Spinxh and the Cursed Mummy è un gioco che originariamente, nel 2004, uscì per Playstation 2, Xbox e Nintendo Gamecube ed è un action adventure ispirato alla mitologia dell’antico egitto. Oggi andremo ad approfondire quella che è la sua versione remastered su Nintendo Switch. È giusto però anche ricordare che la suddetta versione è stata rilasciata per PC nel novembre 2017.
Trama
Sphinx and the Cursed Mummy non è ambientato temporalmente in un’epoca reale, cerca però di intrecciare la propria trama all’interno di un mondo fantastico con delle forti basi di mitologia egizia. I protagonisti di questa storia, proprio come dice il titolo, sono Spinxh, semidio forte e coraggioso, e il giovane Principe Tutankhamen di Luxor. All’inizio del gioco incontriamo Sphinx, che è apprendista di un potente mago noto come Imhotep. Il mago avverte il protagonista di un male incombente che sta crescendo nella città oscura di Uruk. Nel frattempo, non lontano nel regno di Luxor, il giovane principe Tutankhamen sta per festeggiare il suo compleanno con una festa lanciata dal suo sinistro fratello maggiore. Sfortunatamente, prima della celebrazione, il giovane Principe incappa in una cospirazione malvagia contro di lui, progettata proprio dal fratello. Prima di poter fare qualsiasi cosa al riguardo, Tutankhamen viene catturato e trasformato in una mummia senza vita durante una cerimonia fallita, bloccata casualmente per mano di Sphinx. Qui è dove i percorsi dei due personaggi si incontrano, e da lì in poi, saranno loro due a dover liberare il mondo dalla minaccia incombente e malvagia di cui parlava Imhotep.
Gameplay
Sphinx and The Cursed Mummy ha la particolarità di essere un gioco con due protagonisti che si alterneranno in momenti prefissati della storia. Anche il gameplay dei rispettivi personaggi è abbastanza diverso, andiamo ad analizzarli uno per volta
Quando giocheremo nei panni di Sphinx il gioco si presenterà come un action adventure dinamico. Sarà necessario anche sconfiggere avversari con la Spada di Osiride in dotazione al Semidio. I puzzle presenti sfrutteranno al massimo tutte le abilità di movimento, attacco e difesa che Sphinx imparerà durante l’avventura. Il gioco proseguirà di quest in quest chiedendoci di recuperare qualche ammennicolo diverso da area ad area o eliminare qualche tipo di minaccia per permettere agli abitanti di riprendere la loro vita normale. Facendo questo si sbloccheranno nuove aree da visitare, boss battle che si integrano con la trama o nuovi power up per Sphinx (doppio salto, scudo di Osiride, e così via).
Quando invece giocheremo le vicende del Principe Tutenkhamen il gioco si avvicinerà tantissimo ad un platform game pieno di puzzle da risolvere. Rispetto al Semidio il Principe Mummia ha un moveset decisamente diverso. Il suo passo, anche nei primi attimi di gioco, quando ancora è nella sua forma umana, è decisamente più cauto e meno rampante. Tutenkhamen non ha mosse d’attacco significative e infatti le sue fasi di gioco si limitano al ritrovamento di oggetti, fasi stealth per non essere individuato e rompicapi da risolvere per aprire un pertugio, una porta o recuperare qualsivoglia oggetto. Particolarità del Principe Mummia è quella che, essendo già morto, non può subire danni. Questa sarà infatti la chiave per risolvere quasi tutti gli enigmi proposti; Tutenkhamen potrà infatti darsi fuoco, farsi schiacciare fra due grossi massi per diventare sottile e passare attraverso cunicoli altrimenti insuperabili. Questo, oltre a regalare varietà di gameplay, riuscirà sicuramente a strapparvi qualche sorriso.
Per essere un gioco di 15 anni, uscito per console di 2 generazioni fa, Sphinx and the Cursed Mummy risulta essere un buon titolo a livello di gameplay. Le meccaniche e gli enigmi presenti nel gioco reggono ancora bene nonostante l’età. Effettivamente i puzzle proposti non risultano essere troppo impegnativi, ma non sempre questo aspetto è da considerarsi un difetto. Purtroppo invece a volte le missioni risultano essere monotone e ci costringeranno a fare anche del backtracking forzato.
Nel gameplay i difetti che vengono alla luce sono principalmente due: il sistema di combattimento, usato solo nelle parti di gioco con Sphinx, risulta essere macchinoso e poco vario. Gli attacchi con la spada di Osiride sono solo di due tipi, affondo normale e affondo in salto. Sicuramente un moveset più vario avrebbe garantito una resa migliore. Il secondo difetto, che è un abitudine dei giochi di questo genere, è la telecamera. I movimenti della visuale sono tutti manuali e vengono gestiti con lo stick destro. È impossibile resettare la telecamera dietro il personaggio e quindi, il più delle volte, prima di affrontare una sezione, bisognerà scegliere accuratamente dove posizionarla. Altra menzione tra le pecche di gameplay, marginali, è che manca completamente il target sui nemici. Questo risulta essere scomodo soprattutto quando si combattono più avversari contemporaneamente.
Comparto Tecnico
Sphinx and the Cursed Mummy è in effetti uscito nel 2004 e nonostante questa sia una versione rimasterizzata possiamo tranquillamente dire che il gioco non ha sicuramente un comparto tecnico da urlo. Graficamente non sembra che il lavoro svolto dagli sviluppatori della versione 2017/2019 abbia influito molto. Il framerate è aumentato ed è stabile ai 60 FPS e la risoluzione è migliorata sensibilmente, ma le texture ed alcuni sprite sembrano davvero rimasti nel 2004. Possiamo affermare tranquillamente che abbiamo visto delle remaster graficamente più curate di questa. Il comparto audio è discreto, niente di davvero eccelso ma le musiche e gli effetti sonori sono ben fatti senza però essere qualcosa di memorabile.
Conclusioni
Sphinx and the Cursed Mummy risulta essere un buon gioco se pensate che è un titolo uscito nel 2004. Gli enigmi e le sezioni comiche risultano ancora ottime e divertenti. Non si può dire che il comparto tecnico, nonostante la rimasterizzazione, sia invecchiato bene. Comunque può essere consigliato agli amanti del genere che non lo hanno ancora giocato. Sicuramente se il lavoro di remastering fosse stato di un livello un po’ più alto, sarebbe sicuramente stato un vero must da recuperare. Purtroppo non è così.
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