L’idea di coinvolgere i cinque sensi di una persona immergendola nel vivo dell’azione, che si svolge in un ambiente simulato, non risale a pochi giorni fa. Si tratta di Realtà Virtuale (VR), termine introdotto nel 1989 da Jaron Lanier: un ossimoro che accosta l’esistenza oggettiva “reale” ad una “virtuale” non realmente esistente.
La realtà virtuale è la grande promessa (e futuro?) dell’informatica. All’inizio degli anni ’90 si pensava che sarebbe divenuta il medium dominante, ma nei 10 anni a seguire scomparve per poi tornare in auge in questi ultimi anni, soprattutto per quanto riguarda il mondo gaming, come il PlayStation VR di Sony o i titoli in AR (ad esempio l’ultimo Harry Potter: Wizards Unite) per smartphone.
In questo articolo cercherò di spiegare i motivi per cui queste meraviglie della tecnologia tra qualche anno ricopriranno un ruolo fondamentale in ogni settore del mondo, dalla medicina fino alle strategie di marketing.
Realtà Virtuale: cos’è e quali sono le caratteristiche
La realtà virtuale o VR è una tecnologia che crea un ambiente virtuale. Le persone interagiscono in quegli ambienti usando, ad esempio, visori VR o altri dispositivi mobili . È una simulazione generata da un computer di un ambiente o un’immagine tridimensionale in cui le persone possono interagire in un modo apparentemente reale o fisico. Per interagire, avete bisogno di un’attrezzatura elettronica speciale, come un casco con uno schermo all’interno o degli occhiali. Per ottenere il pieno effetto della realtà virtuale, l’utente indossa guanti, controller vari o una tuta con sensori speciali.
In poche parole; la realtà virtuale è un tipo di tecnologia informatica che vi fa sentire come se fossi da un’altra parte. Un software speciale produce immagini, suoni e altre sensazioni per creare quest’altro luogo. Gli utenti, quindi, si sentono parte di questo altro posto. Tuttavia, il tutto è una simulazione.
In genere ci si riferisce all’altro luogo come “l’ ambiente“. L’ambiente potrebbe essere un bar, una montagna, una spiaggia o un qualsiasi luogo reale o fantastico.
La dicitura realtà virtuale è da non confondere la terminologia di realtà aumentata. Sebbene i due termini siano trovati in molti testi insieme, i loro significati sono piuttosto diversi.
Realtà aumentata
La realtà aumentata o AR è la tecnologia che ci presenta oggetti virtuali nel nostro ambiente naturale. Un telefono cellulare, ad esempio, può fornirci ulteriori informazioni su ciò che è nel nostro campo visivo.
Se percorro una strada e punto il mio smartphone lungo quella strada, lo schermo del mio dispositivo potrebbe dirmi che un edificio sulla sinistra è un bar. Potrebbe anche dirmi che girando a destra troverò un negozio di fumetti, e così via.
Realta virtuale
La tecnologia della realtà virtuale crea un ambiente virtuale o simulato. In altre parole, una simulazione. Posso entrare in quell’ambiente ed eseguire delle azioni. Ad esempio, posso parlare con altre persone, giocare, o semplicemente fare una passeggiata e godermi il panorama. Posso fare tutto ciò che mi piace in quell’ambiente, finché il software lo rende possibile.
Cenni storici
Sebbene la letteratura tra Ottocento e Novecento sia ricca di riferimenti ad “altri” mondi, oltre quello in cui viviamo, si inizia a parlare di realtà virtuale tra gli anni ’30 e gli anni ’40 del 1900, grazie allo scrittore Stanley Weinbaum che rilascia The Pygmalion’s Spectacles, un racconto in cui si fa riferimento a visori per la realtà virtuale basati su registrazioni olografiche di esperienze in grado di stimolare il senso della vista e dell’udito ed anche il senso del tatto e dell’olfatto.
Il primo vero “embrione”della realtà virtuale però lo dobbiamo a Morton Heilig, il quale, nel 1957, progetta il Sensorama, una macchina che permetteva di guardare film riuscendo a coinvolgere tutti i sensi. Non solo erano presenti stimoli visivi e uditivi, ma alla pellicola erano integrati movimenti del sedile, soffi d’aria, profumi e vibrazioni, rendendo l’esperienza di intrattenimento più coinvolgente. La visione ed il sogno di Heilig si infransero per l’enorme quantità di soldi per poter essere realizzata all’interno di cinema. Successivamente Heilig lavorò anche ad una versione portatile che venne brevettato, ma nulla più.
Nel 1968, Ivan Sutherland crea un visore in grado di far vedere immagini 3D che si sovrappongono a oggetti reali, rendendolo sostanzialmente il primo esempio di realtà aumentata della storia, ma il visore risultò essere pesante per cui doveva essere montato su un braccio collegato al soffitto, e per questo venne soprannominato “spada di Damocle”.
Nel 1987, Jaron Lanier conia il termine “virtual reality” (VR) e la serie televisiva Star Trek mostra il famoso Holodeck, dando a milioni di persone un’idea più concreta di come questa tecnologia possa funzionare.
All’inizio degli anni 2000, Palmer Luckey, giovane americano con la passione per la tecnologia, assembla un prototipo di visore e fonda Oculus VR. Da quel momento, il settore della realtà virtuale esce dalla nicchia di appassionati. Negli stessi anni si ha il miglioramento e lo sviluppo di questa tecnologia fino a che il 2016 viene definito come l’anno della realtà virtuale e il fondatore di Facebook, Mark Zuckerberg, afferma che la realtà virtuale sarà la piattaforma del futuro.
Realtà Virtuale e Medicina
Sulla realtà virtuale non scommettono solo le case di sviluppo videoludiche e dell’intrattenimento, ma anche il mondo scientifico sta investendo nel settore, con lo scopo di realizzare nuovi prodotti e servizi.
In generale, i campi di applicazione della VR in ambito medico sono principalmente:
- la chirurgia operatoria
- la riabilitazione motoria e cognitiva;
- la terapia di disturbi psichiatrici;
- l’apprendimento in un contesto di simulazione.
In questi contesti, la costruzione di un mondo virtuale in cui il soggetto può avere il controllo si rivela particolarmente efficace.
Chirurgia operatoria
Alcuni esempi di come varie società stanno investendo nella VR anche a livello della chirurgia medica:
- Philips ha rilasciato sul mercato una nuova tecnologia che permette di utilizzare la AR in operazioni chirurgiche che interessano la colonna vertebrale o il cranio. Questo nuovo sistema, per quando riguarda l’intervento alla colonna vertebrale, ha il grande pregio di riuscire a minimizzare la perdita di sangue ed i danni ai tessuti molli.
- Microsoft, invece, sul fronte mixed reality nella preparazione dell’intervento chirurgico, sta portando avanti alcuni diversi progetti internazionali. Uno in Norvegia dove la tecnologia HoloLens permette di visualizzare le parti del fegato malato su cui intervenire. Un altro progetto è ora in fase di sperimentazione in Polonia, dove la realtà aumentata guiderà l’ equipe medica per impiantare una valvola aortica.
- Sicuramente è giusto anche menzionare Proximie, azienda statunitense che vuole agevolare i chirurghi in sala operatoria tramite l’utilizzo della realtà aumentata e che ha creato una piattaforma di e-learning che permette di registrare le operazioni a fini formativi.
Terapie riabilitative
Un caso di eccellenza tutto italiano è l’Istituto Auxologico di Milano, specializzato anche nella ricerca sulla Realtà Virtuale Immersiva applicata alle terapie riabilitative, che ha realizzato il progetto Cave, due ambienti adibiti per l’attuazione di programmi virtuali a sostegno dell’intervento terapeutico.
Grazie al “Cave”, una intera stanza virtuale dove si sperimenta la Telepresenza Immersiva Virtuale (TIV), è possibile simulare i tipici scenari in cui vengono trattati alcuni disturbi tra cui quelli cognitivi nelle fasi iniziali, motori quali quelli conseguenti a ictus e Parkinson, o psicologici come ansia, fobie, stress.
Nell’ambito della riabilitazione cognitiva, invece, l’Istituto ha sviluppato una soluzione per rallentare il deterioramento cognitivo lieve che colpisce soprattutto gli anziani, il cui obbiettivo è quello di potenziare la memoria con esercizi specifici.
Terapia del dolore
Un altro interessante ambito di applicazione della realtà virtuale è quello della terapia del dolore. In questo ambito è stata comprovata l’efficacia della VR. Oltreoceano già diversi ospedali hanno adottato l’utilizzo di dispositivi immersivi di VR come coadiuvante alla terapia del dolore, mentre sono ormai numerose le ricerche che dimostrano l’efficacia della realtà virtuale nel migliorare la qualità della vita di pazienti sottoposti a chemioterapia.
Formazione
Infine la formazione del personale medico e delle interazioni tra tirocinanti e formatori. Le sessioni di VR/AR, come gran parte delle tecnologie digitali, permettono di immagazzinare una grande mole di dati sensibili, relativi allo stato di miglioramento della terapia e a chi si sottopone alle cure.
Il futuro della medicina è sempre più hi-tech: ad oggi la realtà virtuale viene per lo più sperimentata, ma ci si può aspettare che rientrerà nella prassi medica e diverrà una pratica corrente grazie ai benefici che può apportare ed alla sua accessibilità. Di fatto, se finora uno dei principali ostacoli per la diffusione della cyberterapia erano i costi, oggi è possibile avere un sistema di realtà virtuale immersiva a prezzi più competitivi.
Un’ educazione virtuale
Si può dire molto sull’uso della realtà virtuale nell’educazione. Come abbiamo appena visto è e sarà molto utile in ambiente medico ma non solo, un esempio sono i simulatori di volo o di guida. La realtà virtuale può rendere il processo di apprendimento il più vicino possibile alla realtà, e quindi aiutare i futuri specialisti a non farsi prendere dal panico e ad affrontare meglio situazioni stressanti nella pratica. La realtà virtuale può aiutare gli alunni negli studi tecnici, ad esempio nella dimostrazione di alcuni esperimenti.
I browser in realtà virtuale sono già realtà!
Potrebbe essere difficile da credere, ma esiste già un browser compatibile per il vostro dispositivo VR. Janus VR promette un modo completamente nuovo di navigare sul web. È dotato di una “lobby” virtuale in cui è possibile passare attraverso delle porte per visualizzare i vari URL. Questi URL appaiono quindi come esposizioni di musei con del testo sui muri. I video compaiono nei “teatri” e possono avere immagini, luci e suoni 3D.
C’è anche un aspetto comunitario nel browser: potete camminare per i boschi ascoltando la vostra musica preferita e poi leggere un articolo su una placca subito dopo. Potrete incontrare altri utenti nelle stanze e chattare con loro sugli interessi che condividete. Chiamatela la ludicizzazione della navigazione web. Non è necessario visitare un browser completamente nuovo per provare la realtà virtuale online: infatti anche Firefox ha una versione sperimentale del suo browser che supporta l’utilizzo della realtà virtuale.
È tempo di considerare la realtà virtuale anche in ambito lavorativo. Il supporto alla realtà virtuale ed aumentata nei siti web aziendali contribuisce a creare valore e ad assistere i clienti più di quanto si fosse mai pensato prima.
Realtà virtuale nella comunicazione
Uno dei più grandi valori in un sito web abilitato alla realtà virtuale è la possibilità di estendere la portata della propria attività. Ad esempio, se si è un idraulico, è possibile impostare le chiamate VR con un cliente e offrire consultazioni iniziali senza lasciare l’ufficio. Un sito web con modellazione 3D di un idraulico potrebbe offrire tutorial sulle basi dei problemi idraulici e come risolverli.
Al suo meglio, la realtà virtuale renderà la navigazione sul web sia immersiva che tangibile. Invece di appuntare idee su una bacheca su Pinterest, i clienti possono attraversare negozi virtuali pieni di abiti diversi. Usando gli avatar, i clienti possono provare ad indossarli ed, nel caso vogliano acquistarli, farli consegnare il giorno successivo. Le opzioni sono infinite e riguardano praticamente ogni settore.
La fantascienza non è mai stata così reale
I critici pensano che la realtà virtuale non raggiungerà mai il grande pubblico, quindi investire nel web design VR ed AR è un errore. Ma considera quanto segue:
- Le ricerche di marketing utilizzano Google View VR, Streetview e Cardboard Camera per caricare ed ottimizzare i video 3D così da ottenere una migliore visibilità sui motori di ricerca.
- Le ricerche sulla realtà virtuale sono aumentate del 300% nell’ultimo anno e hanno raggiunto il massimo storico a novembre 2016, secondo i dati di Google. Un altro studio ha rilevato che le immagini a 360° e la tecnologia VR possono aumentare il coinvolgimento dei visitatori, il tempo trascorso su una pagina Web, visualizzazioni video, condivisioni e iscrizioni.
- I progettisti di siti web stanno già iniziando a utilizzare plug-in compatibili. Ad esempio, WordPress VR View consente agli utenti di caricare video a 360 gradi sul proprio sito di WordPress. I widget incorporabili diventeranno sempre più popolari in quanto Google Maps, Streetview e Google Earth offrono tutti i plug-in con Google View VR.
- Utilizzando Google Streetview, chiunque può incorporare e promuovere i media VR sul proprio sito web. Secondo Google, questo media si presenta nei risultati di ricerca organici, il che significa che chiunque può trovarlo attraverso i motori di ricerca e interagire con esso tramite cellulare o desktop. Se ottimizzato per i dispositivi mobili, i contenuti a 360 ° sono rapidi e creano esperienze coinvolgenti – non sono necessari headset VR.
Come potete vedere, VR e AR sembra che siano in grado di prendere piede nel web design. Non avete bisogno di un ingombrante visore VR, solo una mente aperta.
L’ascesa del contextual computing
Il contextual computing è un nome dato al concetto che computer e altre tecnologie sono in grado di “capire” i loro creatori e le altre tecnologie che li circondano. Il concetto sembra orwelliano, ma non quando si considerano i progressi che abbiamo già fatto in machine learning e IoT (Internet of things). Le pagine dei risultati dei motori di ricerca ed i “consigliati” su Netflix sono due esempi di tecnologia che cercano di capirvi. Il contextual computing sostiene che quattro forze convergenti rivoluzioneranno la nostra nuova realtà: social media, dispositivi mobili, data sensors e sensori di posizione.
Google Glass, un dispositivo AR, è un esempio di contextual computer indossabile. Più questi dispositivi aumenteranno di popolarità più le aziende dovranno “ottimizzarsi” per l’ AR e la VR.
Vivere l’esperienza
Leader tecnologici come Google, Samsung, HTC, Sony e Facebook con Oculus, stanno introducendo continuamente nuove soluzioni, abbassando i prezzi dei visori VR sul mercato. E c’è di più: da quanto Google ha introdotto i visori Cardboard, l’esperienza VR è diventata disponibile a tutti coloro che possiedono uno smartphone, ad un costo molto accessibile. Il Cardboard è infatti un semplice pezzo di cartone dotato di lenti particolari in grado di trasformare lo smartphone in un visore di realtà virtuale, ed è disponibile sul mercato ad un costo che varia dai 5 ai 20 euro. Questo significa che non è necessario spendere un sacco di soldi per vivere delle esperienze in realtà virtuale.
Un esempio di come si è trasformata la realtà virtuale ce lo offre ATAP, il laboratorio di tecnologia avanzata di Google che produce le famose Spotlight Stories: tramite un’app, scaricabile dallo store della compagnia di Mountain View, ed un visore è possibile guardare video a 360 gradi in cui lo spettatore ha un ruolo determinante.
La maggior parte degli esperti però concorda sul fatto che la realtà virtuale non sostituirà il cinema bidimensionale. Affinché l’intento artistico possa essere compreso dallo spettatore, deve seguire la telecamera e il regista attraverso la trama. Pertanto, il cinema VR viene sviluppato (per il momento) solo nel formato di sensazioni o esperienze, come un lancio con il paracadute, un viaggio nella giungla o una nuotata con gli squali.
La ricostruzione storica può essere definita uno dei sottotipi di impressioni cinematografiche. Grazie alla realtà virtuale, è possibile non solo ricreare le battaglie e i luoghi del passato con l’aiuto della moderna grafica computerizzata, ma anche per consentire alle persone moderne di diventare, per così dire, partecipanti agli eventi storici che hanno avuto luogo secoli fa e sperimentali. Ad esempio, ecco una ricostruzione di una battaglia del 1941, ricreata dallo studio di sviluppo Wargaming (che potete vedere qui sotto).
Sviluppatori e programmatori stanno creando esperienze sempre più iper-realistiche progettate per generare negli utenti forti connessioni emotive, rendendo, così, la realtà virtuale un potente mezzo utilizzabile nel mondo del marketing.
Gli impatti economici della VR sono enormi. Secondo varie proiezioni, la VR genererà almeno 30 miliardi di dollari di spesa entro il 2020.
Una macchina per l’empatia
Chris Milk, famoso regista e fotografo, ha tenuto nel marzo del 2015 un talk su come la realtà virtuale può essere considerata la migliore macchina per l’empatia. Milk è anche il fondatore e CEO di Within (prima Vrse), un’applicazione per la realtà virtuale immersiva che permette di vivere un’esperienza di VR utilizzando il proprio cellulare o PC. Sulla piattaforma sono disponibili diversi filmati a 360 gradi, ma tra le produzioni più interessanti è giusto citare i documentari girati per le Nazioni Unite, Clouds Over Sidra e Waves of Grace.
Il primo ci mette nei panni di un dodicenne in un campo profughi in Giordania che conta oltre 84mila persone, mentre il secondo è riguarda i sopravvissuti al virus Ebola in Liberia.
VR e Marketing
Qui lasciamo lo spazio alle parole di Digital Mosaik, un’agenzia di realtà virtuale, nata per aiutare le aziende ad integrare con efficacia questa nuova tecnologia all’interno delle loro strategie, che rendono perfettamente l’idea di quanto sia importante la realtà virtuale nel marketing.
I gusti e le esigenze dei consumatori di oggi, in particolare dei millennials, stanno diventando sempre più sofisticati, ed è più difficile riuscire a catturarne l’interesse. Questo richiede un cambiamento nel modo di promuovere e raccontare un prodotto, che deve riuscire a trasmettere emozioni indimenticabili per lasciare impressioni positive, capaci di durare a lungo.
In quanto nuova tecnologia, la VR è capace di produrre un effetto “wow”, e quindi di generare entusiasmo ed emozione, quello che la maggior parte dei consumatori (e dei brand) desidera così tanto. Alcuni delle più importanti aziende internazionali si sono già mosse in questo ambito: McDonald’s, Coca-Cola, Marriott, MSI, Tom’s, TopShop e Volvo, solo per citarne alcuni, hanno già utilizzato la realtà virtuale per attirare un pubblico ancora più grande e offrirgli un’esperienza memorabile.
La VR influenzerà ogni settore
I contenuti in VR interesseranno ogni settore, sia nel bene che nel male. Ecco alcuni esempi:
- Si venderanno biglietti virtuali per visualizzare gli Oscar… accanto a Leonardo DiCaprio.
- Gli impianti sportivi venderanno biglietti virtuali per Gara 7 delle finali NBA, quindi potrete sognare un posto in prima fila per guardare Lebron James o Stephen Curry.
- Si potrà passeggiare per le strade virtuali di Milano per acquistare l’ultima borsetta di Gucci.
- I clienti saranno in grado di effettuare tour virtuali immersivi delle camere d’albergo e della lobby, invece di affidarsi alle recensioni di Yelp.
Non è necessario essere un clothier di lusso o un importante centro sportivo per sfruttare i vantaggi dei contenuti di un sito ottimizzato per la realtà virtuale. Piccole aziende di servizi e negozi indipendenti saranno in grado di raggiungere efficacemente i clienti e fornire un eccellente servizio clienti dai loro siti web.
Tutti trarranno beneficio dalla realtà virtuale. Non pensate che la realtà virtuale e aumentata siano solo un modo diverso per vedere un video o giocare ad un videogioco, poiché tra pochi anni entreranno a far parte della nostra quotidianità, rivoluzionando ogni settore commerciale e non solo (ad esempio in medicina).