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The Sinking City – Recensione della versione PS5

a cura di Riccardo Ferrari 1 Marzo 2021
a cura di Riccardo Ferrari 1 Marzo 2021
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2,6K

Quando è stato rilasciato per la prima volta nel 2019, The Sinking City era sicuramente un gioco discreto. L’abbiamo recensito, definendolo come un “prodotto che può regalare sicuramente un qualcosa, soprattutto se amate il genere di atmosfera proposto, o le meccaniche investigative”, elogiandolo per il suo eccellente lavoro di narrazione e investigazione. Però un paio di anni fa la versione console (soprattutto su PS4 liscia e Xbox One) non era esente da difetti per quanto riguarda il comparto tecnico. Su PS5, il gioco ora gira a 60 fotogrammi al secondo con una risoluzione 4K. Non posso dirvi con certezza se il framerate è bloccato al 100% sui 60fps, ma è sempre fluido da giocare e assolutamente bellissimo da vedersi.

Il titolo è ambientato nella semi-sconosciuta città del New-England di nome Oakmont, i cui numerosi quartieri sono tutt’altro che pittoreschi; è una città per metà sott’acqua a causa di una violenta inondazione che ha cambiato per sempre il volto della città. Le aree che non sono sommerse sono sporche e degradate; residenti disperati e indigenti camminano per le strade chiedendo aiuto. È uno spettacolo cupo, ma in 4K è brillantemente portato in vita. Le pozzanghere presenti per le strade riflettono la luce magnificamente; i dettagli e le texture sugli edifici vecchi e fatiscenti sono cristallini. Anche i modelli dei personaggi colpiscono per il loro realismo. La loro animazione facciale invece non è delle migliori viste negli ultimi anni, ma alcune caratteristiche, in particolare i loro occhi, sono così realistiche che vi colgono alla sprovvista.

La potenza di PS5 in The Sinking City emerge anche nei praticamente assenti tempi di caricamento. Al massimo, dovrete aspettare due o tre secondi quando iniziate un nuovo capitolo o caricate una nuova area. Ma per la maggior parte del tempo, le vostre sessioni di gioco non verranno interrotte da fastidiose schermate di caricamento, così da poter immergervi completamente nell’oscuro e contorto mondo ispirato a Lovecraft.

E vi immergerete. Ciò che spicca davvero di The Sinking City è che non tiene per mano il giocatore in nessun momento. Come un vero detective, dovrete capire da soli come utilizzare le informazioni che avete raccolto durante le vostre indagini. Avete capito che un certo crimine è stato commesso in una particolare area e dovete rintracciarne gli autori? Allora dovrete mettervi da fare per trovare queste informazioni visitando la stazione di polizia e cercando nei loro registri. La libertà data al giocatore qui è decisamente sconcertante all’inizio, ma una volta che ci si abitua, è incredibilmente divertente e stimolante. Progredire nella storia e capire tutte le varie dinamiche di un caso non è mai stato così gratificante.

E non è tutto, The Sinking City è una sorta di open world (o meglio open map); dopo una breve missione iniziale, sarete liberi di muovervi per Oakmont a vostro piacimento. Ma a differenza di altri giochi open world, la mappa a vostra disposizione non sarà piena di vari indicatori e punti di interesse. Sarà vostro compito carpire i vari indizi e posizionare l’indicatore su dove andare. Potreste ottenere un indirizzo o una posizione vaga che vi interessa, ma dovrete usare la mappa per capire dove esattamente si trovi. Sono disponibili anche una varietà di marker. Potete collegarne uno direttamente a una missione ed anche contrassegnare i vostri punti di interesse, o vicoli ciechi e altro ancora. È una bella sensazione conoscere lentamente Oakmont, con una mappa piena di informazioni utili che avete raccolto da soli e che potete gestire a piacimento.

Potete concentrarvi sulla  storia principale di The Sinking City, se lo desiderate, una storia contorta che coinvolge omicidi, sabotaggi, pregiudizi e più di una sana dose di soprannaturale, ma se deciderete di perdervi per le stradine di questa tetra cittadina sono pronte ad attendervi moltissime missioni secondarie. È in queste missioni secondarie che troverete la massima libertà di esplorare Oakmont. Gli edifici che potete esplorare sono contrassegnati in modo intelligente ed a volte potreste voler esplorare semplicemente per fare scorta di risorse perchè sì, ne avrete bisogno. Dovrete infatti creare ad esempio i proiettili recuperando polvere da sparo ed un bossolo. I proiettili saranno utilissimi quando vi imbatterete in un nemico, ma avere un arsenale completamente carico in The Sinking City è poco più di un sogno irrealizzabile.

Questa è forse la componente più deludente di The Sinking City: le fasi di combattimento ed il gunplay. Incontrerete il primo di una serie numerosa di nemici nelle fasi iniziali della vostra avventura; una creatura fibrosa e carnosa che sembra fatta solo di braccia appare dal nulla e probabilmente vi spaventerà a morte. Alla fine vi abituerete a loro, come farete con gli altri temibili e più grandi avversari contro cui vi troverete a combattere. Ma nessuno di loro riesce a regalare vere e proprie emozioni e divertimento. Quelle creature con le braccia sono piccole e agili, e riuscire a colpirle è davvero difficile. È meglio usare un attacco corpo a corpo su di loro; un bel colpo e sono a terra. Ma in un’area in cui dovrete tenere testa a più nemici, tutti pronti a farvi le cuoia, la situazione si fa più drammatica. Certamente non siete un supereroe o qualcosa di simile; un paio di bei colpi assestati e siete fuori gioco.

Per fortuna The Sinking City è molto generoso quando si tratta di checkpoint. Non perderete alcun progresso, con la vostra posizione ripristinata al punto di viaggio veloce più vicino. Probabilmente dovrete rimettervi in sesto ma, come i proiettili, le componenti necessari per creare un kit medico sono scarse.

Ma il combattimento frustrante e non bilanciato a dovere non è sufficiente per affossare la particolarità di The Sinking City. Pochi videogiochi riescono a farvi sentire un vero detective come l’ultima opera dei ragazzi di Frogwares; lavorare con tutti gli indizi che avete trovato, mettere insieme le informazioni e rintracciare il vostro prossimo “bersaglio” è del tutto soddisfacente. Come lo è anche setacciare una posizione fondamentale per il proseguo del caso; dovrete usare il vostro occhio d’aquila e il soprannaturale “Occhio della mente” del protagonista per scovare le prove chiave. Questa meccanica è implementata così bene che spero che più giochi investigativi ne facciano uso. L’unico inconveniente viene dalle scelte che farete in The Sinking City. Di tanto in tanto, dovrete stabilire se qualcuno è colpevole o meno. Si tratta solo del vostro giudizio, quindi potreste fare la chiamata sbagliata. Queste scelte sembrano avere un impatto minimo o nullo sull’intero gioco, il che è un peccato. Vi rimarrà solo il vostro senso di colpa se pensate di aver fatto la scelta sbagliata.


The Sinking City era già un thriller investigativo intrigante e degno di nota. Ma i vari miglioramenti con la versione per PlayStation 5 l’hanno portata al livello successivo. È un gioco davvero curato e vagare per le strade in rovina di Oakmont a 60 frame per secondo non è mai stato così piacevole. Il combattimento è ancora deludente e sarebbe bello vedere maggior influenza delle scelte fatte nella trama, ma la libertà che il gioco vi dà di seguire le vostre piste non è seconda a nessuno. Frogwares ha decisamente fatto un ottimo lavoro e spero che questa nuova versione abbia il successo che merita, non vedo l’ora di scoprire e vedere cosa hanno in serbo con il loro prossimo progetto.

The Sinking City - Recensione della versione PS5

The Sinking City - Recensione della versione PS5

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  • Voto Finale
    7.9
Pro
  • I 4K ed i 60fps fanno risplendere il gioco
  • Texture e dettagli migliorati
  • Completa libertà data al giocatore
  • Trama e personaggi ispirati e memorabili
Contro
  • Fasi di combattimento imprecise e non bilanciate
  • Le scelte non hanno un grande impatto nella trama
7.9
frogwaresplaystation 5ps5the sinking city
Riccardo Ferrari

Sono nato con un joypad della prima PlayStation in mano e sono cresciuto con Final Fantasy, Metal Gear Solid e Resident Evil. Da lì non ho mai abbandonato il mondo videoludico, ho abbracciato anzi nuove passioni come il cinema e le serie tv.

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