Il “vecchio” che torna
Vi ricordate quando da ragazzini andavate nel bar del paese e la prima cosa che facevate era controllare il gioco presente nel cabinato ? Se la risposta è sì allora molto probabilmente avrete avuto a che fare almeno una volta nella vostra carriera videoludica con Sunset Riders e Nam 1975 titoli arcade da cui Wild Guns trae il gameplay . Se la risposta è no, non preoccupatevi, potreste comunque trovare questo gioco bello e sfidante nonostante, a prima vista, potreste storcere il naso.
Wild Gun fa parte di un genere videoludico un po’ vintage, il “bullet hell” dove, in pratica, il giocatore si può muovere solo lateralmente dovendo alternare con pazienza e costanza le fasi di movimento e di sparo, assegnando la giusta priorità ai bersagli e cercando anche di raccogliere i vari power-up lasciati sul campo dai nemici eliminati.
Una remastered di un classico Arcade
Wild Guns Reloaded, dopo essere stato rilasciato per PS4, arriva anche su Switch. Si tratta di una versione rimasterizzata (e con delle aggiunte) dello shooter uscito per SNES nel 1995. Nel rimasterizzare questo titolo le meccaniche di gioco sono state volutamente mantenute praticamente identiche all’originale. È stato fatto un lavoro di restyling grafico. Il gioco gira a 60 fps al secondo sia in versione portatile che in versione su schermo. Inoltre sono stati aggiunti dei contenuti nuovi così che anche i proprietari del Wild Guns originale potessero avere qualcosa di nuovo tra le mani.
Ai due personaggi del cast originale, Clint ed Annie, si aggiungono due nuove scelte: Doris e Bullet ed è stata offerta quindi la possibilità di giocare in co-op fino a quattro giocatori, anche se solo in locale. Clint ed Annie hanno un gameplay abbastanza simile con un fucile automatico standard ed un colpo speciale che attiva una dinamite. Doris e Bullet invece offrono uno stile di gioco completamente differente che aggiunge una nuova dimensione di giocabilità al titolo.
Quel pizzico di novità
Doris utilizza come arma principale delle granate invece del classico fucile automatico. Tenendo premuto il tasto del fuoco, invece di lanciare il lazo come Cilnt ed Annie, carica un numero aggiuntivo di bombe da lanciare in un singolo colpo. Ovviamente il danno aumenta e si riescono a colpire più bersagli in una volta in proporzione al tempo di caricamento. Purtroppo in questo intervallo temporale il personaggio rimane vulnerabile e occorrerà quindi selezionare con cura la priorità del target.
Bullet è invece un “bassotto” che porta con sè un drone. È sicuramente il personaggio più tecnico del cast. I movimenti di drone e cane sono slegati tra di loro. Quando ci si muove lateralmente senza sparare si muove il bassotto, mentre quando si spara è il drone ad assumere il controllo. Queste novità aggiungono sicuramente una nuova sfida ai giocatori che avevano già giocato all’originale su SNES. A impreziosire questa remastered ci sono anche due nuovi livelli. La metropolitana e la base volante, entrambi realizzati mantenendo lo stile originale ma offrendo anche un livello di sfida maggiore, qualora non fosse già abbastanza alto.
Wild Guns era un gioco molto complicato. Tanti nemici, tanti luoghi da cui sbucano una marea di proiettili diretti verso di noi, power up da raccogliere e quant altro. Anche in Wild Guns Reloaded, infatti, o si spara o ci si muove; non sarà possibile fare entrambe le cose contemporaneamente. Per schivare i colpi potremo eseguire delle capriole laterali o dei salti. Ogni stage è composto da diverse aree, alla fine delle quali ci sarà uno scontro mini-boss. Una volta completate tutte le aree di uno stage ci sarà lo scontro con il boss di fine livello e dire che sono tosti è quasi sminuente. Schivare i loro attacchi sarà spesso quasi impossibile e per prevederne le meccaniche di attacco occorrerà provare e riprovare tantissime volte.
Il gioco offre la possibilità di continuare all’infinito una volta esaurite tutte le vite. Però per sbloccare i contenuti più appetibili di questo remaster (tipo la colonna sonora originale) bisognerà completare il gioco in una solo run, senza continuare. C’è però la modalità Beginner che non mette limitazioni di vite. Questa permette di percorrere una run completa senza la frustrazione di dover ricominciare da inizio livello ad ogni Game Over. Così facendo potrete memorizzare al meglio tutte le tecniche e familiarizzare con lo stile di combattimento del personaggio che avete scelto.
Non stiamo parlando di un gioco con una longevità pazzesca perchè, se giocata alla perfezione in 45 minuti è sicuramente fattibile completare una run. Chiaramente la difficoltà la fa da padrone e quindi per raggiungere “la perfezione” citata poco fà bisognerà spendere parecchie ore di gioco. Studiare tutte le varie tecniche dei nemici e provare e riprovare a finire i livelli è il modo per perdere il minor numero di vite possibili.
Il grosso difetto di questo gioco è chiaramente la difficoltà troppo sbilanciata, che tra l’altro già affliggeva la versione SNES del ‘95. Se in questa remastered gli sviluppatori avessero speso qualche giorno di lavoro a ri bilanciare la difficoltà in maniera adeguata, questo sarebbe potuto essere il gioco che avrebbe potuto rilanciare questo genere oramai perso nei meandri delle vecchie generazioni. Questa strategia del mantenere il tutto più che fedele all’originale è una scelta che, da un lato, avvicina i giocatori Old School abituati a questo genere di “durezza”, ma dall’altro canto allontana la nuova generazione di gamer che predilige oramai giochi più semplici e più immediati.
Conclusione
Sostanzialmente Wild Guns Reloaded è un buon titolo che se fosse stato preso con quel pizzico di attenzione in più dai suoi sviluppatori sarebbe stato di sicuro una delle remastered migliori di questo primo quadrimestre 2018. Purtroppo il non regolare la difficoltà potrebbe costare una grossa fetta di giocatori che verrebbe sicuramente scoraggiata. Invece per i giocatori Old School, abituati a questo livello di sfida, dovrebbe essere un titolo da avere in bacheca assolutamente per poter risentire quelle sensazioni di Sala giochi anni ‘90