L’11 novembre arriva finalmente in sala The French Dispatch of the Liberty, Kansas Evening Sun, l’ultimo film di Wes Anderson con più di un anno di ritardo.
Il lungometraggio, presentato in concorso al Festival di Cannes 2021, esibisce un cast corale piena zeppa di interpreti molto noti – oltre a collaboratori storici di Wes Anderson – che crea un’ottima premessa per un film molto particolare: Benicio del Toro, Adrien Brody, Tilda Swinton, Léa Seydoux, Frances McDormand, Timothée Chalamet, Lyna Khoudri, Jeffrey Wright, Saoirse Ronan, Willem Dafoe, Mathieu Amalric, Stephen Park, Bill Murray, Owen Wilson, Christoph Waltz, Edward Norton, Jason Schwartzman ed Elisabeth Moss, narrato (in lingua originale) da Anjelica Houston.
Un omaggio al mondo giornalistico, così temuto anche dai cineasti, a cui Anderson decide invece di dedicare un’opera ispirandosi in particolar modo al New Yorker.
Trama: la fine di una redazione giornalistica
In Francia – ad Ennui-sur-Blasé – si trova la redazione del French Dispatch, un opuscolo del settimanale americano Evening Sun di Liberty in Kansas. Quando muore il direttore (Bill Murray) la redazione – che nel testamento ha decretato la fine della pubblicazione dopo la sua morte – per commemorarlo, decide di pubblicare tre delle storie migliori pubblicate dal giornale nel corso del tempo: la prima tratta di un pittore incarcerato per duplice omicidio e del suo genio artistico; la seconda approfondisce un reportage su una rivolta studentesca durante il Sessantotto; il terzo racconta il rapimento di uno chef.
Personaggi e tematiche: il fantastico mondo di Wes Anderson
Ciò che caratterizza sicuramente The French Dispatch è l’enorme cast coinvolto: una maestranza attoriale di tutto vanto che crea molta aspettativa per il film in sé. I tre episodi che si susseguono – e il background della redazione – mostrano in maniera equivalente gli interpreti, senza che nessuno “scavalchi” mai l’altro. Quando si ha un cast del genere far prevalere qualcuno è davvero complicato e Anderson ha deciso di non rendere nessuno il vero protagonista della vicenda, dando a tutti lo stesso spazio.
Vi sono certamente ruoli maggiori e minori ma l’unico reale fulcro della storia è il giornale e non un personaggio come quasi sempre accade. Questa peculiarità è evidente in tutto il lavoro di Wes Anderson: la coralità che crea la storia e che dipana un susseguirsi di eventi con una sequela di personaggi che la compongono.
Analizzando tutto ciò che concerne il visivo, Wes Anderson ha sviluppato questa sua distintiva ed inequivocabile maniera di intendere l’inquadratura come se fosse un quadro pienamente simmetrico e bidimensionale. Anche in The French Dispatch c’è Robert Yeoman come direttore della fotografia che con Anderson ha collaborato in tutti i suoi film per creare questa firma indelebile nella mente di ogni spettatore.
Uno stile così specifico che nel caso di The French Dispatch subisce una piccola/grande evoluzione: l’utilizzo massiccio – ma non continuo – del bianco e nero. Nella stessa sequenza si passa in un battito d’occhio dall’avere pieno colore – e l’utilizzo di esso, come in ogni film di Anderson, è intenso e strutturato – all’assenza totale, quasi alienante. Il cambio di inquadratura delinea l’utilizzo delle due tecniche in maniera netta e coincisa mantenendo però sempre le due dimensioni, dimenticandosi della prospettiva se non ad uso diegetico.
Tre episodi esemplari di quella che sarebbe la storia di un inserto molto eccentrico, con protagonisti sui generis. Una lezione di giornalismo e di cultura generale, che spazia dall’arte alla politica usando sempre lo stesso tono spregiudicato e senza barriere.
Un dialogo che sembra incessante nel corso di tutto il film, senza respiro. Battute incalzanti e sempre ben pensate che danno luogo ad uno scambio intellettuale e comunicativo a cui talvolta è difficile star dietro proprio per la sua velocità. Questo non risulta in alcun modo essere un effetto negativo: The French Dispatch punta molto sull’impatto che la “parola” riesce ad avere su chi ascolta (o chi legge ricordando sempre che di base sono storie scritte).
Nei singoli eventi raccontati si creano “coppie” di interpreti – e personaggi – improbabili che hanno una spiccata intesa: basti pensare a Moses (Benicio del Toro) e Simone (Léa Seydoux), un uomo richiuso in un carcere psichiatrico per un duplice omicidio e la poliziotta incaricata di controllarlo che davanti a lui riesce a far cadere ogni velo – letteralmente e figurativamente – creando questa sorta di bolla di protezione in cui entrambi si sentono al sicuro nonostante la situazione estrema.
Un altro lampante esempio è costituito da Zeffirelli (Timothée Chalamet) e Lucinda (Frances McDormand): lui giovane studente coinvolto in una lotta politica volta a cambiare la situazione sociale nel Sessantotto, anno cruciale sotto molti punti di vista, mentre lei è una giornalista adulta lontana da ogni coinvolgimento empatico con ciò che sta passando lui. Eppure i due riescono a comprendersi come non riescono a fare con altri.
The French Dispatch è un gioco continuo di scambi emotivi e culturali, dove ogni singola azione o parola è esattamente calibrata alla situazione in cui ci si trova. L’immagine – anche se alterata o disegnata – rimane sempre coerente e statica, con un consapevole uso del carrello che da sempre contraddistingue l’opera di Anderson, così come ha insegnato al proprio pubblico.
Conclusione: lettera d’amore al giornalismo (fatto bene)
The French Dispatch of the Liberty, Kansas Evening Sun unisce una narrazione strutturata e complessa ad un velo di critica verso lo sciacallaggio giornalistico. Una vera e propria dedica ad un giornalismo serio ed interessante con momenti di sottile comicità, senza dimenticare uno stile visivo ed artistico ormai confezionato nel tempo.
Manca un po’ di poesia a cui Wes Anderson solitamente non rinuncia, presente più che altro nell’ultima parte di racconto. Ad ogni modo un film del genere merita a pieno la visione in sala perché richiede un’immersione totale nelle immagini riprodotte così come nella storia.
The French Dispatch of the Liberty, Kansas Evening Sun, distribuito da Searchlight Pictures, uscirà nelle sale italiane a partire dall’11 novembre, #soloalcinema.
Data di uscita: 11 novembre
Durata: 108 minuti
Paese: Stati Uniti d’America, Germania
Anno: 2021Distribuito da: Searchlight Pictures
Produzione: American Empirical Pictures, Indian Paintbrush, Studio BabelsbergGenere: Commedia, Drammatico
Regia: Wes Anderson
Sceneggiatura: Wes Anderson
Fotografia: Roberto Yeoman
Musiche: Alexandre Desplat
Cast
Benicio del Toro
Adrien Brody
Tilda Swinton
Léa Seydoux
Frances McDormand
Timothée Chalamet
Lyna Khoudri
Jeffrey Wright
Saoirse Ronan
Willem Dafoe
Mathieu Amalric
Stephen Park
Bill Murray
Owen Wilson
Christoph Waltz
Edward Norton
Jason Schwartzman
Elisabeth Moss
Anjelica Houston.