stato inoltre gradito, ma si tratta di un’impressione puramente personale, avere un po’ più di approfondimento nei confronti di alcuni personaggi secondari, tuttavia il cuore di DMC5 è il gameplay e il divertimento, quindi non mi senti di indicarlo come un vero e proprio difetto.
Il Diavolo piange?
La discesa e ascesa al Qliphoth si concludono con un momento emozionante, epico, e in parte anche commovente (anche se forse non così inaspettato e originale), che non fa altro che lasciare spazio ad un possibile (e molto probabile) Devil May Cry 6. Per ora però rimaniamo in attesa innanzitutto dell’aggiornamento che porterà nel gioco il Palazzo di Sangue, per spremere ancora di più le resistenze dei nostri polpastrelli.
La longevità non è certo l’elemento fondamentale di DMC5, che può essere completato in circa una quindicina di ore. Aggiungendo la ricerca degli extra e delle Missioni Segrete, il monte ore aumenta, per poi essere rimpolpato per bene dalle sfide dei livelli di difficoltà più elevati, il vero cuore del gameplay più avanzato del gioco. Sapranno senza dubbio mette alla prova anche i giocatori più esperti, così come lo farà la caccia al “platino”, che risulta essere una delle più difficoltose dell’ultimo periodo.
In conclusione Devil May Cry 5 è un action game di livello, con un sistema di combattimento profondo, divertente, appagante e complesso da padroneggiare. Lo stile della serie è stato rispolverato e risplende come non mai, con una colonna sonora eccezionale e i soliti personaggi dal carattere straripante ed eccessivo come di consueto. Bello da vedere, curato, con una grande rigiocabilità e una trama non così scontata. Un’esperienza che i fan della saga, ma non solo, adoreranno e non so sinceramente che altro dirvi per convincervi a comprarlo. Fatelo e godete, come ho fatto io.
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