Hello Games, lo studio dietro No Man’s Sky, lo scorso anno è ritornata con un nuovo progetto: The Last Campfire, un titolo che unisce esplorazione e puzzle. L’universo da esplorare contiene molti enigmi e beneficia di una scrittura davvero di ottima fattura per un’esperienza tanto intima quanto confortante. Con diversi mesi di ritardo siamo riusciti a recuperare e recensire il gioco grazie alla sua presenza nel grande catalogo di Apple Arcade, ma è giusto ricordare che è disponibile anche su PS4, Xbox One, PC e Nintendo Switch.
Un viaggio intimo
Se No Man’s Sky ha beneficiato di un’eccezionale campagna di comunicazione, The Last Campfire è sbarcato su molte piattaforme lo scorso agosto in quasi segretezza. A prima vista, i due giochi sembrano molto diversi. Tuttavia, condividono una cosa in comune: i viaggi. Questa volta nessuna grande messa in scena, ma un viaggio più personale, accompagnato da una direzione artistica semplicistica, ma vincente e di impatto. Abbiamo a che fare con un simpatico gameplay, con una dolce colonna sonora, divertenti effetti sonori e un notevole lavoro di scrittura. I testi, espressi da una voce ammaliante, giocano con l’ambiente e offrono una realizzazione tanto sorprendente quanto pertinente, non priva di poesia. Ci tuffiamo quindi in un racconto fantastico e navighiamo da un’emozione all’altra: rimpianti, paura ma anche aiuto reciproco ed una speranza che ci spinge ad andare avanti.
Per quanto riguarda la storia, seguire le vicende di Ember, una viaggiatrice smarrita, alla ricerca della sua vera destinazione. Smarrendosi finisce in un limbo. Qui incontra anime perdute, chiamate braci malinconiche. La sua gentilezza e compassione gli impongono di salvare questi poveri spiriti. Gli scambi non mancano di gentilezza e compassione. Durante il viaggio incontreremo una vasta gamma di personaggi. Ad esempio, abbiamo incontrato e dato una mano a un maiale goloso e insaziabile, a un cuoco che perdeva fiducia o a un robot lavoratore un po’ arrugginito. Seppur le missioni che dovremo completare siano semplici, ci forniranno un aiuto e diversi consigli per continuare l’avventura.
Un mondo incantevole da esplorare
L’avventura ha diversi tipi di puzzle. Prima di tutto, ci sono quelli che troviamo nell’ambientazione principale. Molto spesso richiedono di trovare oggetti, azionare leve o spostarsi a turno e rispecchiare creature. Ciò che ci ricorda l’eccellente gioco per mobile Lara Croft GO. Ognuno di questi piccoli mondi è costituito da un falò custodito da uno spirito che desidera guidare le malinconiche braci verso il loro viaggio finale. Quando queste sono state tutte salvate, un portale si apre su una nuova regione da esplorare. The Last Campfire dà un’illusione di libertà lasciandoci vagare per la mappa, ma alcune insidie ci riportano senza troppi fronzoli a una struttura abbastanza lineare. Lo stesso vale per i dialoghi: la scelta delle vostre risposte non influisce in alcun modo sul corso della storia.
Quando Ember entra in contatto con le malinconiche braci, congelate come pietra, entriamo nella loro immaginazione materializzata in enigmi. I puzzle non sono così originali e si riducono a poco più del movimento di oggetti in un ordine specifico, evitando gli ostacoli. L’obiettivo è aprire un percorso verso la fiamma blu per svegliare i viaggiatori smarriti. La difficoltà aumenta gradualmente, ma nulla di insormontabile. Gli enigmi rimangono accessibili, ma richiedono sempre più riflessione e l’adozione di un’intera strategia a monte. Tutto considerato, si avvicinano a grandi linee ai santuari di Breath of the Wild. Un consiglio: prendetevi il vostro tempo e concedetevi piccole sedute quotidiane.
Anche se la struttura rimane sostanzialmente la stessa dall’inizio alla fine, il gioco riesce a sorprenderci e non cade nella ripetizione. In effetti, le interazioni con l’ambiente e la fauna selvatica si rinnovano durante l’avventura. Nel mezzo di questo viaggio, viene aggiunto un nuovo accessorio per ravvivare un po’ di più i puzzle. Il suo potere ci invita a spostare alcuni elementi dello scenario per progredire nell’avventura e superare i puzzle game.
Inoltre The Last Campfire offre due modalità distinte che devono essere scelte prima di iniziare una partita. Sappiate che una volta che avete selezionato una delle possibilità, la scelta è definitiva. La modalità normale include tutti i contenuti del gioco mentre quella chiamata esplorazione si concentra sull’universo e sulla storia: il numero di puzzle si riduce drasticamente.
Tutto questo sembra molto entusiasmante eppure, il titolo non sfugge ad alcuni problemi tecnici che appannano un po’ la bellezza del comparto tecnico. In effetti, di tanto in tanto si verificano bug come animazioni instabili, collisioni tra diversi modelli e personaggi, meccanismi o elementi di scenario bloccati.
Con The Last Campfire, Hello Games dimostra che una buona scrittura può essere accompagnata da un gameplay con meccaniche pressoché perfette. Certo, il titolo forse manca un po’ nel livello di sfida, ma, nel suo insieme, merita sicuramente il prezzo a cui è venduto. Si unisce anche alla famiglia di quei videogiochi che fanno del bene. Respirare la vita in queste rovine e diffondere la speranza dove tutto era spento porta una certa soddisfazione. The Last Campfire ci insegna che una fiamma può essere riaccesa e che non dobbiamo lasciarci sopraffare dalle difficoltà incontrate nella nostra vita. Sebbene con qualche inciampo tecnico è sicuramente un titolo che va giocato per tutti gli abbonati di Apple Arcade ed un videogioco da recuperare sia su console che su PC.