Dopo l’arrivo su Switch di tanti titoli di spessore usciti negli scorsi anni per questa generazione di console (ultimo in ordine di uscita The Witcher 3, il cui adattamento ha fatto molto discutere), anche Blizzard ha finalmente deciso di portare sulla console ibrida Nintendo il suo titolo di punta in termini di Multiplayer, sua maestà re degli e-sports: Overwatch, che finalmente potremo giocare in qualsiasi luogo con la sola necessità di avere una connessione a internet (e la batteria carica).
Gli Eroi non muoiono mai
Dalla data di uscita che risale al lontano 2016, Overwatch non ha mai smesso di evolversi grazie al supporto sempre costante del team dedicato di Blizzard che nel tempo ha arricchito il gioco con nuovi personaggi giocabili, che dai 21 iniziali sono diventati ben 31 (e a brevissimo si aggiungerà al roster il nuovo eroe presentato durante dal Blizzcon 2019), ognuno con le proprie abilità uniche, il proprio ruolo nel team di gioco e il proprio background narrativo che prevede l’approfondimento del passato di ogni personaggio tramite i bellissimi cortometraggi che Blizzard rilascia periodicamente e con i quali i videogiocatori possono comprendere meglio le origini dei componenti del roster, gli eventi che li legano fra di loro e le vicende passate che hanno caratterizzato gli scontri con gli Omnic. Non essendo presente una modalità campagna, infatti, la storia che fa da sfondo al gioco è interamente veicolata tramite canali esterni come YouTube e fumetti ma, come da poco annunciato da Blizzard, questo piccolo gap verrà colmato con l’arrivo di Overwatch 2.
In questi anni il gioco è stato sempre tenuto vivo dai tanti eventi a tema organizzati dal team di sviluppo in occasione delle principali festività (Natale, Capodanno Cinese, Halloween, Giochi Olimpici, Vacanze Estive…) che prevedono nuove skin e oggetti creati ad hoc per ogni evento, oltre che modalità alternative di gioco da intervallare tra una partita competitiva e l’altra. Overwatch ha dimostrato di avere tutte le carte in regola per poter vivere a lungo tenendo la community sempre viva (seguendo l’esempio di World of Warcraft).
Nerfa Questo!
L’approdo di Overwatch su Switch arricchisce il parco titoli multiplayer online della console ibrida Nintendo che risultava ancora un po’ scarno e privo di una vera punta di diamante che andasse ad affiancare Splatoon 2 per rendere giustificato l’acquisto dell’abbonamento ai servizio online della grande N. A questo proposito è doveroso segnalare che con l’acquisto del gioco si riceve in omaggio un abbonamento di tre mesi al servizio online di Nintendo e, considerando che Overwatch è stato interamente concepito per essere giocato esclusivamente online, questa è stata una mossa azzeccata da parte di Blizzard che così facendo ha ridotto il rischio che gli acquirenti indecisi potessero desistere perché bloccati da un ulteriore costo da sostenere nell’immediato, considerando anche il prezzo di vendita che non tiene conto del tempo passato dal giorno di uscita sulle altre console e sul PC.
Abbiamo provato per diverse ore il gioco sia in modalità dock che in modalità portatile, forti anche dell’esperienza pregressa di centinaia di match consumati su Xbox One e Playstation 4. Diciamo la verità, per un appassionato di Overwatch poter giocare ovunque a questo titolo è una conquista anche se è necessario scendere a qualche compromesso. Parlando di un gioco come questo possiamo certamente dire che la comodità dei controlli è molto importante in quanto determina la reattività e la velocità con cui si compiono le azioni in game e, come ben sappiamo, quando ci si trova faccia a faccia con l’avversario chi ha il grilletto più veloce e il controllo della mira migliore ha quasi sempre la meglio. A questo proposito, in modalità portatile bisogna fare i conti con la dimensione ridotta dei tasti e la loro posizione che non facilita la giocabilità, sopratutto considerando che un titolo del genere richiede un utilizzo intensivo e combinazioni veloci di molti dei tasti presenti sul pad, specialmente nelle fasi più concitate delle partite competitive. Questa caratteristica rende difficoltoso anche il protrarsi del gioco per lunghe sessioni. Bisogna invece sottolineare che il sistema di controllo acquisisce un bonus in modalità docked grazie al giroscopio integrato nei joycon, che permette mirare gli avversari semplicemente puntandoli tramite il movimento della mano (una trovata che incuriosisce e che rende più accessibile il gioco anche a chi non è pratico di questo genere). Il giroscopio è utilizzabile anche in modalità portatile, ma in questo caso risulta poco maneggevole portando spesso a privilegiare il normale sistema di controllo. In ogni caso è consigliabile utilizzare questo sistema di puntamento sopratutto con eroi con un arma ad aggancio come Symmetra, Moira, Winston in quanto risulta più funzionale e preciso rispetto all’utilizzo con personaggi hitscan come Widowmaker, Soldato 76 o Mcree, con i quali risulta molto meno preciso.
Altro compromesso da considerare, come c’era da aspettarsi, riguarda il comparto grafico che perde inevitabilmente di definizione (900p in versione casalinga e 720p in versione portatile) rispetto alle versioni giocabili sulle altre piattaforme, sacrificando la qualità di alcuni dettagli dei personaggi e degli scenari che in ogni caso mantengono intatto il loro fascino. In particolare va sottolineato che nella versione portatile il downgrade grafico risulta meno evidente rispetto a quanto si evince dalla modalità “casalinga”, nella quale viene messo chiaramente in luce da una sensibile riduzione dei particolari e dell’impatto visivo generale. In modalità portatile queste pecche si notano meno ma salta all’occhio la dimensione ridotta delle scritte che compaiono a schermo durante i match e che risultano difficilmente leggibili (e questo a qualcuno potrebbe dare fastidio). Anche il framerate ha risentito sensibilmente del porting sulla console Nintendo calando sotto i 30 fps sopratutto nelle fasi più concitate, quando ad esempio la maggior parte dei giocatori è concentrata nell’area di conquista o quando vengono lanciate diverse Ultimate in contemporanea. Infine abbiamo notato anche un certo ritardo nella comparsa del personaggio dopo la scelta iniziale, che fortunatamente non inficia l’andamento del match poiché dura pochi secondi e di solito accade ad inizio partita, quando ancora lo scontro non è iniziato, ma potrebbe dare più fastidio nel cambio del personaggio a partita iniziata.
Coloro che hanno già speso molte ore a giocare sulle altre piattaforme salendo di livello e collezionando molte skin non saranno felici di sapere che non c’è modo di portare i progressi ottenuti in precedenza nelle altre versioni su Switch: sarà quindi necessario partire nuovamente da zero (ciò comprende anche dover arrivare a livello 25 per poter partecipare ai match competitivi).
Nonostante i compromessi necessari per il porting il fascino di Overwatch è rimasto inalterato. I personaggi, le ambientazioni e il gameplay che caratterizzano il titolo sono duri da scalfire, sopratutto se consideriamo che possiamo portarli in ogni luogo con noi. Con la Switch tra le mani Overwatch è capace di catapultarvi nel mezzo della mischia anche se state aspettando il vostro turno dal dottore. Anche se il feeling non è lo stesso di quello provato su altre piattaforme, questo gioco è in grado di intrattenere e divertire come pochi altri.