Sono ormai passati venti anni dal debutto su PlayStation di Spyro, il draghetto viola che ha emozionato generazioni intere in quegli anni e che è diventato un’icona dell’universo console di Sony. Dopo il grande successo di Crash Bandicoot: N. Sane Trilogy, noi fan di vecchia data non avevamo alcun dubbio che mamma Activision avrebbe fatto un buon lavoro di nuovo, ma non mi aspettavo una perla simile. Inizio questa recensione dicendovi che se i remake fossero fatti tutti così probabilmente rigiocherei tutta la line-up della PSO.
Le premesse della Spyro: Reignited Trilogy le conosciamo tutti: i tre capitoli di Spyro completamente rivisitati sotto il profilo tecnico e rimessi a nuovo per adattarli agli standard odierni. E già così, mi sarebbe andato bene anche un “compitino” da parte dei dev, senza strafare. Invece devo fare un elogio davvero importante ai ragazzi di Toys For Bob: non hanno solo riportato in auge la bellissima opera di Insomniac Games, ma l’hanno addirittura migliorata.
Perché alla fine dei conti posso affermare con tutta tranquillità che Spyro: Reignited Trilogy è un’operazione riuscita in tutto e per tutto, una perla di rara bellezza che tutti i vecchi fan del draghetto coraggioso apprezzeranno senza ombra di dubbio. Una menzione particolare voglio rivolgerla al doppiaggio in italiano, davvero impeccabile sotto ogni punto di vista (anche se mi mancherà sentir chiamare Spiro e non Spairo – che in realtà è la pronuncia corretta) e che mi ha fatto ricredere sul fatto che forse utilizzare il vecchio sarebbe stata una mossa vincente.
Unreal Engine 4 e olio di gomito
Una gioia per gli occhi. Palette colori accesa, brillante e variopinta. Un mix di tonalità sgargianti e texture curate. Le animazioni sono il grande passo avanti. Esse risultano fluide e coerenti rendendo l’esperienza di gioco bellissima da vedere.
Una delle caratteristiche innovative di questo remake sono i draghi che incontreremo lungo il cammino del primo episodio. Questi sono stati completamente ridisegnati e a mio parere sono più divertenti, gratificanti da liberare e soprattutto con dialoghi intelligenti. Le sbuffate di fuoco inoltre interagiscono con molti elementi decorativi dell’ambiente di gioco e sono questi piccoli dettagli che fanno la differenza in un gioco del 2018, quindi gran plauso per l’attenzione.
L’unico difetto che mi sento di segnalare è la telecamera. Infatti mentre la ruotiamo in modalità manuale si nota un effetto bloom che va ad appesantire il tutto facendo calare il framerate (anche se di poco) in alcune occasioni, almeno sulla mia PlayStation 4 Slim. Non posso confermare se il “problema” sia presente sulla Pro, anche se ne dubito.
Grande attenzione è stata utilizzata per il rifacimento di tutti i protagonisti dei tre capitoli: Hunter, il Riccone, Ripto, Sheila il canguro e tutti gli altri sono stati rivisti completamente per apparire molto più complessi e particolari graficamente. I nemici, davvero tanti e diversificati, sono da un lato riconoscibili all’occhio esperto e dall’altro innovativi e hanno alimentato in me la curiosità di proseguire per vedere il rework di ognuno di loro. Difetto purtroppo facilmente diagnosticabile è l‘eccessiva attesa tra un respawn e un altro. Ma se ci ho fatto l’abitudine con Crash, posso farlo anche con Spyro, no? Inoltre un’intelligente trovata durante il caricamento di un livello è il poter cambiare direzione di volo e sputare fuoco.
Il gameplay di sempre, nel 2018
Il fatto che il gameplay sia rimasto esattamente quello di un tempo a mio avviso rende l’avventura esattamente come me l’aspettavo. Bellissima. Le mosse di Spyro sono quelle che oramai conosciamo a memoria: il salto, la planata, lo sbuffo di fuoco e la carica. Come i più fedeli fan del draghetto sanno, man mano che procederemo nella storia (e nei capitoli) sbloccheremo nuove abilità come la super carica, il poter nuotare e la planata con virata finale utile a raggiungere distanze considerevoli. Nonostante la semplicità del sistema di gioco, sviscerare ogni singola parte di questo titolo richiede una certa dedizione. Resta comunque un’avventura fruibile da bambini, adulti, vecchi e nuovi fan.
Inoltre a smorzare la ripetitività ci pensano vari elementi, alcuni vecchi e altri innovativi. Tra le possibilità spiccano il poter giocare nei panni del canguro Sheila e del sergente Byrd, mentre una gradita novità è il sistema di punti abilità inserito nel primo capitolo, che ne aumenta la rigiocabilità e il tempo per completarlo al 100%. Gli esperti troveranno molto semplice ricordare quali nemici andranno sconfitti usando la carica e quali con il fuoco, mentre per i nuovi giocatori sarà una sfida in più che sicuramente vi farà perdere qualche vita, almeno all’inizio. La salute di Spyro è direttamente collegata a quella di Sparx, l’immancabile libellula che ci renderà immortali dagli attacchi nemici a patto che la sua pancia sia ben rifornita di insetti (i quali possono essere trovati in ampolle, casualmente, oppure dagli animali neutrali come pecore, pinguini e uccelli).
Non ci vorrà molto per completare tutti i livelli, ma ci vorranno svariate ore per raccogliere ogni segreto e terminare ogni sfida del gioco. E’ stato bello constatare nuovamente quanto la complessità, la trama e il gameplay di Spyro migliorino di capitolo in capitolo, raggiungendo l’apice nel terzo. Venti anni fa si riuscì a creare una saga che ha emozionato tutti noi e oggi, a distanza di tanto tempo, mi sento di smentire tutti quelli che smorzano l’hype di queste operazioni, asserendo al fatto che ricordiamo questi titoli con affetto solo perchè eravamo dei bambini. Con le migliorie apportate e il comparto grafico di nuova generazione ho apprezzato ancora di più la trilogia e mi rendo conto di come già all’epoca Insomniac si confermò come uno studio su cui poter fare affidamento (sì, Ratchet & Clank, sto pensando a voi).
Le emozioni al primo posto, ma con merito
Spyro è stato uno dei capisaldi della prima generazione di Sony. Nessuno può negarlo. Ma quello che ho sempre ritenuto importante è il fatto che nel 1998 ci siamo trovati davanti ad un titolo rivoluzionario, completo, ben pensato e capace di tenerci incollati davanti al televisore per ore e ore. Giocando a questo remake ho riprovato sensazioni che non sentivo da tantissimi anni e qual è il miglior complimento da poter fare ad un videogioco se non questo? Grazie Activision, grazie Toys for Bob. A tutti i vecchi giocatori della mitica PlayStation One dico: compratelo ad occhi chiusi. Questo è come un remake dovrebbe essere fatto, un lavoro capace di migliorare e di innovare al tempo stesso, osando e riuscendo nell’impresa grazie al coraggio degli sviluppatori. Preparatevi a bruciacchiare e caricare tantissimi nemici, perchè Spyro è tornato e non avete scuse per non giocarlo.