Il mondo degli eSports è in crescita anche in Italia, e tra i tantissimi team emergenti c’è anche il Team Pulsar eSports A.S.D., una realtà che è presente su diversi titoli e che ha avuto anche modo di mettersi in luce con diversi risultati in varie competizioni, ma che negli ultimi tempi si sta anche dedicando a creare tornei per l’utenza, con in palio anche montepremi piuttosto importanti.
Il Team Pulsar eSports A.S.D. è presente ormai da diversi anni nel panorama degli eSports, e come detto ha saputo mettersi in mostra soprattutto per quanto riguarda le competizioni legate a Battlefield, e successivamente anche su Call Of Duty. Uno dei responsabili di Team Pulsar eSports A.S.D. è Salvatore Renga, con il quale abbiamo avuto modo di scambiare qualche parola, e lui è stato così gentile da illustrarci in cosa consiste il progetto dietro al team e come questo sta evolvendo, rispondendo alle nostre domande.
Ciao Salvatore, raccontaci in breve il Team Pulsar eSports A.S.D..
“Il Team Pulsar eSports A.S.D. nasce come team su Battlefield 1 nel 2016, io personalmente mi sono unito solo qualche anno dopo, quando comunque abbiamo deciso di allargarci su più fronti e su più titoli. Abbiamo vinto diversi campionati e titoli su ESB, che sarebbe una delle competizioni più importanti per quanto riguarda proprio il gioco EA. Successivamente parte del team si è spostato su Call Of Duty Black Ops Cold War mentre un’altra parte è rimasta su Battlefield per giocare ed alenarsi. Qui sono entrati in contatto con me, e da quel momento abbiamo unito le forze, in quanto io ero un ex giocatore competitivo che però si era allontanato per un periodo dal mondo delle competizioni, ma mi hanno invogliato a ricominciare. Da qui ho iniziato a sfruttare le mie conoscenze sia per quanto riguarda la ricerca di players ma anche per quanto riguarda il coaching, e con il tempo abbiamo deciso di creare una vera e propria squadra multigaming, e da lì successivamente abbiamo creato la nostra ASD. Attualmente siamo un’associazione affiliata a eGames365, patrocinato dall’ente riconosciuto dal CONI, MSP Italia. Nelle competizioni di Battlefield ci siamo tolti più di qualche soddisfazione, partecipando al campionato di ESB, uno delle massime competizioni a livello europeo, portando a casa diversi ottimi piazzamenti. Abbiamo avuto modo di partecipare e vincere anche alcune delle competizioni più importanti a livello nazionale, e abbiamo anche partecipato, nel mese di Marzo, ad una competizione LAN al recente GardaCon, dove siamo arrivati in seconda posizione. Abbiamo anche partecipato alla competizione online organizzata da ACCL con il nostro team di Call Of Duty. La nostra è una realtà che è evoluta molto solo recentemente, con il passaggio ad ASD avvenuto pochi mesi fa. Oltre al team di Battlefield, abbiamo anche una scuderia di F1, un team di For Honor, una squadra di FIFA Pro Club, e stiamo per aprire un team anche per Rainbow Six Siege. Alla fase attuale stiamo procedendo ad un piccolo ‘rimpasto’ per quanto riguarda il team di Call Of Duty“.
Come funziona per voi il recruiting dei players?
“Noi siamo partiti su Call Of Duty basandoci principalmente sulle conoscenze di giocatori che avevo io. Per quanto riguarda gli altri team ci siamo basati più o meno su questo ragionamento: abbiamo approfittato delle conoscenze che già avevamo. Da lì poi chiaramente abbiamo lavorato per formare al meglio le squadre, andando ad integrare le nostre conoscenze con altri giocatori che abbiamo cercato in giro. Il mio approccio personale è questo: andare nelle community, trovare i players, conoscerli anche semplicemente scambiandoci qualche parola oppure giocandoci assieme, e se poi loro si dimostrano interessati al progetto andiamo ad integrarli. Questo ci permette comunque di appoggiarci a persone che già sono all’interno delle community, e quindi questo ovviamente ci permette di conoscere gente ma anche e soprattutto di farci conoscere. Molto spesso mi riferisco anche ai social, dove ci sono moltissimi ragazzi che fanno contenuti, e che quindi sono un ottimo viatico per entrare in contatto con i giocatori”.
Come sfruttate i social?
“Per il momento siamo alla ricerca di qualche canale Twitch al quale appoggiarci. Avevamo intrapreso diversi contatti per quanto riguarda sia canali Twitch che YouTube che ci venissero a castare le partite, ma purtroppo non siamo riusciti a trovare degli accordi. Al momento però siamo comunque abbastanza attivi per quanto riguarda Facebook, Instagram e Twitter. Abbiamo anche un canale YouTube dove ogni tanto carichiamo qualche video con diversi montaggi e clip delle nostre migliori giocate. Ovviamente sappiamo che il mondo dei social è vitale e strettamente collegato agli eSports, e stiamo lavorando per rendere al meglio anche in questo senso: basti pensare che in questi giorni abbiamo organizzato un torneo su Warzone e la promozione sui social attraverso le inserzioni è stata utilissima per sponsorizzare l’evento”.
Quali sono i tornei che organizzate?
“Alla fase attuale stiamo procedendo ad amplliarci come organizzatori di eventi su vari titoli eSportivi. Sicuramente è un modo importante per farsi conoscere, ma è anche un modo per noi per tastare al meglio il terreno e capire effettivamente quanto possiamo crescere non soltanto passando dai risultati e-sportivi che abbiamo ottenuto e stiamo ottenendo”.
Quali sono le intenzioni del Team Pulsar eSports A.S.D. e gli obiettivi che vi siete posti per il futuro?
“Come detto, in primis vogliamo assolutamente consolidare al massimo la nostra presenza sui social, come ad esempio Twitch e YouTube. Attualmente stiamo finendo di sistemare il nostro sito web, e stiamo lavorando affinché i nostri team riescano a farsi notare nella scena italiana, cercando di partecipare a quante più competizioni possibile. Questo ci permetterà indubbiamente di crescere, e da lì poi con la costanza e con il lavoro riusciremo a toglierci altre soddisfazioni”.
Come giudichi la tua esperienza come player e come organizzatore di un team competitivo?
“Come giocatore devo dire che il mondo che ho conosciuto io in maniera diretta, ossia quello di Call Of Duty, si tratta di una realtà piuttosto particolare, che richiede comunque molta attenzione, in cui devi essere sempre sul pezzo, in quanto composto da diverse situazioni peculiari. La realtà competitiva di Call Of Duty può buttarti giù, in quanto è comunque sempre in grande cambiamento, in cui devi comunque lavorare anche con altre persone. A livello gestionale invece la cosa principale che ti deve motivare è la passione: devi essere sempre attento anche al minimo dettaglio, devi essere costante, altrimenti non si va da nessuna parte”.