Il film è ambientato prima della sequenza temporale dei videogiochi, una scelta saggia così da non riprendere di pari passo ciò che i fan hanno già pad all mano. Le basi però sono le stesse, tuttavia: Nathan Drake (Holland) è un cacciatore di tesori spiritoso e atletico che rintraccia un’antica fortuna perduta in paesaggi esotici, aiutato dal suo amico e mentore Sully (Wahlberg) mentre si ritrova a fronteggiare altri cacciatori di tesori.
In questo caso, stanno dando la caccia all’oro perduto di Ferdinando Magellano, un personaggio storico reale che (nel mondo del film) ha nascosto un carico di tesori e denaro che avrebbe dovuto riportare ai suoi ricchi sostenitori. Il discendente di quei finanziatori, Moncada interpretato da Antonio Banderas, sta ora cercando l’oro che considera di diritto suo, assumendo una mercenaria (Braddock di Tati Gabrielle) per inseguire Nate e Sully attraverso aste eleganti, catacombe spagnole e lussureggianti isole tropicali mentre passano da un indizio ad un altro.
Si tratta di un progetto che segue i titoli PlayStation, ma come avrete notato, c’è un cambiamento significativo. La grande mossa del film è creare una sorta di storia delle origini per il Nathan Drake che abbiamo incontrato nel 2007, mostrando come ha incontrato molti dei suoi amici e come è entrato per la prima volta nel mondo dei cacciatori di tesori. Il Drake dei videogame è esperto, spavaldo, intraprendente e ha poco più di 30 anni. Il Drake di Holland, nel frattempo, sembra avere circa dieci anni in meno ed è agli inizi della sua carriera. Sully, nel frattempo, rappresentato nella serie di Naughty Dog come un Magnum PI più anziano e masticatore di sigari, è piuttosto irriconoscibile nei panni di Wahlberg che porta sul grande schermo un ladro mondano e inaffidabile che prende Holland sotto la sua ala protettrice.
È facile capire perché è stato adottato questo approccio. Ci sono meno possibilità di un confronto diretto con i videogame, il film non può essere accusato di “rovinarli” e consente il casting dell’ottimo Holland, un nome sulla cresta dell’onda di Hollywood e della Sony dopo l’enorme successo di Spider-Man: No Way Home. Si ha la sensazione che l’intero film sia stato adattato per includere il suo particolare set di abilità, così da ricreare le fantasiose acrobazie che Nate impiega nelle scene di combattimento.
Quindi sì, il cambiamento ha senso. Ma ecco il punto: semplicemente non funziona come dovrebbe. Uncharted cade nella stessa trappola di Solo: A Star Wars, dandoci il retroscena della nascita del grande ladro Drake, pensando che i fan volessero quella storia in più. Ma parte del fascino di questi personaggi è il loro passato pieno di rapporti misteriosi ed esperienze non dette. Li incontriamo quando sono già formati nella versione migliore di se stessi: tornare indietro alle origini è decisamente meno interessante.
E non aiuta il fatto che, come molti fan avevano ipotizzato, Holland sia un po’ incastrato a forza nel ruolo di Drake. Mentre il film cerca di aggiungere un po’ più di grinta al suo sano personaggio di Spider-Man – ci sono spesso dei momenti in cui pare un adolescente che cerca di sembrare adulto, come quando beve molti alcolici – è ancora troppo ingenuo per convincere pienamente nel ruolo di cacciatore di tesori da strada.
Si ha la sensazione guardando questo film che in realtà, Wahlberg avrebbe fatto un Nathan migliore, anche solo per l’età – durante un tentativo di girare il film anni fa aveva effettivamente firmato per interpretarlo, prima che il progetto si fermasse – ma invece applica una versione della personalità di Drake a Sully, il che significa che nessuno dei personaggi chiave del film è pienamente a fuoco.
Ad alcuni, questo potrebbe sembrare una presa di posizione da fanboy. Riconosco che molte delle mie critiche derivano da confronti con i videogiochi e si potrebbe sostenere che per la maggior parte degli spettatori non importa. La maggioranza delle persone che vengono a vedere Uncharted non avranno giocato alla controparte videoludica e conosceranno solo questa versione di Nathan Drake, quindi in questi termini forse il film può reggersi in piedi.
Ma francamente, quei piedi sono comunque piuttosto instabili. Anche senza sapere che c’è una versione migliore di questa storia là fuori, non c’è dubbio che Uncharted sia un film blando e poco convinto, portando poco che il pubblico non ha mai visto in versioni migliori in qualche altro progetto. Le misteriose cacce al tesoro e le sequenze dei vecchi caveau erano migliori nel “Mistero dei Templari” quasi 20 anni fa, scene di azione più spettacolari le troviamo in Mission: Impossible e James Bond. Certamente, la chimica tra i due protagonisti funziona e ci sono comunque cose azzeccate e ben portate sul grande schermo.
È tutto solo… ok. Un paio di sequenze d’azione sono divertenti (soprattutto quella che coinvolge un aereo cargo, ripreso direttamente da uno dei capitoli dei videogame come indicato da un cameo che sicuramente sarà riconosciuto dai fan), ci sono alcuni luoghi incantevoli e ci sono abbastanza riferimenti ed easter egg per rendere felici i giocatori (sì, Nathan si arrampica su alcune cose).
E, naturalmente, un film su Uncharted ha sempre avuto un percorso difficile da percorrere. In un videogioco ben strutturato, i giocatori hanno vissuto 20-30 ore di narrazione immersiva con Nathan Drake e gli altri personaggi, e nessun film potrebbe davvero competere con un’esperienza del genere. Rispetto a una versione completa di un videogioco di Uncharted, un adattamento cinematografico sembrerebbe sempre un po’ scarso.
Ma questo non giustifica il fatto che il film non riesca davvero a lasciare il segno in quasi tutte le componenti che lo compongono. Ovviamente, come ho detto anche precedentemente, non sto dicendo che Uncharted sia un film brutto perchè comunque riesce ad intrattenere per le sue due ore di durata ma, da appassionato della saga, mi sarei aspettato qualcosa in più.
Uncharted sarà disponibile nei cinema italiani dal prossimo 17 Febbraio.