Da sempre riconosciuto come titolo incentrato sul competitivo, Counter Strike continua a riscuotere successo tra i giocatori e gli spettatori del settore. Riporto l’intervista al team di Electronics Sport Chaos, ASD che si occupa di promuovere gli Esports tramite eventi, tornei e squadre competitive.
Al momento dell’incontro, gli atleti del team di Counter Strike, sono reduci dal bootcamp organizzato presso l’HQ dell’ASD, l’Esports Bar di Firenze One Up. Faccio dunque la conoscenza di:
Alessio “VeT” Luccisano
Luca “Lucygen” Mologni
David “Taken” Cordioli
Rodrigo “Louis Gara” Tempesti
Kevin “rhagee” Pettinato
A prendere le redini del discorso è spesso Alessio, il capitano della squadra, pronto a rispondere con entusiasmo:
Nbg: Come procede l’allenamento? Siete carichi in vista del prossimo evento?
Alessio: Appena arrivati a Firenze abbiamo cominciato a prepararci sia fisicamente che mentalmente. In media impieghiamo 36 ore settimanali per mantenerci in forma come team ma in vista di una competizione questo numero può anche salire. Per non parlare del tempo passato a fare pratica da soli.
Nbg: Ecco, parlando di tempo… come riuscite a far convivere routine ed Esport?
Alessio: È difficile, molto difficile. Si tratta di un qualcosa che va oltre la passione, richiede dei sacrifici e spesso non è facile spiegare ad un genitore o al datore di lavoro la complessità che richiede una preparazione simile. È un campo fortemente competitivo, bisogna approfittare di ogni attimo per migliorarsi.
Nbg: E il vostro team? Parlatemi del vostro rapporto.
Alessio: Siamo nati di recente. David e Luca, ad esempio, sono dei nuovi arrivati. Ci siamo chiariti fin da subito e abbiamo stabilito dei ruoli interni: ognuno di noi è più bravo degli altri in qualcosa. Per chi lo conosce, il competitivo di CS è basato principalmente sul gioco di squadra. Il nostro obiettivo è arrivare a capirci al volo, spesso tramite un semplice cenno. In un gioco simile, capire che decisioni prendere in gruppo è fondamentale.
Nbg: Quindi cosa consigliate a chi ha intenzione di far parte di questo campo?
Alessio: Sconsigliamo caldamente di iniziare a giocare da soli. Trovate un gruppo di amici, create una squadra e giocate sempre insieme. La prima difficoltà da superare in un titolo simile è ottenere la fiducia del compagno. È come un rapporto padre-figlio: la scelta del genitore apparirà fondata solo dopo averla seguita. Studiare il nemico per poi adattare l’intera squadra al nuovo approccio: non esiste una strategia universale, l’adattamento e l’affinità non si imparano giocando da soli.
Nbg: Parliamo del gioco vero e proprio. Spesso è considerato complesso per le sue caratteristiche di mira…. cosa ne pensate?
Alessio: È un pensiero sbagliato. Alcuni parlano di mira “troppo realistica” quando in realtà non si tratta di questo. Non è realismo, è arcade: serve studiare ogni arma e, in base a quest’ultima, aggiustare la mira e quindi le nostre abilità. Più che concentrarsi sulla balistica, i veri segreti si ottengono dalla conoscenza del motore di gioco. Persino il movimento può essere reso più reattivo se ci si ferma in un determinato modo, usando la tastiera. Ogni gioco ha le sue regole interne e i giocatori competitivi sono tenuti ad impararle.
Nbg: È anche per questo che amate il gioco. Sapreste descrivermi con una parola cosa vi spinge a giocarlo?
Tutti: Competizione! (ridono)
Alessio: Beh, è questo che ci spinge a giocare CS al meglio. L’idea di migliorare le proprie abilità in singolo e soprattutto in gruppo in modo da superare quelle dei propri avversari. Lo spirito sta tutto qui.
Nbg: Parlando degli altri… che community si trova in questo campo?
Alessio: Purtroppo, essendo un ambiente agonistico, è facile che manchi il rispetto. La competizione porta spesso agli errori e questi ultimi portano alla rabbia: non si può fare molto per evitare l’invidia tra player. Il tutto è probabilmente dovuto dalla mancanza di umiltà: noi dopo una sconfitta evitiamo di prendercela con gli avversari e pensiamo, prima di tutto, ad analizzare la nostra performance. In che cosa abbiamo sbagliato? Avremmo vinto agendo in questo modo? Non esageriamo però: abbiamo incontrato dei giocatori rispettosi nel tempo. Pochi, ma rispettosi…
Nbg: Fate parte del mondo Esport in Italia, un qualcosa che deve ancora svilupparsi per bene. Credete che la visione del videogioco cambierà negli anni? L’ambiente videoludico otterrà il valore che merita in questo Paese, prima o poi?
Alessio: È vero, in Italia il videogioco è ancora visto come una perdita di tempo da molti. Ogni giocatore ha litigato almeno una volta con un parente a causa di questa cosa. Credo si tratti principalmente della mancanza di interesse: i genitori non si interessano a cosa giocano i figli e questo limita molto la conoscenza generale del campo. Però qualcosa sta cambiando ed è innegabile: il concetto di Esport si diffonde rapidamente e l’esistenza del nostro team ne è un esempio. Probabilmente il problema scomparirà totalmente tra 2 generazioni: questa è la mia previsione. Serve ancora del tempo alla nostra società per adattarsi del tutto.
Ringraziamo ancora la Electronics Sport Chaos (ESC) Gaming e i ragazzi del team CS. Auguriamo in bocca al lupo ai ESC Gaming per ESEA!